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“La Russia torna una superpotenza”. Questa tesi è stata proposta l’11 settembre scorso da l Independent , non certo un quotidiano filorusso. Secondo il giornale britannico, Mosca è riuscita a “sfruttare” la crisi in Siria per ritagliarsi quel ruolo di superpotenza che aveva perso nel 1991 in seguito al disfacimento dell’Unione Sovietica.

La Russia, inoltre, è riuscita a “blindare” il Raìs siriano.Secondo quanto stabilito dalla tregua, infatti, “Washington e Mosca si coordineranno per condurre attacchi contro Isis e il Fronte fatah al Sham. E solo dopo un periodo di stop ai combattimenti si potrà pensare a una transizione politica per trovare una soluzione duratura al conflitto”. Tradotto: prima si pensa a bonificare la Siria dai jihadisti e poi al futuro di Assad. Esattamente il contrario di quello che voleva Washington.

Come? Costringendo gli Usa a fare quello che mai avrebbero pensato di fare, ovvero bombardare i terroristi di Jabath Fatah al Sham, gli ex qaedisti di Al Nusra insomma. Un fatto non da poco se si considera che più di una volta l’amministrazione americana ha pensato di usare questi terroristi tanto da volerli “ribattezzare” per combattere contro Bashar Al Assad.

Mentre i Sukhoi solcavano i cieli siriani, la diplomazia di Mosca ha continuato a lavorare alacremente, riportando sui loro passi sia Recep Tayyip Erdogan che Barack Obama. Putin si ritagliava così un ruolo fondamentale in Medio Oriente.

Intanto la Spagna è nell’occhio del ciclone per l’assistenza che si appresta a fornire al gruppo da battaglia della portaerei Admiral Kuznetsov. Tra poche ore, dopo aver attraversato lo stretto di Gibilterra, la flottiglia russa composta da otto unità, raggiungerà il porto di Ceuta, enclave spagnola in Nord Africa, per fare rifornimento di viveri e carburante. Soltanto le navi logistiche e la petroliera (circa 3.750 tonnellate di combustibile) a supporto del gruppo da battaglia dovrebbero attraccare nel porto di Ceuta. Dopo la sosta, la flottiglia russa riprendere la navigazione fino a raggiungerà la sua posizione d’attacco nel Mediterraneo orientale. I raid dovrebbero iniziare entro la prima settimana di novembre.

La questione del porto di Ceuta è particolare. Tecnicamente non rientra nei trattati della Nato. La Spagna rifornisce regolarmente le navi da guerra russe nel porto franco del Nord Africa fin dal 2010, anno in cui è stato aperto al supporto logistico per le navi delle altre nazioni. Sarebbero circa cinquanta le unità russe tra sottomarini, fregate, cacciatorpediniere, navi da assalto anfibio ed ausiliarie che dal 2010 hanno fatto sosta a Ceuta.

“Madrid deve ripensare alle sue prossime azioni – ha affermato Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato – quel gruppo da battaglia potrebbe essere utilizzato per intensificare i raid aerei sulla città assediata di Aleppo dove sono intrappolate 275.000 persone”.

Dopo la fine della Guerra fredda, Mosca perse l’accesso a molte delle basi straniere e strutture portuali su cui le forze armate russe facevano  affidamento per la proiezione globale. L’accesso al porto spagnolo di Ceuta è vitale per mantenere la presenza navale russa nel Mediterraneo occidentale e nel nord-est dell’Atlantico. Da rilevare il rapporto che lega i due Paesi. Basti pensare, ad esempio, il ruolo delle società spagnole politicamente ben collegate presenti in Russia come Talgo, Iberdrola e Repsol. La questione di Ceuta, quindi, andrebbe letta in chiave tecnica, economica e con evidenti connotazioni politiche.

Secondo la Russia, la sosta delle unità navali, autorizzate caso per caso dal Ministero degli Esteri spagnolo, non violano il regime di sanzioni UE ed avvengono nel rispetto della normativa internazionale e nazionale. Il governo spagnolo rispetta scrupolosamente le sanzioni dell’Unione europea, ma cerca di mantenere le migliori relazioni possibili con la Russia. L’ultima dimostrazione è l’invito di Mosca, esteso a Madrid, per partecipare al gruppo internazionale di mediazione nella guerra siriana. Per Mosca, la sosta di Ceuta è semplice routine, da considerare come una formale questione commerciale. Non è insolito per le navi della marina russa rifornirsi in altri paesi della NATO, come Grecia ed Italia.

