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Il 6 febbraio si celebra nei Paesi Nordici, ed in alcune sparse comunità, la Giornata, o Giorno Nazionale del Popolo Sámi, celebrazione che ha avuto una particolare riviviscenza negli ultimi anni, anche in sintonia con la profonda rivalutazione della storia e della cultura un popolo, il Sámi, che viene citato come l’unico popolo indigeno europeo.

La data della festa segna l'anniversario del primo congresso Sámi che si tenne a Trondheim, Norvegia, nel 1917; il congresso fu un evento storico, in quanto riunì i Sámi norvegesi e svedesi oltre i confini nazionali per discutere di questioni e soluzioni comuni. Il congresso adottò anche una risoluzione per stabilire una bandiera e un inno Sámi.  

Il Giorno Nazionale dei Sámi fu riconosciuto ufficialmente nel 1992, al 15° congresso Sámi a Helsinki, Finlandia, e la prima celebrazione ebbe luogo nel 1993, coincidendo con l'Anno Internazionale dei Popoli Indigeni delle Nazioni Unite. Da allora, il Giorno Nazionale dei Sámi è celebrato dalle comunità e dalle organizzazioni Sámi nei quattro paesi di loro diffusione, Norvegia, Svezia,Finlandia e Russia, così come dal pubblico generico. Le celebrazioni includono tipicamente l'esposizione della bandiera, il canto dell'inno, l'indossare abiti tradizionali, la partecipazione a eventi culturali e il consumo di cibo tradizionale.

Il Giorno Nazionale dei Sámi costituisce un simbolo di orgoglio, identità e solidarietà per un popolo che ha affrontato discriminazione, oppressione e assimilazione lungo la sua storia;. in questa circostanza, si focalizza anche consapevolezza e riconoscimento della cultura, della lingua e dei diritti Sámi nella società più ampia.

I simboli Sámi

Il significato della bandiera Sámi ben rappresenta il popolo e la cultura di questo popolo, indigeno, sparso, come citato, delle regioni di Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. La bandiera fu disegnata dall'artista Sámi Astrid Båhl nel 1986, basandosi su una poesia di Anders Fjellner che descriveva i Sámi come figli e figlie del sole.

La bandiera ha quattro colori: rosso, blu, verde e giallo, che riflettono i colori degli abiti tradizionali Sámi e della natura. I cerchi rossi e blu al centro simboleggiano il sole e la luna, che sono elementi importanti della visione del mondo e della spiritualità Sámi.  La poesia di Anders Fjellner ispiratrice del vessillo,  "Päiven Pārne'" ("Figli del Sole"), fu pubblicata per la prima volta nel 1840, come parte di un'opera epica intitolata "La saga dei Sámi". Secondo la legge sul diritto d'autore della Svezia, dove nacque Fjellner, che morì nel 1876, la sua poesia è entrata nel pubblico dominio nel 1946, e quindi può essere liberamente copiata, tradotta e diffusa senza violare il suo diritto d'autore. 

Eccone un estratto  :

Inno Sámi (tradotto da "Samefolkets sang" di Anders Fjellner)

“Dalla montagna innevata, dal fiordo profondo, dove il vento canta la sua canzone selvaggia, un antico popolo si è radunato, Con orgoglio porta la bandiera Sámi.

Sámi, Sámi, uniti nella libertà, Figli del sole e della neve, la nostra terra si estende verso l'aurora boreale, dove la renna corre libera e selvaggia.

Attraverso la tundra e le foreste di betulle, dove il sole di mezzanotte illumina il cielo, le nostre tradizioni vivono ancora, nelle canzoni e nelle storie che ci tramandiamo.

Sámi, Sámi, uniti nella libertà, Figli del sole e della neve, La nostra terra si estende verso l'aurora boreale, Dove la renna corre libera e selvaggia.

Uniti nella forza e nella resistenza, contro l'oppressione e l'ingiustizia, la nostra bandiera sventola alta e fiera, simbolo di speranza e di un futuro migliore.

Sámi, Sámi, uniti nella libertà, figli del sole e della neve, la nostra terra si estende verso l'aurora boreale, dove la renna corre libera e selvaggia.

Sámi, Sámi, il nostro canto risuona, attraverso le valli e le montagne, un popolo forte e orgoglioso, uniti per sempre nella terra Sámi”.

