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Nel 2011 il governo Berlusconi fu vittima di un complotto internazionale

"Nell'autunno 2011 il complotto contro Berlusconi ci fu e come. Lo confermano esponenti di vertice dell'amministrazione americana. Berlusconi, quando parla di un colpo di Stato, ha straragione. Secondo l agenzia ansa oltre ai libri di Friedman e tutte le cose che sono apparse evidenti in Italia, adesso apprendiamo da un libro dell'ex ministro del Tesoro degli Stati Uniti, Tim Geithner, che addirittura ad Obama, da autorità dell'Unione europea, fu proposto un vero e proprio complotto per far cadere Berlusconi. Napolitano che cosa sa di queste vicende? Come hanno partecipato a questo disegno Monti e altri esponenti della politica e delle istituzioni italiane? Bisogna aprire un'inchiesta interna e internazionale". Lo afferma il senatore FI Maurizio Gasparri. "Siamo di fronte a uno scandalo di dimensioni gigantesche. La testimonianza di Geithner è chiara. Si tratta di una persona che non avrebbe alcun interesse a fare affermazioni non veritiere. Parla esplicitamente di funzionari europei e racconta di aver riferito ad Obama di questa vicenda. Evidentemente riteneva autorevoli le persone che gli avevano prospettato questa operazione, che del resto fu realizzata con la complicità dei tanti vertici istituzionali e politici italiani", prosegue l'esponente azzurro. "È esattamente come ha sempre affermato Berlusconi. Una vergogna. Un alto tradimento. Un attentato alla Costituzione attuato da traditori di ieri e di oggi", conclude.
Renzi chiarisca "chi erano i 'funzionari' europei citati da Geithner"
e da chi erano "stati inviati" ? A chiederlo, in una interrogazione urgente al presidente del Consiglio, è il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, che vuole anche sapere se il Dipartimento per la sicurezza che dipende da P.Chigi fosse informato. Un chiarimento "urgente", sottolinea il capogruppo di Fi, vista la "delicatezza" della questione.
Al G20 del 2011 funzionari europei chiesero agli Stati Uniti di aderire a un "complotto" per far cadere l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nel memoir Stress test, anticipato oggi dalla stampa e Daily beast dal Timothy Geithner, ex ministro del Tesoro americano, aggiunge nuovi, inquietanti tasselli al golpe ordito contro il Cavaliere per cacciarlo da Palazzo Chigi e mettere al suo posto Mario Monti, un tecnico scelto ad hoc per far passare le misure lacrime e sangue imposte da Bruxelles e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. "Ma a Obama dissi: 'Non possiamo avere il suo sangue sulle nostre mani'", racconta ancora Geithner nel volume che ripercorre la disastrosa situazione finanziaria che spinse quei funzionari a progettare il "complotto".

Il golpe non viene organizzato su due piedi, ma iniziò a essere tessuto nell'estate del 2010, quando "i mercati stavano scappando dall'Italia e la Spagna, settima e nona economia più grande al mondo". Nel saggio Stress test Geithner scrive di aver consigliato più volte ai colleghi europei di essere prudenti: "Se volevano tenere gli stivali sul collo della Grecia, dovevano anche assicurare i mercati che non avrebbero permesso il default dei paesi e dell’intero sistema bancario". Ma all’epoca Germania e Francia "rimproveravano ancora al nostro West selvaggio la crisi del 2008" e rifiutavano i consigli del Tesoro statunitense che chiedeva di mobilitare più risorse per prevenire il crollo economico del Vecchio Continente. Nell’estate del 2011 la situazione precipita. "La cancelliera Angela Merkel insisteva sul fatto che il libretto degli assegni della Germania era chiuso - racconta l'ex segretario del Tesoro - non le piaceva come i paesi che ricevevano assistenza europea (Spagna, Italia e Grecia) stavano facendo marcia indietro sulle riforme promesse". Quando a settembre Geithner arriva in Polonia per partecipare all'Ecofin, propone ai Paesi dell'Eurozona di adottare un piano simile al Term asset-backed securities loan facility (Talf), il muro di protezione creato dalla Federal reserve e finanziato dal governo e soprattutto dalla banca centrale per impedire insieme il default dei Paesi e delle banche. Viene quasi insultato. "Gli americani, però - continua Geithner - ricevevano spesso richieste per fare pressioni sulla Merkel affinchè fosse meno tirchia, o sugli italiani e spagnoli affinchè fossero più responsabili".

