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Sarà presentato venerdì 22 maggio, alle ore 15, in un webmeeting che si terrà in Zoom, il Rapporto della Fondazione Farefuturo su come la Cina agisce per sottomettere l’Italia, con quali “armi”, con quali connivenze e con quali obiettivi.

Interverranno Giulio Terzi, Laura Harth e gli altri autori del documento, insieme con esperti di geopolitica, parlamentari, ambasciatori, giornalisti e imprenditori.
Introdurrà Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir.
Saranno presenti, tra gli altri, anche i parlamentari Raffaele Volpi, Lega, presidente Copasir; Enrico Borghi, PD; Lucio Malan ed Enrico Aimi, Forza Italia; Antonio Zennaro, Cinque Stelle; Carlo Fidanza e Andrea Del Mastro, Fratelli d’Italia.

Il rapporto, curato da Giulio Terzi e Laura Harth, sarà presentato nello stesso giorno in cui a Pechino si apriranno i lavori dell’Assemblea nazionale del Popolo che dovrebbe rivendicare la “vittoriosa battaglia” contro il coronavirus del regime comunista.

“Purtroppo, la realtà è ben diversa - rileva il presidente di Farefuturo, Adolfo Urso - e, come documenta il nostro Rapporto, chiama direttamente in causa proprio la responsabilità del Partito comunista cinese nella drammatica diffusione della pandemia in Italia e nel mondo. La vicenda del coronavirus è emblematica di quale sia la natura del regime e di come vi sia ormai una acquiescenza negli organismi internazionali, in tal caso innanzi tutto della Organizzazione Mondiale della Sanità, e le modalità di condizionamento in diversi Stati, persino in alcuni che aderiscono alla Alleanza Atlantica”.

Il Rapporto di Farefuturo evidenzia come negli ultimi anni, l’attenzione all’interno dei Paesi democratici verso le iniziative di regimi autoritari volte a minare la stabilità, nonché i principi e i valori costituzionali, delle democrazie liberali è cresciuto esponenzialmente, in particolare oltreoceano, ma anche nell’Unione europea. Ne sono testimoni le ormai innumerevoli pubblicazioni internazionali che mirano innanzitutto a fare luce sulla natura di tali regimi, i loro obiettivi e le tattiche impiegate, al fine di istruire il dibattito politico e pubblico circa tali temi.

Considerata la dichiarata ambizione egemonica della Repubblica popolare cinese, e la particolare esposizione della Repubblica italiana nei confronti del Partito comunista cinese in un quadro di crescente tensione internazionale, il Rapporto di Farefuturo fornisce una serie di elementi con lo stesso obiettivo quindi di creare innanzitutto conoscenza e dibattito, che saranno poi oggetto del dibattito  durante la presentazione con esperti di geopolitica, ambasciatori e opinion makers, in un confronto a cui sono stati invitati parlamentari di tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione.

A tal fine, questo rapporto - una prima assoluta in lingua italiana - raccoglie delle sintesi di contributi internazionali autorevoli nonché dichiarazioni aperte del regime cinese stesso circa l’opera del Partito comunista cinese di rovesciare i principi e i valori sottostanti le nostre democrazie occidentali, e le varie armi impiegati nel conseguimento di tale obiettivo anche nel nostro Paese. Dal quadro presentato emerge chiaramente quanto Pechino cerchi attivamente di utilizzare le nostre stesse risorse nazionali - i settori economici, tecnologici e strategici, il mondo politico e culturale, e i mass media - non solo per censurare le critiche nei suoi confronti, ma anche per creare una dipendenza sempre maggiore con dei risvolti concreti di sinesizzazione anche del nostro sistema Paese stesso, che mettono a rischio il posizionamento della Repubblica italiana all’interno delle alleanze storiche.

Il rapporto inoltre dedica particolare attenzione al capitolo legato alla pandemia del COVID_19, in quanto abbia reso visibile le incongruenze del regime cinese circa la gestione della crisi e il suo rapportarsi con la comunità internazionale, nonché la sua forte pressione di censura nei confronti di istituzioni nazionali e internazionali. Dalle varie ricostruzioni e contributi contenuti in questo rapporto, emerge un evidente quadro di tentativo di insabbiamento circa lo scoppio e la gestione della pandemia, in violazione delle International Health Regulations e dei Trattati sul Global Health. Inoltre, continua il rifiuto netto di Pechino di aprire ad una vera indagine internazionale e indipendente circa le origini del virus, opera essenziale per evitare simili scenari futuri con impatto devastante sulla popolazione e l’economia mondiale. Come ha rivelato il Rappresentante dell’OMS in Cina il 1° maggio scorso, tutt’ora l’organizzazione creata a tutela della salute mondiale è esclusa dalle indagini nazionali in corso all’interno della Repubblica popolare.