L'autore dell'inno nazionale Sámi è Isak Saba, un poeta e politico Sámi nato in Norvegia nel 1875. Saba scrisse il testo dell'inno, intitolato Sámi soga lávlla ("Il canto del popolo Sámi"), in lingua Sámi settentrionale nel 1906, e fu pubblicato per la prima volta sulla rivista ‘Saǥai Muittalægje’, diventando presto popolare tra i Sámi di diversi paesi. Nel 1986, il canto fu adottato come inno ufficiale dei Sámi, e nel 1992 fu musicato dal compositore norvegese Arne Sørli

 

Il velivolo dell’Aeronautica Militare era in addestramento in volo quando è arrivato l’ordine di scramble per intercettare un velivolo civile di nazionalità francese che aveva perso le comunicazioni radio

Si è concluso nelle prime ore del pomeriggio di oggi l’intercettazione di un velivolo privato civile – un Socata TBM 700 - di nazionalità francese partito da Atene con rotta su Palermo che, giunto nello spazio aereo italiano, non ha risposto alle previste comunicazioni radio – in gergo tecnico Comloss – con gli enti deputati al controllo del traffico aereo, facendo così scattare la procedura di allarme e intercettazione.

Il velivolo dell’Aeronautica Militare, un caccia F-2000 Eurofighter del 37° Stormo di Trapani, già in volo dalle ore 14 per un’attività addestrativa ma pronto a intervenire in caso di emergenza reale, ha immediatamente risposto alla richiesta di attivazione da parte delle agenzie di controllo della difesa aerea italiane e, sotto la guida del 22° gruppo Radar di Licola (Na), ha raggiunto il velivolo civile intorno alle ore 15, a circa 29.000 piedi (circa 10.000 metri di altezza).

Effettuata la prevista visual identification (VID) per accertare che non vi fossero condizioni di emergenza o di minaccia alla sicurezza., il monomotore francese ha ripristinato correttamente le comunicazioni radio e proseguito la sua rotta. A questo punto anche l’Eurofighter ha ripreso la sua attività per rientrare al 37° Stormo intorno alle ore 15.40.

L’Aeronautica Militare assicura senza soluzione di continuità la sorveglianza dello spazio aereo nazionale. Il sistema di Difesa Aerea nei confronti della minaccia militare, fin dal tempo di pace, è sotto il controllo della NATO che, tramite il Combined Air Operation Centre (CAOC) di Torrejon (Spagna), effettua la sorveglianza dello spazio aereo a sud delle Alpi, dalle isole Canarie alla Turchia e dalle isole Azzorre alla Romania.

Il servizio è garantito – per la parte sorveglianza, identificazione e controllo – dall’11° Gruppo Difesa Aerea Missilistica Integrata (DAMI) di Poggio Renatico (Fe) e dal 22° Gruppo Radar di Licola (Na), mentre l’intervento in volo è assicurato da quattro basi: 4° Stormo di Grosseto, 36° Stormo di Gioia del Colle, 37° Stormo di Trapani Birgi e 51° Stormo di Istrana, quest’ultimo stabilmente a partire dall’aprile 2020. Tutti gli stormi citati sono equipaggiati con velivoli caccia di quarta generazione Eurofighter.

Da marzo 2018, inoltre, nel sistema di difesa aerea nazionale sono stati integrati anche i velivoli F-35A del 32° Stormo di Amendola, che contribuiscono, con specifiche capacità operative e tecnologia di ultima generazione, alla difesa dei cieli italiani e che sono stati i primi aeroplani di 5^ generazione ad essere stati impiegati dalla NATO per sorvegliare lo spazio aereo dell’Alleanza in una operazione NATO di Air Policing.

 Fonte :

Aeronautica Militare
Stato Maggiore – V Reparto “Comunicazione”

 

