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Nuovo appuntamento giovedì 21 maggio alla Triennale di Milano con le Lectio Magistralis di AFIP, cartellone di incontri con i più grandi esponenti italiani della fotografia. Titola L’occhio come mestiere la serie di riflessioni che in quest’occasione Cesare Colombo condivide con il pubblico, sollecitato nel dialogo da Giovanna Calvenzi: una scelta che richiama l’omonimo libro che lo stesso Colombo pubblicò, nel 1970, a quattro mani con Gianni Berengo Gardin.

Un volume importantissimo per ampliare il dibattito dalla fotografia pura e semplice alle molteplici e articolate declinazioni che la disciplina ha assunto in quella che a pieno titolo definiamo società dell’immagine; un concetto che ribadisce con forza la sua straordinaria modernità, a maggior ragione oggi, a fronte della democratizzazione della produzione e fruizione delle fotografie stesse.

Fotografo e photo-editor, ma anche pubblicitario ed esperto di comunicazione: nel corso della sua lunghissima carriera Colombo ha ricoperti ruoli diversi, rendendosi di fatto uno dei testimoni più autorevoli dell’evoluzione della filiera dell’immagine; un impegno trasversale, il suo, che lo avvicina pertanto a Calvenzi, lei stessa photo-editor, docente e curatrice, grande teorica della fotografia contemporanea.

Gli incontri, tutti a ingresso gratuito (fino a esaurimento posti), proseguiranno giovedì 4 giugno con Fabio Bucciarelli e Stefano Citati (Il Fotogiornalismo oggi: l'eredità classica e il digitale), giovedì 18 giugno con Gabriele Croppi e Mariateresa Cerretelli (La Metafisica del paesaggio urbano), giovedì 2 luglio con Gian Paolo Barbieri e Maurizio Rebuzzini (Eleganza naturale), e si chiuderanno giovedì 16 luglio con Giovanni Gastel e Giuseppe Di Piazza (La rinascita della fotografia).

L’iniziativa Lectio magistralis di fotografia e dintorni è promossa da AFIP International e CNA Professioni, realizzata in collaborazione con La Triennale di Milano, il Maxxi - Museo Nazionale delle Arti del XII secolo di Roma, GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale), Milano Photofestival e con il contributo di Epson, Canon, Nikon.

Oltre a ciò, l’attività dell’AFIP International si concretizza con una serie di eventi, quali conferenze, mostre dove verranno segnalati gli eventi più interessanti e saranno discussi i temi e gli argomenti legati alla fotografia e alla professione.

L’AFIP nasce nel 1960 da un gruppo di fotografi e vede tra i primi associati Aldo Ballo, Davide Clari, Giancolombo, Mario Dainesi, Gianni Della Valle, Luciano Ferri, Gian Greguoli, Edoardo Mari, Paolo Monti, Alfredo Pratelli, Italo Pozzi, Gian Sinigaglia, Fedele Toscani e Roberto Zabban, col proposito di rinnovare tecnicamente e culturalmente il mestiere della fotografia, difendendo la libera professione, rivolgendosi soprattutto alla produzione industriale e pubblicitaria, alla moda, all’editoria.

Il nuovo direttivo dell’AFIP International è composto da Giovanni Gastel (presidente), Alfredo Pratelli (presidente onorario), Giuseppe Biancofiore (vicepresidente), Andreas Ikonomu (segretario), Sauro Sorana (tesoriere), Antonio Mecca (portavoce), Debora Barnaba, Silvia Bottino, Gianluca Cisternino, Roberto Ghislandi, Annalisa Mazzoli, Marirosa Toscani Ballo, Giovanni Mereghetti.