Secondo gli autori del Rapporto, Giulio Terzi e Laura Harth, “L’istituzione di una vera Commissione Internazionale di Inchiesta su origine e modalità di diffusione della pandemia è un dovere per tutta la Comunità Internazionale, una responsabilità per i Governi degli Stati colpiti nei confronti dei loro cittadini, e per lo stesso Governo cinese. Se non vuole essere soltanto simulacro a ulteriori fini propagandistici, tale indagine andrebbe svolta in modo veramente imparziale e tempestiva, e non come attualmente proposta dall’Ams, con bene placet del Presidente Xi Jinping, come un’indagine effettuato dall’Oms sull’operato dello stesso Oms. Organizzazione che, come dimostrato in questo rapporto, ha contribuito in modo significativo alle operazioni di insabbiamento e propaganda da parte di Pechino”.

Pertanto, la Fondazione Farefuturo ritiene che “il fatto che Pechino sia riuscito a capovolgere la richiesta internazionale di una vera e propria indagine tempestiva nelle origini e la gestione della crisi dimostra ancora una volta che quanto descritto in questo rapporto circa la sua opera di minare le regole internazionali, imponendo un sistema con “caratteristiche cinesi”, ha messo e continuerà a mettere in pericolo la salute e la vita della popolazione mondiale. Va ribadito con urgenza la necessità di una vera Commissione internazionale d’Inchiesta, che possa agire in modo tempestivo anche sul territorio cinese per accertare tutte le responsabilità sull’origine e la gestione della crisi.”  

«Escludere le seconde case dal cosiddetto super ecobonus non è solo un errore. Si tratta di un vero e proprio inasprimento fiscale. Meglio sarebbe se il Governo si limitasse a provvedimenti più semplici ed efficaci come la pace fiscale per un anno. Detassare le secondo case, inoltre, significherebbe far ripartire quei Comuni che vivono di turismo».

E’ quanto dichiara il prof. Sandro Simoncini, urbanista e docente a contratto di economia delle imprese all’Università Uninettuno

«La norma sull’ecobonus – continua Simoncini - è contorta: da una parte esclude le unità unifamiliari che non siano abitazione principale, dall’altra agevola le seconde case inserite in condominio. E qui si apre il capitolo delle seconde case bifamiliari che potrebbero essere considerate inserite in condominio. Ma le interpretazioni potrebbero essere le più disparate».

«Insomma – conclude Simoncini – sembra proprio che ogni decreto emanato dall' Esecutivo, oltre a non sortire gli effetti desiderati di rilancio del Paese, sia un contributo alla confusione e all’inasprimento burocratico, mentre aziende e cittadini sono sempre più angosciati da un futuro incerto».

Sono 902.804 i beni recuperati nell’anno passato dai Carabinieri del comando di piazza S. Ignazio, alle dirette dipendenze del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, che oggi conta trecento unità fra i quindici nuclei più una sezione sparsi lungo lo Stivale, il reparto operativo ubicato a Trastevere in via Anicia e i vari uffici, che gestiscono fra l’altro la banca dati più antica ed estesa al mondo (quasi 1.300.000 files di opere da ricercare). È un numero che porta a circa tre milioni i beni resi al pubblico o ai legittimi proprietari in mezzo secolo di storia di questa Unità specializzata.

«L’Italia -afferma il ministro Franceschini- è il Paese che per primo ha investito con convinzione nella tutela e nella salvaguardia del patrimonio culturale. Un lavoro quotidiano e capillare da parte degli uffici e delle soprintendenze del Mibact a cui si affianca l’attività silenziosa e preziosa dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che sono un’eccellenza italiana riconosciuta in tutto il mondo.

Gli ultimi dati dell’attività operativa mostrano risultati molto importanti di cui dobbiamo essere orgogliosi».

La maggior parte dei recuperi del 2019 riguarda il settore antiquariale, archivistico e librario (857.003); a seguire vi sono i reperti archeologici, paleontologici e numismatici provenienti da scavi clandestini (45.801). Per quanto attiene alla contraffazione, sono 1.083 le opere sequestrate: falsi di arte contemporanea – ma non solo – che, qualora immessi sul mercato, avrebbero fruttato alle organizzazioni criminali quasi 200 milioni di euro.

