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L'Austria è pronta al braccio di ferro. "Fino a quando non abbiamo dei centri (di accoglienza, ndr) nei Paesi africani di origine e transito dove potremmo mandarli indietro - ha detto Kurz a margine del consiglio Affari esteri di ieri a Bruxelles - dobbiamo fermare questa gente alla frontiera esterna europea invece di mandarla verso l'Europa centrale". Questo, nei piani del governo austriaco, significa "smettere di traghettare i migranti illegali tra le isole e la terraferma italiana". La stessa soluzione era stata adottata con la Grecia nell'ambito dell'accordo tra l'Unione europea e la Turchia per fermare il flusso di rifugiati dello scorso anno. Dal 20 marzo del 2016, tutti i migranti che  sbarcano sulle isole dell'Egeo vengono trattenuti sul posto per le verifiche sul diritto di asilo e non possono essere trasferiti sulla terraferma in Grecia.

"Se il numero dei migranti illegali verso l'Austria aumenta ancora - ha detto il ministro dell'Interno austriaco Wolfgang Sobotka alla Bild -  chiudiamo il confine al Brennero. Nel giro di 24 ore possiamo chiudere il confine e realizzare controlli severi con i nostri soldati". "La cooperazione fra sedicenti soccorritori e la mafia dei trafficanti deve finire", ha aggiunto. "Dobbiamo impedire che sedicenti soccorritori entrino nelle acque territoriali della Libia e prendano i profughi direttamente dai trafficanti", aggiunge. L'obiettivo di Sobotka è "chiudere la rotta del Mediterraneo e porre una fine al traffico con le barche dal Nordafrica, già nelle acque territoriali della Libia".

"La cooperazione fra sedicenti soccorritori e la mafia dei trafficanti - aggiunge - deve finire". "Dobbiamo impedire che sedicenti soccorritori entrino nelle acque territoriali della Libia e prendano i profughi direttamente dai trafficanti", aggiunge. L'obiettivo di Sobotka è "chiudere la rotta del Mediterraneo e porre una fine al traffico con le barche dal Nordafrica, già nelle acque territoriali della Libia".

La replica italiana non tarda ad arrivare. L'Italia  - dice al telefono con l'ansa il vice ministro agli Esteri Mario Giro - non ha "nessuna intenzione di compiere mosse unilaterali" sulla crisi dei migranti ma Vienna deve "abbassare i toni" perché non si possono mettere a rischio i rapporti tra gli Stati a causa di "polemiche pre-elettorali" (in Austria si vota il 15 ottobre, ndr). Giro, che spiega di parlare "a nome del governo", definisce inoltre "surreali" le minacce sul Brennero: "Non c'è nessun aumento del numero dei migranti, come loro stessi hanno dichiarato più volte".

Durante il vertice di ieri a Bruxelles Kurz, giovane leader dei popolari che probabilmente guarda alle elezioni austriache del 15 ottobre che si giocheranno anche su questo tema, ha spiegato che sarebbe "molto utile fermare gli spostamenti in traghetto dei migranti legali tra le isole sulla frontiera esterna e il resto del territorio italiano". Secondo il ministro degli Esteri austriaco, solo così ci saranno "meno persone che si fanno strada verso l'Europa centrale". Per Kurz "alcune persone stanno già pensando in Italia" a questa soluzione: bloccare i migranti sulle isole "sarebbe un segnale per dissuadere la gente dal partire, sarebbe un segnale per i trafficanti e questo di conseguenza porterebbe a meno gente che viene in Italia".

Nei mesi scorsi erano pochi i Comuni che avevano il coraggio di ribellarsi ai diktat del Viminale. Si trattava di Giunte in prevalenza di centrodestra che, già alle prese coi conti ridotti all'osso, non avevano la forza di accogliere decine di migranti. Adesso l'opposizione all'accoglienza a oltranza a contagiato primi cittadini di ogni colore politico. Tanto che, come rileva la Stampa su 8mila Comuni ben 5.500 hanno deciso di chiudere le porte ai richiedenti asilo. Ma, anziché frenare l'invasione, il governo sta smistando tutti gli arrivi sui 2.500 che hanno aderito al piano del Viminale col risultato che la quota di ripartizione è salita a tre profughi ogni mille abitanti.