Cesare Colombo (1935)  è protagonista da più di cinquant’ anni nella fotografia, e in generale nella comunicazione visiva. Affianca al lavoro di ripresa (architettura, reportage per l’industria, illustrazione editoriale) un impegno di ricerca sulle immagini storiche.  Nelle sue foto è prevalente l’interesse per l’uomo, protagonista dinamico dell’inquadratura ma anche simbolo della condizione sociale odierna. Significativa è la sua antologia Milano veduta interna (Alinari, 1990, testi di Roberta Valtorta e Corrado Staiano). In seguito, un completo percorso attraverso le sue immagini viene raccolto nel fotolibro Life Size, Photos 1956-2006 Ed Imagna 2009 con testo di Giovanna Calvenzi  Nel 2012 è uscito un altro fotolibro sulla sua città Milano. Ingresso libero sempre curato da Giovanna Calvenzi nella collana della Fiaf “Grandi Autori della Fotografia Contemporanea “. Nel 2013 è uscito infine il libro Cesare Colombo, con Simona Guerra. La camera del tempo Ed. Contrasto  dedicato alla vita e all’ opera dell’ autore.
Come studioso dell’ immagine, oltre a molti saggi critici, Cesare Colombo nel 2004 ha curato per le Ed. Agorà l’ antologia Lo sguardo critico.Cultura e fotografia in Italia 1943-68. Come ricercatore ha prodotto mostre e fotolibri per editori ed enti pubblici, tra cui citiamo L’uomo a due ruote (1987); Tra sogno e bisogno e Occhio al cibo per Coop (1985 e 1990); Scritto con la luce per Electa (1987); La fabbrica di immagini per Alinari (1988); Un paese unico. Italia, fotografie 1900-2000,ancora per Alinari; Ferrania. Storie e figure di cinema e fotografia (De Agostini, 2004); AnniCinquanta. La Fotografia (Artificio-Skirà, 2005); Cento anni di imprese (Alinari / 24 Ore Cultura, 2010)

Giovanna Calvenzi si è laureata in Lettere nel 1973, ha insegnato storia della fotografia e linguaggio fotografico per undici anni e contemporaneamente ha collaborato con diversi periodici con testi sulla fotografia. Dal 1985 a oggi ha lavorato come photo editor per numerose testate. Dal 2012 è consulente per l’immagine per il gruppo Periodici San Paolo, a Milano. Insegna photo-editing presso il Centro di Formazione Professionale Riccardo Bauer di Milano. Ha collaborato alla realizzazione di mostre e libri fotografici e svolge un’intensa attività di ricerca sulla fotografia contemporanea. Nel 1998 è stata direttore artistico dei Rencontres Internationales de la Photographie di Arles e nel 2002 guest curator di PhotoEspaña a Madrid. Nel 2014 è stata "delegato artistico" del Mois de la Photo a Parigi.

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In questi giorni, fra le sontuose mura del “Museo Gipsoteca di Canova” di Possagno (Treviso) si è svolto, con grande successo, il vernissage di un importante appuntamento artistico di grande richiamo, organizzato da “Spoleto Arte”, che vede esporre numerosi artisti di consolidata fama, in un’imponente mostra collettiva.

Fra gli spazi espositivi di questa scenografica cornice, dal 9 maggio al 2 giugno 2015, si svolgerà questo prestigioso viaggio d’impronta cosmopolita attraverso l’arte, con ingresso libero, attraverso il quale è possibile ammirare le opere di una selezionata lista di artisti contemporanei, fra i quali la pittrice di origine russo-uzbeca Aida.

Un esclusivo evento di portata internazionale, organizzato dal manager della cultura Salvo Nugnes, presidente dell’Associazione “Spoleto Arte”, che ha visto ospite d’eccezione il critico d’arte Prof. Vittorio Sgarbi il quale, con ineccepibile competenza in materia, grazie ai suoi autorevoli e preziosi interventi, ha animato e reso ancor più coinvolgente la serata di inaugurazione.

Interessante la visita guidata all’interno del Museo, nel corso della quale il Prof. Sgarbi ha sapientemente illustrato le incantevoli sculture del famoso Maestro neoclassico Antonio Canova, affascinando gli ospiti presenti.