A Roma nella sala della Protomoteca in Campidoglio si è tenuta martedì scorso la giornata di "formazione per la prevenzione e il contrasto alle Mutilazioni Genitali Femminili". A presenziare a questo importante appuntamento, l’Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute, Barbara Funari, l’Assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli, l’Assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro, Claudia Pratelli, di Roma Capitale, il Commissario Straordinario della ASL Roma 1 Giuseppe Quintavalle e la Vicedirettrice di Amref Health Africa-Italia, Roberta Rughetti.
Le mutilazioni genitali femminili sono pratiche tradizionali che vengono eseguite principalmente in 28 Paesi dell’Africa sub-sahariana per motivi non terapeutici. 
Oltre 200 milioni di donne in tutto il mondo convivono con le conseguenze della mutilazione genitale. In Europa, più di 600.000 donne e ragazze hanno subito le MGF nei paesi di origine e altre 180.000 sono a rischio ogni anno (UNHCR). L'Italia ospita uno dei maggiori numeri di donne escisse, con oltre 87.000 casi, principalmente a causa del flusso migratorio femminile da Paesi ad alta prevalenza di MGF. Sebbene costituiscano un grave rischio per la salute delle donne e delle bambine con gravi, e spesso irreversibili, conseguenze psicofisiche sia a breve che a lungo termine, le MGF sono radicate in molte comunità come pratica sociale tradizionale. L’iniziativa rende concreto il protocollo d'intesa, sottoscritto ad aprile, 2023 per avviare una rete territoriale di prevenzione e contrasto delle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) sulle minori straniere nel territorio di Roma.
"La forza di questa ampia rete, che ringrazio, è stata quella - spiega l'assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari - di strutturare un'idea di intervento con responsabilità condivise. L’attuazione del protocollo approvato dalla Giunta, grazie all’impegno importante del SaMiFo e alla collaborazione di tanti attori, si manifesta nelle scelte concrete delle Politiche che sta portando avanti Roma Capitale. Non è facile fare emergere la storia di queste donne e bambine, e soprattutto è difficile intervenire per accompagnarle poi in un percorso e riuscire a dare delle risposte adeguate ai loro bisogni. È un tema trasversale di diritto alla salute che stiamo cercando di approfondire in tutti i servizi dell’accoglienza dei migranti”.
"Il rispetto della persona è sempre al centro nelle nostre scelte – ha proseguito l’Assessore alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli - il nostro compito è quello di aumentare il livello di consapevolezza sia delle persone che subiscono queste pratiche che di chi si confronta con loro. Qualunque forma di mutilazione genitale femminile rappresenta una grave violazione dei diritti delle bambine, delle ragazze e delle donne, ivi compreso il loro diritto alla non discriminazione e all’autodeterminazione". 
“Il protocollo di intesa che abbiamo firmato ormai un anno fa – ha commentato l’Assessore Pratelli- rappresenta davvero qualcosa di importante: l’avvio di una collaborazione in cui tutti i soggetti coinvolti esprimono l’impegno e l'interesse a fare la propria parte per promuovere da un lato la prevenzione e dall'altra il superamento di una pratica che ha radici lontane. Dunque mi sento di dire che questa è un percorso preziosissimo perché ci consente di tenere insieme aspetti molto complessi che hanno a che fare con i diritti umani e con il rispetto di tutte le culture, con l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne a partire dalle più giovani. In questo senso la scuola gioca un ruolo fondamentale. Noi, su questo terreno stiamo investendo molto, perché siamo convinti che la scuola sia il luogo per eccellenza dell'incontro, della crescita, dell'emancipazione”.
“Come ASL Roma 1 faremo in modo di trasmettere alle altre realtà sanitarie gli assiomi di questo protocollo – ha proseguito Giuseppe Quintavalle, Commissario Straordinario della ASL - Generare un cambiamento è sempre difficile, tanto più quando si cerca di scardinare riti di passaggio antichi che coinvolgono a vario titolo il rapporto con la collettività. Dobbiamo aumentare le nostre conoscenze e agire sulla prevenzione primaria, essere facilitatori in questo passaggio culturale nell’interesse della persona e nel rispetto massimo dei diritti. I mediatori culturali possono essere il volano per proteggere chi ha già subito una mutilazione e porta dentro di sé un trauma difficili da superare. Da parte della ASL Roma 1, il massimo impegno per tutte le progettualità future di inclusione, perché sono convinto che il vero cambiamento debba passare attraverso ognuno di noi.” 
“Dobbiamo far emergere questa pratica per debellarla. Per farlo – ha concluso la Vicedirettrice di Amref Health Africa-Italia, Roberta Rughetti - come ci insegna l'Africa, è necessario ascoltare e costruire percorsi alternativi guidati dalle comunità. Sono convinta che, dopo questo incontro, ognuno tornerà a casa con nuovi strumenti, nuovi alleati, per creare una rete che metta al centro la salute delle donne.”
La giornata - nel corso della quale è stata presentata anche l’indagine "Mutilazioni genitali femminili: che ne sai? " e che ha coinvolto 85 strutture Sai (Sistema Accoglienza Integrazione di Roma Capitale) - è organizzata dagli aderenti al Protocollo d'Intesa Rete territoriale di prevenzione e contrasto delle MGF sulle minori straniere – Roma, firmato a conclusione del Progetto FAMI P-ACT (Amref Health Africa Onlus; ASL Roma 1; Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute Roma Capitale; Assessorato alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità Roma Capitale; Assessorato alla Scuola, Formazione e Lavoro Roma Capitale; Cooperativa Roma Solidarietà - Ente promosso dalla Caritas Diocesana di Roma; CIES Onlus; CPIA 3; Focus Casa dei Diritti Sociali; Società Italiana di Pediatria Gruppo di Lavoro Nazionale per il Bambino Migrante) e hanno contribuito all’organizzazione anche il Centro Salute Globale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, il Centro Regionale MGF dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e la Società Italiana Medicina delle Migrazioni.

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