Dall'inizio dell'anno a ieri sulle coste italiane sono sbarcati 93.292 migranti, il 16,79% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (79.877). Ad aggiornare il dato è il ministero dell'Interno, secondo cui i porti maggiormente interessati dagli arrivi nel periodo in questione sono, nell'ordine, Augusta (13.097), Catania (11.204), Pozzallo (8.264), Reggio Calabria (7.106), Vibo Valentia (5.804), Palermo (5.786), Trapani (5.591), Lampedusa (5.288), Salerno (5.065), Crotone (4.887). Da qui, poi, il Viminale sta cercando di sparpagliare i richiedenti asilo in tutta Italia. Ma, come rileva appunto la Stampa, sugli 8mila Comuni italiani 5.500 non hanno aderito al piano di accoglienza. "Per gli altri 2500 la quota di ripartizione è salita da 2,5 a 3 extracomunitari per ogni mille abitanti - si legge - ma poiché è su questi 2.500 centri che gravita l'emergenza, la tensione è alle stelle perché i numeri superano il confine della quota fissata".

Dopo Civitavecchia, le barricate si sono spostate nel Messinese. E adesso stanno contagiando tutto il Paese. "Le Prefetture devono rivolgersi per primi ai Comuni che non accolgono. E non a quelli che già sopportano un carico", ha detto ieri,in una intervista alla Repubblica, il presidente dell'Anci Antonio De caro. "Trovo incredibile che chiediamo all'Europa, giustamente, di dividere in tutti i paesi dell'Unione gli arrivi e noi, però, non lo facciamo - attacca il sindaco di Bari - eppure le esperienze di Bari, Bologna, Milano dimostrano che è possibile". In realtà proprio quelle esperienze e i recenti fatti di cronaca dimostrano che questo sistema non funziona affatto.

"Ho già sentito la minaccia e non è successo nulla. La politica non si porta avanti con le minacce - dice la presidente della Camera Laura Boldrini - che non risolvono i problemi, nè con le chiusure o con i militari. E' deprimente". "Nel 2030 - spiega Boldrini - la Nigeria, che oggi ha 200 milioni di abitanti, sarà più popolosa degli Usa. E' miope pensare di risolvere il problema così, con chiusure e carri armati. Queste misure accendono solo la paura, alzano l'asticella della disumanità ed aumentano la tensione ed il conflitto sociale. La soluzione non sono le chiusure, i carri armati, l'interdizione ai porti o lo sbarramento nelle acque libiche, il che è inutile e contrario al diritto internazionale. Bisogna lavorare al sistema della relocation". 

La città di Danzica è situata sul bordo orientale della Baia di Danzica, nella parte meridionale del Mar Baltico. Danzica sorge sulle rive del fiume Motlawa un ramo del delta della Vistola, la quale si divide in due canali formando l’isola Spichrzów e l’isola Olowianka. Inoltre è attraversata ad est dalla Vistola Morta.Essa è situata nell’area fluviale di Zulawy mentre le sue estremità orientali si affacciano sulla Laguna della Vistola. La città è circondata da piccoli colli e colline, ricoperti di boschi, che non superano i 100 metri di altezza. Ogni anno – grazie anche all’aumento dei collegamenti diretti low-cost con diverse città italiane – cresce il flusso di visitatori italiani che scelgono come meta dei loro viaggi Danzica e la sua regione, la Pomerania. Perfetto per un city break, l’agglomerato urbano chiamato delle tre città (composto da Danzica, Sopot e Gdynia, che insieme contano 750mila abitanti) attrae sempre più turisti da ogni angolo d’Europa per le sue bellezze artistiche e architettoniche (che vanno dal gotico in mattoni al manierismo di ispirazione fiamminga e anseatica, dall’eclettismo del periodo della Belle Epoque al razionalismo di moda fra le due guerre mondiali), per la sua splendida natura (una costa di dune e ampie spiagge di sabbia bianca, lagune, vaste estensioni boschive, ondulate regioni costellate di laghi), per la sua storia tempestosa  che ne ha fatto, come disse Napoleone, “la chiave di tutto” (qui il primo settembre del 1939 scoppiò la Seconda guerra mondiale e sempre qui nel 1980 è nata Solidarność, all’origine della caduta del Muro di Berlino), per la sua superba cucina in cui si mescolano sapori antichi e genuini di terra e di mare e per la sua  ricca e vivace attività culturale. Una grande varietà di eventi e manifestazioni in ogni campo si svolgono nel corso di tutto l’anno, anche se Danzica e la regione della Pomerania intensificano la loro attività nel campo della cultura e dell’intrattenimento, in grado di soddisfare ogni età e ogni gusto, soprattutto, come è naturale, nella bella stagione. Che sia in cerca di emozioni sportive, di nuove esperienze culinarie o di festini musicali,  il visitatore curioso qui  troverà qualcosa di stimolante in grado di soddisfare ogni gusto e ogni età, la noia è bandita! Per l’estate  ecco alcune proposte scelte tra il fitto calendario di spettacoli, eventi e manifestazioni che questa splendida regione affacciata sul Baltico offre ai viaggiatori in cerca di nuove mete e nuove emozioni.