La pittrice Aida, già inserita nel parterre di artisti in esposizione nell’ambito delle grandi mostre di “Spoleto Arte”, con le sue creazioni artistiche, è considerata una fra gli artisti di spicco presenti in questa mostra espositiva in collettiva. Attraverso il suo stile, che riflette il contemporaneo, l’artista dialoga con lo spettatore in modo sinergico ed immediato avvalendosi di colori vivaci, decisi che intendono rappresentare il suo stato emotivo.

Protagonista per eccellenza delle sue opere è la donna, alla quale l’artista conferisce in modo efficace una femminilità spiccata, unita ad una forte personalità: entrambe caratteristiche che appartengono al suo modo di essere. L’immagine femminile che ci propone è delicata, intrisa di sensualità e fascino, all’interno dei quali si percepisce un significativo coinvolgimento della sfera emozionale.

La sua fonte d’ispirazione è sicuramente l’Impressionismo e l’utilizzo di colori cangianti, carichi di luce, rimanda efficacemente a chiari riferimenti simbolici, oltre a conferire una spiccata vitalità all’immagine rappresentata.

Il risultato è un impatto di notevole intensità e lo spettatore non può che rimanere affascinato ed avvolto da questa atmosfera magica, carica di suggestioni, con in più la curiosità di andar oltre all’immagine stessa, in cerca di nuove emozioni.

Sempre con grande raffinatezza, offre spunti in grado di far conoscere al suo pubblico i profondi tumulti dell’animo, dando voce alla sua interiorità, attraverso un’analisi introspettiva.

L’emozione visiva entra in stretto contatto con l’istinto, prescindendo dall’aspetto razionale, per entrare in una commistione fra realtà e fantasia, che si intercalano vicendevolmente.

Aida ha compiuto gli studi nella sua Terra d’origine, fino al conseguimento della laurea in Lettere e Scienze Culturali. Nel 1998 si trasferisce in Italia, un Paese che ama moltissimo, e frequenta la vecchia scuola di ceramica di Gualdo Tadino (Perugia), dove entra in contatto con grandi artisti, come Fulberto Frillici, Nedo da Gualdo, Angelo Carini.

L’incontro con il Maestro d’arte Arnaldo Pauselli ha segnato il suo ufficiale ingresso nel mondo dell’arte, costellato di successi e soddisfazioni. Attraverso l’Associazione Culturale “NautArtis” di Gubbio, fondata da Pauselli, l’artista ha avuto l’opportunità di partecipare a mostre collettive e recentemente a giurie di Rassegne di carattere internazionale.

Le sue numerose opere sono state finora esposte a Roma, Milano, Gubbio, Costacciaro, Camogli, Santa Margherita Ligure, Genova, Riccione, Macerata, Yesi, Forlì, Fano ed altre città.