Ma che “La Russia torna ad essere una superpotenza”.non si pensi che tutto questo sia frutto del caso. Basterebbe leggere il discorso che Putin ha fatto alla 70esima assemblea delle Nazioni Unite per rendersene conto. In quell’occasione infatti il leader russo ha invocato una “larga coalizione internazionale contro il terrorismo. Simile alla coalizione contro Hitler, questa potrebbe unire una larga porzione delle forze che sono desiderose di resistere con risolutezza a coloro che, come i Nazisti, seminano malvagità e odio per l’umanità”.

In questo senso il leader russo invitava a dimenticare la vecchia contrapposizione nata con la Guerra fredda, per un approccio più pragmatico di fronte ai problemi mediorientali. Una visione che, seppur imposta da Mosca, sembra esser stata accettata a malincuore? anche dagli Usa. 

 

È iniziato con un saluto di Antonio Mondelli, responsabile cittadino del Comitato «Difendiamo i nostri figli», l’incontro sul tema «L’Italia del Family Day dinanzi alla trappola del referendum» tenutosi Sabato 22 ottobre a Napoli, presso la sala Sisto V del complesso monumentale San Lorenzo Maggiore. 

«L’Italia del Family Day», che è anche il titolo del libro-intervista presentato per l’occasione, è quella scesa in piazza numerosa il 20 giugno 2015 e il 30 gennaio 2016 – l’ordine di grandezza riconosciuto dai suoi avversari è di varie centinaia di migliaia di persone nel primo caso e di più di un milione nel secondo – contro il riconoscimento giuridico delle «unioni civili», l'introduzione della cosiddetta stepchild adoption e l’indottrinamento forzato della teoria del gender nelle scuole italiane di ogni ordine e grado.

Il referendum, invece, è quello che, il prossimo 4 dicembre, chiamerà il popolo italiano a esprimersi sulla riforma costituzionale proposta da Matteo Renzi e da Maria Elena Boschi.

Ha coordinato i lavori della mattinata il magistrato Domenico Airoma, vicepresidente del Centro Studi Rosario Livatino e reggente regionale di Alleanza Cattolica, reduce dal convegno tenutosi il giorno prima a Roma, nell’Aula dei gruppi a Montecitorio,  dal titolo Coscienza senza diritti. Il giudice Airoma ha spiegato come la Costituzione abbia già subito varie riforme nel corso della storia repubblicana, ma mai della portata istituzionale di quella oggi in discussione: «La sua formulazione» ha spiegato «tradisce fretta e approssimazione». Non ogni cambiamento – ha osservato il procuratore aggiunto del Tribunale Napoli Nord, evocando un suggestivo brocardo partenopeo –, foss’anche all’insegna del risparmio di denaro pubblico, si traduce in guadagno.

È poi intervenuto Alfredo Mantovano, giudice della Corte di Appello di Roma, che è entrato nel dettaglio della riforma costituzionale – schierandosi francamente, come del resto gli alti relatori, dalla parte del NO in merito alla prossima consultazione referendaria – mettendone alla berlina i punti oscuri: per esempio, il nuovo Senato, composto da sindaci e da consiglieri regionali scelti con criteri ancora da chiarire, sarebbe chiamato a ratificare, non si sa bene a che titolo, i trattati internazionali relative all’appartenenza dell’Italia all’Unione europea. A dire di Mantovano – ma è lo stesso Renzi ad averlo sostenuto – l’impianto della riforma è ispirato al superamento in sede decisionale delle «forme di intermediazione». Sicché, la vittoria del SI’ permetterà al Governo e a un Parlamento (dall’opposizione assai ridimensionata), di operare senza dover fare i conti con le eventuali «resistenze» del corpo sociale.

Ha concluso i lavori Massimo Gandolfini, responsabile nazionale del Comitato «Difendiamo i nostri figli», che ha spiegato come la famiglia tradizionale, quella per intenderci formata da un marito (maschio), da una moglie (femmina) ed eventualmente da figli (non acquistati, come quelli di Elton John o di Nichi Vendola), ha molto da perdere con la vittoria del SÌ: la concentrazione del potere in mano di un numero ancor più ristretto di persone, peraltro prono ai poteri forti che promuovono le «colonizzazioni ideologiche» denunciate da papa Francesco, porterà a un approvazione-sprint di tutte le proposte di legge volte ad attuare una rivoluzione antropologica in senso anticristiano e antiumano: la legalizzazione dell’eutanasia e delle droghe, nonché la famigerata proposta di legge Scalfarotto che, arresasi temporaneamente dinanzi alla protesta silenziosa delle Sentinelle in Piedi, prevede condanne penali per gli «omofobi», ovverosia per chiunque sposi pubblicamente le opinioni espresse da san Paolo a proposito della sodomia oppure osi affermare che un bambino cresce meglio con un papà (maschio) e una mamma (femmina).

