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James Foley decapitato, Guardian: "Due italiane nelle mani dell'Isis"

Minacce non mirate, nessun indicatore preciso che riguardi il rischio di attentati in Italia ma l'attenzione è alta e un richiamo, a livello nazionale, è stato diramato su tutto il territorio. Il Dipartimento di pubblica sicurezza in una informativa a prefetti e questori parla di allerta sugli obiettivi sensibili.

Secondo il Guardian che non cita fonti e non fa i nomi dei sequestrati: non c'e' modo dunque di sapere con certezza se le due italiane siano Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le volontarie scomparse alla fin di luglio nell'area di Aleppo.

"Il mondo è inorridito" dal brutale assassinio di James Foley. Così il presidente degli Usa Barack Obama in un breve dichiarazione. Obama ha sottolineato che "l'Isis non parla di religione". Secondo l agenzia ansa Il Presidente Americano ha dichiarato "Le loro vittime sono in massima parte musulmani e nessuna fede insegna alla gente a massacrare gli innocenti". "Quando viene fatto del male a degli americani ovunque nel mondo - ha proseguito Obama - noi facciamo ciò che è necessario per far sì che venga fatta giustizia". I miliziani dell'Isis, ha detto ancora il presidente Usa, "dichiarano la loro ambizione di commettere un genocidio contro un antico popolo".

L'intelligence Usa "ha analizzato il video in cui vengono mostrati i cittadini americani James Foley e Steven Sotloff" e "abbiamo raggiunto il giudizio che si tratta di un video autentico": lo ha affermato la portavoce del Consiglio nazionale per la Sicurezza della Casa Bianca, Caitlin Hayden. Scotland Yard, cui fa capo l'unità antiterrorismo della polizia britannica, ha invitato ad evitare la diffusione delle immagini sul web, soprattutto attraverso la condivisione su social media come Twitter e Facebook, ricordando che ciò potrebbe costituire reato nel Regno Unito.

Dopo il video-choc diffuso dall'Isis sulla decapitazione del giornalista freelance americano rapito in Siria nel 2012, James Foley, si aprono interrogativi sulla sorte di altri due giornalisti statunitensi: Austin Tice, anche lui scomparso in Siria due anni fa, e l'altro reporter rapito, Steven Joel Sotloff. Quest'ultimo è apparso nel video degli jihadisti: "La vita di questo cittadino americano, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni", ha minacciato il terrorista con il volto coperto e il coltello in mano, diventato ormai uno dei macabri protagonisti della vicenda.

Il Pentagono ora starebbe studiando un piano per l'invio di "un piccolo numero di truppe addizionali" in Iraq. Lo riportano i media americani citando fonti dell'amministrazione. Si tratterebbe di "meno di 300 soldati" soprattutto per rafforzare la sicurezza attorno a Baghdad, ha detto una fonte del Pentagono a media Usa

Appare intanto "sempre più probabile" che la mano che ha ucciso Foley sia di un cittadino britannico. Lo ha confermato il primo ministro britannico David Cameron in persona. "E' una cosa scioccante, ma sappiamo che fin troppi britannici sono andati in Siria e in Iraq coinvolti in atti di estremismo e violenza e quello che dobbiamo fare è incrementare gli sforzi per fermarli". L'estremista inglese che ha decapitato il reporter americano James Foley sarebbe infatti il leader di una cellula di combattenti britannici che operano in Siria dove tengono stranieri in ostaggio. Lo scrive il Guardian online riferendo informazioni raccolte da fonti dirette. Secondo un ex ostaggio, l'estremista si fa chiamare John e si sospetta possa provenire da Londra.

Questo articolo di Guardian rafforza l articolo del Espresso che barbieri ,muratori extracomunitari di fede Islamica a Bologna ora sparano in Libia e in Siria ..ma alcuni tornano e si teme che portano la guerra in Italia..e secondo l Espresso non manca pure qualche Italiano di fede Islamica.

I militanti dell'Isis hanno recentemente sequestrato altri quattro ostaggi stranieri tra Aleppo e Idlib: si tratterebbe di due donne italiane, un danese e un giapponese. Lo scrive il Guardian nell'edizione americana del sito online. I sequestri porterebbero a oltre 20 il numero degli stranieri ostaggio dei militanti islamici. Sarebbero giornalisti, fotografi o operatori umanitari. Dopo il sequestro sono stati trasferiti a Raqqa, la roccaforte Isis nel nord della Siria.

Il Guardian non cita fonti e non fa i nomi dei sequestrati: non c'e' modo dunque di sapere con certezza se le due italiane siano Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le volontarie scomparse alla fin di luglio nell'area di Aleppo. Il quotidiano britannico osserva che i rapimenti si sono dimostrati un buon business per i militanti islamici dal momento che negli ultimi sei mesi almeno dieci ostaggi tra cui un danese, tre francesi e due spagnoli sono stati liberati dopo lunghi negoziati con i rapitori che avevano chiesto in cambio un riscatto.

Gli Usa "di recente hanno condotto un'operazione per liberare alcuni ostaggi americani detenuti in Siria" dall'Isis, rivela il portavoce del Pentagono, ammiraglio John Kirby, ma "sfortunatamente, la missione non ha avuto successo: gli ostaggi non erano presenti nel luogo preso di mira". All'operazione hanno partecipato forze aeree terrestri

"Abbiamo ripetutamente detto - ha affermato ancora Kirmby in una nota - che il governo americano e' impegnato nella sicurezza di tutti i suoi cittadini, in particolare quelli tenuti in prigionia". In questo caso, ha sottolineato, e' stato dispiegato "il meglio delle forze militari Usa per tentare di portare a casa i nostri cittadini". All'operazione, secondo quanto hanno affermato alti esponenti dell'amministrazione al Washington Post chiedendo di mantenere l'anonimato, hanno partecipato diversi elementi delle forze speciali di quasi ogni arma, ed uno di loro e' rimasto anche ferito.

Il blitz, hanno detto le fonti, e' stato tentato "questa estate", dopo che almeno sei ostaggi occidentali erano stati liberati dai militanti islamici ed erano stati contattati e interrogati dall'intelligence Usa. "Il presidente ha autorizzato all'inizio dell'estate una operazione per tentare di liberare cittadini americani detenuti dall'Isis", ha detto al Post un alto funzionario, aggiungendo che "avevamo una serie di informazioni di intelligence sufficiente per metterci in condizione di agire". I militari si sono mossi quindi "in modo davvero aggressivo e davvero veloce, ma purtroppo non l'operazione non ha infine avuto successo perche' gli ostaggi non erano detenuti nel sito dell'operazione".

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