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Dal 1 aprile al 26 luglio 2015 Fondazione Roma Museo-Palazzo Cipolla presenta una ambiziosa operazione culturale che ha il suo principale centro propulsore nella mostra Barocco a Roma. La meraviglia delle arti. Come nell’immagine metaforica del «sole barberiniano», l’evento espositivo si colloca nel mezzo di un originale «sistema eliocentrico», i cui raggi sono rappresentati da una ricca serie di iniziative, presso alcuni tra i principali siti barocchi della città. La mostra, infatti, oltre ad essere una preziosa occasione di conoscenza, studio e aggiornamento sulle tematiche del periodo e i suoi protagonisti, offre l’opportunità di valorizzare il patrimonio storico-artistico ed architettonico barocco del territorio. L’operazione, nata dalla determinata volontà del Presidente della Fondazione Roma, il Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, trova nella Fondazione Roma-Arte-Musei il nucleo aggregativo di numerose istituzioni pubbliche, private ed ecclesiastiche, le quali, grazie a questa, fanno sistema con la rassegna Barocco a Roma. La meraviglia delle arti offrendo una serie di eventi satellite correlati: itinerari esclusivi (Musei Vaticani), tour tematici con partenza dalla sede espositiva di Palazzo Cipolla (Complesso di Sant’Ivo alla Sapienza; Oratorio dei Filippini; Cappella dei Re Magi presso Propaganda Fide; Galleria Doria Pamphilj),percorsi barocchi (Musei Capitolini; Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini), visite speciali (Palazzo Colonna), mostre di approfondimento (Museo di Roma-Palazzo Braschi; Palazzo Chigi in Ariccia;Sala Alessandrina presso l’Archivio di Stato), giornate di studio, convegni, concerti e la rievocazione storica di Castel Sant’Angelo, con una mostra, la regata e la girandola di fuochi pirotecnici che celebrano la festa dei santi Pietro e Paolo.
«Sono lieto – dichiara il Presidente della Fondazione Roma, Prof. Avv. Emmanuele Francesco MariabEmanuele – di presentare al pubblico la mostra Barocco a Roma. La meraviglia delle Arti, che si colloca nel programma artistico del Museo Fondazione Roma, rivolto ad illustrare l’importanza della Città Eterna nella cultura mondiale. Dopo le esposizioni dedicate al Quattrocento romano (2008), al Settecento (2010), e al Cinquecento (2011), ora è la volta del Seicento, il secolo del Barocco, di cui Roma fu la ‘capitale il centro propulsore dal quale partì un movimento artistico che superò i confini italiani, creando un’estetica ed un linguaggio di respiro universale. Roma, in questo senso, fu letteralmente caput mundi».
«Il vero valore aggiunto della mostra – prosegue il Prof. Emanuele – risiede però nella più ampia operazione culturale, che abbiamo chiamato Barocco a Roma, e che ruota, con una ricca offerta di eventi satellite, intorno alla mostra. Il Museo Fondazione Roma funge da capofila di un significativo e variegato numero di soggetti, pubblici e privati, che operano nel campo della cultura a Roma rendendo possibile la sinergia, da me tanto auspicata, tra enti di diversa origine».
«Con questa nuova mostra – conclude il Presidente della Fondazione Roma – abbiamo raccontato un capitolo della storia dell’arte italiana e mondiale attraverso lo straordinario patrimonio artistico del Barocco a Roma. Tale progetto è pienamente in linea con il percorso che sta snodando da tempo la Fondazione Roma-Arte-Musei e teso al raggiungimento di un duplice obiettivo; da un lato valorizzare la storia dell’arte a Roma; dall’altro mostrare l’influenza che questa ha esercitato nel mondo, da cui, a sua volta, si è lasciata ispirare per quella eccezionale osmosi che solo la cultura è in grado di creare. In tal senso, oggi la cultura è anche una grande leva di sviluppo a nostra disposizione, l’‘energia pulita’, come
sono solito definirla, in grado di riavviare il motore della nostra economia. Questa linea di pensiero dovrebbe guidare l’azione della classe dirigente, tanto più in un difficile momento storico come quello che stiamo vivendo e che proprio nella valorizzazione del patrimonio culturale può trovare una occasione unica, e forse irripetibile, di riscatto».