Fra le opere più importanti tornate a casa, un ritratto di Lorenzo Lotto rubato nel 1976 a Firenze e una Madonna del Pinturicchio asportata a Perugia nel 1990. Numerosi i beni rimpatriati a seguito di indagini, rogatorie e interventi della “diplomazia culturale”, come un rilievo dei Della Robbia rientrato dal Canada e il Vaso di fiori del fiammingo Van Huysum che, trafugato nel corso della Seconda guerra mondiale, era rimasto da allora in Germania. Fra le opere di sospetta falsità tolte dal mercato spiccano vari dipinti attribuiti a Modigliani, ma il fenomeno ha colpito artisti di ogni epoca e stile, da Leonardo da Vinci a Giorgio De Chirico, da Andy Warhol a Michelangelo Pistoletto.

Ci sono queste e altre buone notizie, sul contrasto dei traffici d’arte, nella pubblicazione “Attività operativa 2019” edita dal Comando Carabinieri TPC. Registrano un decremento del 27,2% i furti in genere, che sono 345 a fronte dei 474 del 2018. Anche più sensibile il calo di quelli in danno della collettività: presso archivi - 50% (= da 16 a 8), biblioteche - 42,8 % (= da 21 a 12), luoghi di culto - 35,4% (= da 209 a 135), musei - 33,3% (= da 21 a 14).

Al contrario, come si leggerà in dettaglio nel documento, sono aumentati i risultati delle indagini e dei controlli in ambito nazionale: gli arresti e le denunce, le associazioni per delinquere perseguite, le sanzioni amministrative a salvaguardia del paesaggio elevate, in linea con l’articolo 9 della Costituzione.  

In più i carabinieri, forti di una tradizione di difensori del patrimonio comune che risale a Belisario e Raffaello e passa per Antonio Canova, Ugo Ojetti, Rodolfo Siviero e i tanti sovrintendenti alle Belle Arti attivi nell’ultima guerra, hanno dato un contributo anche fuori dai confini.

Lo hanno fatto sul piano investigativo, rintracciando in Italia opere sottratte all’estero, come i 594 dipinti ex voto restituiti al Messico e i 796 antichissimi reperti ridati alla Cina. Oppure attraverso la formazione, svolgendo corsi in Europa, Asia e Africa a favore di tanti partner internazionali. O ancora con l’assistenza sul campo, fornendo esperti in via permanente all’Iraq e, secondo l’esigenza, in altri territori. Giova ricordare che il MiBACT, d’intesa con l’UNESCO, ha originato nel 2015 su iniziativa del ministro Dario Franceschini “Unite4Heritage”: inedite task-force di funzionari italiani e carabinieri del TPC pronte a intervenire per la messa in sicurezza e la conservazione dei beni nei Paesi devastati da conflitti o calamità naturali.

Di particolare rilievo l’operazione “Achei” del 18 novembre, originata dal Nucleo TPC di Cosenza, che ha portato a 23 misure cautelari e 103 perquisizioni sul territorio nazionale, nel Regno Unito, in Francia, in Germania e in Serbia, con ingentissimi recuperi di reperti archeologici trafugati in Italia e all’estero. Le indagini hanno visto l’uso dei droni per l’individuazione degli scavi clandestini e si sono giovate del coordinamento e dello scambio informativo da parte di EUROPOL (sul piano investigativo) e di EUROJUST (sul piano giudiziario).  

Questo, in sintesi, il fatturato di un reparto che, come scrive il generale Roberto Riccardi nella sua introduzione al resoconto annuale, esiste «per restituire allo sguardo di tutti le meraviglie che la nostra civiltà ha prodotto nei secoli».  

Ma il 2019 è stato importante per un’altra ragione. Il Comando TPC ha celebrato al Quirinale il cinquantenario della fondazione, alla presenza del Capo dello Stato, con una mostra di capolavori recuperati fra i quali si citano la Triade Capitolina, il Cratere di Eufronio, la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, una Sacra Famiglia del Mantegna, il Giardiniere di Van Gogh e il Cabanon de Jourdan di Cézanne. Per la ricorrenza sono stati realizzati un libro, una moneta, una serie di francobolli e ulteriori mostre. L’ultima dell’anno si è svolta in ottobre al quartier generale UNESCO di Parigi con una padrona di casa d’eccellenza, la direttrice generale Audrey Azoulay.      a

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