 

Tutto pronto in Puglia dunque per la XXIV Convention Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche. Dal 16 al 20 Novembre, il Parco Nazionale del Gargano, ospiterà briefing stampa, conferenze, escursioni irripetibili. Si partirà da una location originale quale l’Oasi del Lago Salso sul Golfo di Manfredonia. Ci saranno i Parchi Nazionali, i vertici nazionali della Federparchi, delle aziende e società più importanti del settore turistico. Protagonisti saranno i luoghi affascinanti del Parco Nazionale del Gargano attraversati dalle guide escursionistiche con spettacolari escursioni.

 

Cosi a 9 anni dall’incendio del Gargano giungeranno in quei luoghi, in alcuni casi anche a piedi centinaia di guide ambientali escursionistiche italiane da tutta Italia. Nel 2007 fu l’apocalisse, morirono persone, danni ingenti con scene che davvero fecero il giro del mondo. Fu un dramma ambientale e per bambini, adulti, anziani, gente che scappava verso il mare per salvarsi, molti erano stranieri. I danni ambientali furono enormi. Nessuno mai dimenticherà l’incendio del Gargano in Puglia, a Peschici. 

 

A distanza di 9 anni da quell’evento centinaia di Guide Ambientali Escursionistiche Italiane giungeranno da tutta Italia nel Gargano, alcune a piedi da regioni diverse. Abbiamo scelto proprio quei luoghi per dare un segnale forte e lanciare il PATTO PER IL TERRITORIO ITALIA

 

Lo ha annunciato al Corriere del Sud Stefano Spinetti, Presidente dell’Associazione Italiana di categoria delle Guide Ambientali Escursionistiche - che sono migliaia in tutta Italia. Esperti in grado di spaziare dalle geoscienze alla narrazione culturale e sociale del territorio, vere sentinelle. Sarà il Gargano a ospitare la XXIV Convention Nazionale delle Guide Italiane, in programma dal 16 al 20 Novembre lungo la costa pugliese. Ci saranno i Parchi Nazionali per un evento importantissimo, unico, irripetibile.

 

“Nel Gargano lanceremo il Manifesto per il Turismo Ambientale, settore che in Italia è in crescita, con il Patto per il Territorio. L’allarme che urliamo è forte. Infatti in Italia aumentano sempre più i borghi fantasma - ha proseguito Spinetti - centri storici di grande valore che man mano si stanno completamente svuotando. I centri minori stanno rischiando di perdere capacità di produrre reddito e ricchezza locale. Il territorio sta perdendo quelle figure che storicamente lo controllavano, lo conoscevano e lo vegliavano. Pastori, forestali, casari, agricoltori, tutti primi testimoni del territorio che occupavano tendono oggi a scomparire lasciando tali luoghi senza guardiani, senza persone che vivendo il territorio erano in grado di capirne lo stato di salute, di conservazione e segnalarne le criticità. 

 

Le Guide Ambientali Escursionistiche continua Spinetti, invece stanno compiendo il passo inverso. Noi siamo già sul territorio e per lavoro ma anche per scelta di vita frequentiamo l’Italia detta minore in modo massiccio, capillare e interessato. In ogni paesino italiano c’è sempre una Guida Ambientale Escursionistica. Ogni anno spendiamo centinaia di giornate su sentieri, sulle strade bianche delle coste, nei fondovalle che lasciati soli, trovano nelle Guide ambientali dei veri e propri paladini non solo culturali. I Parchi naturali, le aree protette in genere, sono le principali porzioni di territorio che subiscono questa migrazione e impoverimento. È ipotizzabile, dato il ruolo di “guardiano del territorio”, un inserimento delle Guide o della sinergia che proponiamo, come strumento di controllo del territorio, in ambito di “Casa Italia”, lo strumento di Unità Nazionale per la difesa del territorio.

 

Casa Italia è una grande opportunità perché può essere uno strumento di Unità Nazionale per la difesa del territorio e le Guide possono esserne parte integrante in quanto hanno già il ruolo di “guardiani del territorio”. La figura professionale della Guida Ambientale Escursionistica è sul territorio ed è fondamentale per una politica di messa in sicurezza. Possiamo essere i guardiani dell’Italia dei luoghi definiti minori e che invece producono milioni di turisti e tanto PIL. I dati del 2015 parlano di ben 3 milioni e 400 mila turisti accompagnati dalle Guide Ambientali Aigae, con un indotto turistico che ha fatturato 50 milioni di euro in un solo anno. La nostra figura professionale riconosciuta già dal Governo e con una legge nazionale è totalmente diversa dalle Guide Alpine in quanto siamo geologi, biologi, archeologi, naturalisti ed operatori turistici. Noi narriamo il territorio nel suo insieme spaziando dalle geoscienze, dalla geomorfologia all’ambiente tutto. In ogni paesino italiano c’è già una Guida Ambientale Escursionistica che vive e fa vivere il territorio”.

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