La mostra Barocco a Roma. La meraviglia delle arti si propone come esperienza unica per conoscere l’«universo» barocco, prefigurato dalla poetica di Annibale Carracci – che già alla fine del ’500 anticipò unlinguaggio pittorico decisamente nuovo per l’epoca – fino alle esperienze ascensionali del Baciccio. La mostra è il punto di partenza di un irripetibile viaggio nel Barocco a Roma, la città che nel Seicento divenne
il centro culturale del mondo attirando a sé una infinita congerie di artisti italiani e stranieri, che, stimolati dalla politica della Chiesa, si «sfidarono» toccando i vertici di una creatività senza eguali. La pittura, la scultura, l’architettura e l’urbanistica raggiunsero allora i massimi livelli; la mostra mira a svelarne il fascino attraverso la ricostruzione del percorso creativo dell’artista, dall’idea progettuale – sono esposti in mostra, tra l’altro, studi, bozzetti, schizzi, piante e sezioni architettoniche – fino all’opera compiuta, anche oltre il perimetro della mostra.
La mostra presenta al pubblico quasi 200 opere – tra dipinti, sculture, disegni, medaglie e oggetti –dislocate e contestualizzate in uno spazio visivo ispirato alle inquiete architetture del Borromini; una cornice di grande suggestione, che rispecchia la tradizionale cura del Museo per gli allestimenti. Tra le opere più ricercate troviamo il disegno riferibile a Ciro Ferri tratto dagli affreschi di Pietro da Cortona per palazzo Pamphilj a piazza Navona e il Contro-progetto del colonnato di piazza San Pietro di Gian Lorenzo Bernini. Si possono ammirare anche i bozzetti del Bernini per le statue di ponte Sant’Angelo e per l’Estasi diSanta Teresa (provenienti dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo); il prezioso arazzo Mosè bambino calpesta la corona del faraone su cartone di Nicolas Poussin e Charles Le Brun (proveniente dal Mobilier National di Parigi) nonché disegni progettuali di Francesco Borromini e Pietro da Cortona. Altri capolavori che arricchiscono l’evento della mostra sono: Ritratto di Costanza Bonarelli del Bernini (Museo delBargello), Atalanta e Ippomene di Guido Reni (Museo di Capodimonte), Trionfo di Bacco di Pietro da Cortona (Musei Capitolini), Santa Maria Maddalena penitente con due angeli di Giovan Francesco Barbieridetto il Guercino (Musei Vaticani), Il Tempo vinto dalla Speranza e dalla Bellezza di Simon Vouet (MuseoNacional del Prado). Nel percorso espositivo spiccano le due composizioni con gli Angeli musici di Giovanni Lanfranco – opere sopravvissute all’incendio della Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini a Roma – mai esposte sino ad ora dopo il tragico evento risalente all’Ottocento. I dipinti saranno presentatiper la prima volta in mostra dopo il restauro realizzato grazie all’intervento della Fondazione Roma-Arte-Musei, che ha voluto compiere un gesto significativo restituendo finalmente queste due importanti opered’arte alla città di Roma e alla visibilità collettiva. Al termine dell’esposizione gli Angeli, dopo due secoli di oblio, ritorneranno nella loro chiesa di via Veneto. La rassegna vanta ulteriori e importanti prestiti concessidai più autorevoli musei del mondo, tra cui: Musée du Louvre e Mobilier National et des manufactures desGobelins di Parigi, Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, Kunsthistorisches Museum e Albertina
Museum di Vienna, Museo Nacional del Prado di Madrid, Staatliche Museen di Berlino, Victoria & Albert Museum di Londra, Musei Vaticani, oltre ai principali istituti museali italiani (Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini, Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Corsini, Galleria Borghese, Galleria Spada, Musei Capitolini, Palazzo Chigi in Ariccia, Galleria degli Uffizi, Museo Nazionale del Bargello, Museo Nazionale di Capodimonte).
La mostra Barocco a Roma. La meraviglia delle arti è la chiave che apre l’«invisibile», poiché offre al visitatore la possibilità, davvero unica, di proseguire il percorso tradizionale ed entrare così in alcuni tra iprincipali luoghi barocchi della città solitamente preclusi al pubblico. Una vera e propria esperienza sensoriale, quindi, che si compie appieno nella «meraviglia delle arti».