È proprio in questo quadro inquietante di supponenza tedesca e incompetenza europea che arrivano le prime pressioni per cambiare il governo italiano. A G20 di Cannes lo stesso governatore della Bce, Mario Draghi, gli promette "l'uso di una forza schiacciante". "Parlammo al presidente Obama di questo invito sorprendente - racconta Geithner - ma per quanto sarebbe stato utile avere una leadership migliore in Europa, non potevamo coinvolgerci in un complotto come quello". Nonostante il niet degli Stati Uniti, i "funzionari europei" riescono nell'intento: nel giro di poche settimane si dimette il premier greco George Papandreou, Berlusconi viene sostituito con Monti ("un economista che proiettava competenza tecnocratica") e in Spagna viene eletto Mariano Rajoy. A dicembre la Bce approva il piano per finanziare per le banche. Piano che viene accolto con euforia da Bruxelles che si fionda a dichiarare che l'Europa è uscita dal tunnel della crisi. "Io non la pensavo così", sottolinea l'ex segretario del Tesoro. E, infatti, nel giugno del 2012 la minaccia del default tornerà a mettere in ginocchio i mercati del Vecchio Continente.

Ammette di non aver visto arrivare la crisi dei mutui e di non aver capito la gravita' del problema fino a quando non e' scoppiato. L'ex segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner, si confessa in 'Stress Test', ripreso dall quotidiano il Giornale e il suo resoconto della crisi che si e' trovato ad affrontare prima alla guida della Fed di New York poi come segretario al Tesoro. Il libro, che arriva oggi nelle librerie, apre per la prima volta la possibilita' a un'evoluzione diversa della crisi in uno dei suoi momenti topici: il fallimento di Lehman Brothers. Ricostruendo quel fatidico giorno di settembre, Geithner rivela infatti per la prima volta divergenze su Lehman e ammette che avrebbe appoggiato un prestito della Fed a Barclays per acquistare la banca di investimento americana. ''Alla fine ritengo che la Fed avrebbe aiutato a finanziare un accordo con un possibile acquirente, e ritengo anche che Hank Paulson'', l'allora segretario al Tesoro, ''avrebbe appoggiato l'iniziativa a dispetto di quello che il suo partito avrebbe detto. Ma l'assistenza della Fed non avrebbe eliminato i rischi per Barclays e non avrebbe evitato il requisito di un voto degli azionisti. Non vedo come avrebbe potuto cambiare la posizione inglese'' afferma Geithner, difendendo la strategia dell'amministrazione Obama durante la crisi. Una ricetta ''non perfetta'' che ha ''evitato una nuova Depressione'': era ''l'opzione migliore e piu' ragionevole'' Il libro non riscrive la storia della crisi, ma contiene alcune rilevazioni: dalla divisioni su Lehman Brothers alla richiesta a Geithner di diventare amministratore delegato di Citigroup. Geithner ha rifiutato l'offerta e il posto e' andato a Vikram Pandit. L'ex segretario al Tesoro usa parole dure per coloro che erano contrari ai salvataggi, ma soprattutto critica il Congresso e Washington e la sua incapacita' di agire


"Sono stati scritti molti libri" e fatte molte ricostruzioni sulla fase più acuta della crisi dell'Eurozona e la Commissione europea, secondo la portavoce Pia Ahrenkilde, "non ha particolari commenti da fare" sulla versione riferita dall'ex ministro del Tesoro americano, Timothy Geithner, che nel suo libro di memorie 'Stress test parla di pressioni europee sugli Usa per far cadere il governo Berlusconi nel 2011.

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