FETA – Festival internazionale dei teatri all’aperto e di strada

dal  13 al 16 luglio, Danzica

Uno dei più importanti e affascinanti festival dei teatri all’aperto e di strada giunto quest’anno alla ventunesima edizione: decine di gruppi si esibiscono presentando i loro spettacoli gratuiti nella cornice del centro storico di Danzica per un pubblico appassionato che nel 2016 ha raggiunto il tetto delle 30.000 persone.

 

Fiera di S. Domenico

29 luglio-20 agosto, Danzica

Non esiste estate a Danzica senza la Fiera di S. Domenico. Una delle fiere all’aperto più importanti d’Europa e molto probabilmente la più antica. La manifestazione è il biglietto da visita della città fin dal 1260. Più di mille bancarelle che offrono le specialità e l’artigianato locali,  nonché tutte le meraviglie del mondo, e tanti eventi di contorno, come concerti o parate in costume – tutto ciò, unito alla splendida atmosfera che vi regna, rende Danzica un luogo straordinario pulsante di energia positiva. Assolutamente da non mancare.

 

Festival Internazionale di Musica per Organo

luglio-agosto, Danzica

 

Oliwa, una volta capitale dell’ordine dei cistercensi, in seguito quartiere residenziale di Danzica – si trova all’interno di un disegno di strade e case nobiliari, dei veri e propri tesori: la cattedrale con gli interni in stile barocco custodisce l’antico organo, uno dei più grandi al mondo, reso particolare dalle immagini poste sulle canne che si muovono al suono dell’organo, ogni giorno vengono eseguiti dei concerti. Nella Cattedrale di Oliwa a luglio/agosto, ormai da 50 anni, si svolge il Festival Internazionale di Musica per Organo, il più antico festival della Polonia dedicato a questa musica così particolare. Il Parco di Oliwa, con i suoi stupendi giardini, è circondata da tesori, come: il Museo Nazionale di arte contemporanea; il Granaio dell’Abbazia con opere etnografiche e il Museo Diocesano che racchiude pregevoli opere di arte orafa. 

E' certamente positivo che oggi l’Alta Corte inglese riconosca ai genitori di Charlie Gard quella possibilità di esprimersi che pareva loro irrevocabilmente negata. Quel che sorprende, tuttavia, di fronte alla motivazione del rinvio della decisione a giovedì, è la concezione quasi “proprietaria” che sembra emergere: l’oggetto del giudizio non è se l’ospedale nel quale Charlie è ricoverato debba o non debba proseguire le terapie - è evidente che non ritiene di farlo -, bensì se i genitori del piccolo abbiano il dovere e il diritto di tentare il possibile per salvarlo, in nome del favor vitae e ovunque vi sia la disponibilità. E se pure non si trovi alcuna terapia convincente, è inaccettabile che si autorizzi la sospensione del mantenimento vitale (idratazione, alimentazione e supporto respiratorio): esso non è nuova terapia sproporzionata e contraria all’attuale interesse del minore. La concezione “proprietaria” del minore che pare emergere da quanto accaduto finora è il riflesso più evidente di una mentalità eutanasica, diventata sistema: un elemento da tenere ben presente in Italia nella discussione in atto al Senato sulle dat, il cui testo pone i minori e gli incapaci nell’arbitrio delle strutture sanitarie e dei giudici. Quanto accade oggi a Londra rischia di essere il nostro futuro.

E’ quanto sostiene il Centro Studi Rosario Livatino, formato da magistrati, docenti universitari e avvocati.

Il Centro studi Livatino

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.centrostudilivatino.it - (+393494972251 - +393334152634)

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