In occasione della mostra saranno infatti eccezionalmente aperte, in alcuni giorni della settimana, la chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, capolavoro architettonico di Francesco Borromini e la Sala Alessandrina presso il Complesso di Sant’Ivo, dove sarà allestita una mostra documentaria dedicata all’importante sitoborrominiano dal titolo La fabbrica della Sapienza. L'università al tempo di Borromini. Merita una particolare menzione l’itinerario esclusivo pensato all’interno dei Musei Vaticani, del Palazzo Apostolico, della Basilica di San Pietro e la visita alla Scala Regia, anch’essa preclusa al pubblico, per raggiungere il Baldacchino, l’altare della Cattedra e il monumento funebre a Urbano VIII. In aggiunta, alcuni itinerari
barocchi, appositamente studiati, permetteranno di percorrere gli spazi dei Musei Capitolini, della Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini e delle gallerie Doria Pamphilj (in cui si segnala tra l’altro ilcelebre busto di Innocenzo X realizzato da Bernini) e Colonna (con i paesaggi di Gaspard Dughet). In via eccezionale, e solo per la durata della mostra, il visitatore potrà accedere ad alcuni luoghi preclusi allafruizione: la Cappella dei Re Magi (opera del Borromini e teatro della sfida con il suo storico rivale Bernini)e l’esclusiva «Sala Borromini», nell’Oratorio dei Filippini.ernini) e Colonna (con i paesaggi di Gaspard Dughet). In via eccezionale, e solo per la durata della mostra, il visitatore potrà accedere ad alcuni luoghi preclusi allafruizione: la Cappella dei Re Magi (opera del Borromini e teatro della sfida con il suo storico rivale Bernini) e l’esclusiva «Sala Borromini», nell’Oratorio dei Filippini.Completano questa rosa di eventi due appuntamenti espositivi presso il Museo di Roma-Palazzo Braschi,con Feste barocche e Palazzo Chigi in Ariccia con Ritratto e Figura da Rubens a Giaquinto.
La meraviglia delle arti, presso Palazzo Cipolla, è accompagnata da un ricco calendario di conferenze, attraverso le quali sarà possibile approfondire alcuni aspetti salienti del Barocco grazie alla partecipazione di studiosi e critici d’arte. Si segnala, in particolare, il convegno L’Altro Seicento.
Libertinismo e Arte a Roma nel secolo delle rivoluzioni scientifiche, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Rientrano nell’ambito di questa articolata operazione culturale, tesa a raccontare un capitolo della storia dell’arte italiana e mondiale attraverso lo straordinario patrimonio artistico del Barocco, anche alcune opere editoriali di grande pregio, come Vaticano Barocco (Jaka Book, 2014) e l’edizione italiana dell’Atlante del Barocco mondiale (L’Erma di Bretschneider, 2015), la cui pubblicazione è stata realizzata con il sostegno della Fondazione Roma-Arte-Musei.
La mostra, con gli eventi satellite che da essa si dipanano, è un appuntamento imperdibile per chiunque voglia scoprire o ri-scoprire l’esperienza estetica e le multiformi sensazioni emanate dal «palcoscenico» barocco di quello che è definito il «gran teatro» del mondo, in una sola parola, Roma.
L’esposizione si articola in quattro sezioni:
1. Le radici del Barocco;
2. L’estetica barocca sotto Urbano VIII;
3. Teatralità e scenografia nell’arte della metà del secolo;
4. Il paesaggio e il grande spettacolo della natura.
Partendo dai pontificati dei «papi del Barocco» (Urbano VIII Barberini, Innocenzo X Pamphilj e Alessandro VII Chigi), esse raccontano le radici del movimento e la sua estetica, la teatralità e la scenografia, il paesaggio e il grande spettacolo della natura.
Le radici del Barocco, pone le premesse – ovvero le componenti e le caratteristiche –del movimento, introducendo il tema degli affetti e dell’estasi attraverso le opere dei maggiori esponenti del periodo presenti a Roma, tra cui, per citarne alcune, Santa Margherita di Annibale Carracci; Atalanta e Ippomene di Guido Reni; Madonna con il Bambino, Sant’Antonio Abate e San Giacomo Maggiore di Giovanni
Lanfranco; Santa Maria Maddalena penitente con due angeli di Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino; Autunno di Pietro e Gian Lorenzo Bernini; San Sebastiano curato dalle pie donne di Simon Vouet; San Sebastiano curato dagli angeli di Pieter Paul Rubens.
L’estetica barocca sotto Urbano VIII, è dedicata al rapporto fra Urbano VIII e l’estetica barocca segnata dal suo pontificato, con le imprese grandiose di palazzo Barberini, la creazione di capolavori come il Baldacchino di San Pietro e la presenza dei grandi artisti stranieri a Roma – Poussin,Lorrain, Vouet e Van Dyck – che vanno definendo ancor meglio le caratteristiche del movimento artistico.
Di rilievo, in questa sezione, il Ritratto di Virginio Cesarini di Antoon van Dyck e il Ritratto di Costanza Bonarelli del Bernini
Teatralità e scenografia nell’arte di metà secolo, presenta disegni, bozzetti, dipinti e medaglie che testimoniano l’eccezionale produzione artistica capace di trasformare la città di Roma, dal
punto di vista urbanistico-architettonico e ornamentale, nella capitale del Barocco, modello inarrivabile per tutta Europa. Fulcro della sezione sono gli studi preparatori per la realizzazione del celeberrimo Tridente viario di Piazza del Popolo, delle opere monumentali del Bernini, quali la Fontana dei Fiumi, il colonnato di piazza San Pietro, la Cattedra della Basilica di San Pietro, ponte Sant’Angelo, il gruppo scultoreo dell’Estasi di Santa Teresa nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, la Cappella dei Re Magi presso il Collegio di Propaganda Fide.
Il tema del trionfo della fede cattolica è documentato da numerose opere pittoriche di illustri artisti, quali Pietro da Cortona, Carlo Maratta, Andrea Sacchi, Giacinto Gimignani,
Giovan Battista Gaulli (detto Baciccio), Pier Francesco Mola e Salvator Rosa.
La quarta sezione, Il paesaggio e il grande spettacolo della natura, affronta il tema del paesaggio come genere pittorico, dove l’azione umana diviene di secondaria importanza rispetto alla rappresentazione della natura. Il tema del paesaggio attraversa la mostra come un leit-motiv, segnando il percorso di progressivo sviluppo del Barocco. Troviamo in questa sezione alcune opere di Annibale Carracci (Il Sacrificio di Abramo), Claude Gellée, detto Lorrain (Porto con il Campidoglio), Nicolas Poussin (Paesaggio con Agar e l’angelo), Gaspard Dughet (Le cascate di Tivoli) e Salvator Rosa (Latona e i pastori della Licia).
Nel percorso sono anche presenti capolavori d’arredo, che nel periodo si arricchiscono di volute, di girali,di elementi stravaganti, di fantastici motivi sempre più originali. Specchi, mobili, orologi, strumenti musicali – tra cui spicca l’Arpa Barberini – sono dislocati lungo l’intero percorso espositivo, così da trasferire l’idea della «contaminazione» dell’estetica barocca anche negli oggetti della vita privata.
L’esposizione è curata da Maria Grazia Bernardini e Marco Bussagli e si avvale del contributo di un  comitato scientifico composto da Marcello Fagiolo, Christoph L. Frommel, Anna Lo Bianco, Eugenio Lo Sardo, Stéphane Loire, Antonio Paolucci, Francesco Petrucci, Pierre Rosenberg, Sebastiano Schütze, MariaSerlupi Crescenzi, Rossella Vodret, Alessandro Zuccari
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La mostra è promossa dalla Fondazione Roma e organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei, con la partecipazione di: Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e al Turismo-Sovrintendenza Capitolina e Dipartimento Cultura; Musei in Comune; Archivio Storico Capitolino; Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico-Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma, Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini; Archivio di Stato di Roma; Galleria Doria Pamphilj; Palazzo Colonna; Propaganda Fide; Palazzo Chigi in Ariccia; Musei Vaticani. Vettore ufficiale della mostra è Trenitalia; sponsor tecnico è Montenovi. In collaborazione con Federalberghi Roma.
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