Lutto nel mondo del cinema per la morte di Manolo Bolognini

Il Cinema italiano ed internazionale è in lutto. Il 23 dicembre il noto produttore Manolo Bolognini si è spento per un arresto cardiaco all'età di 92 anni nella sua abitazione romana di via Cassia. La triste notizie attraverso un'Ansa della figlia Carlotta, la quale ha spiegato che suo padre ha mantenuto fino all'ultimo vivo l'entusiasmo e la progettualità verso il suo amatissimo lavoro.
Nato a Pistoia il 26 ottobre 1925, fratello di Mauro, che segue da giovanissimo, inizia a muovere i suoi primi passi nella "fabbrica dei sogni" degli anni '50  in veste di Segretario di produzione in pellicole come "La Romana" di L. Zampa, "Le notti di Cabiria" di F. Fellini, grandi successi degli anni '50 e successivamente come Direttore di produzione, quindi, in qualità di Organizzatore generale di una ventina di pellicole. Fra queste ultime figurano i nomi maggiormente significativi del nostro Cinema e a tal riferimento è importante ricordare film come "Il Generale della Rovere" di R. Rossellini, "Il Bell'Antonio" e "Senilità" di M. Bolognini, "Il Vangelo secondo Matteo" di P. P. Pasolini.
Nell'esercizio della sua attività cinematografica ha lavorato spesso al fianco del fratello Mauro, maggiore di due anni.
Tutti lo ricorderanno come il creatore del successo di "Django", il fortunatissimo western del 1966 con protagonista Franco Nero, per la regia di S. Corbucci, che ispirò il regista Quentin Tarantino in  un remake rimasto nella storia del cinema.
Ha ricoperto il ruolo di Produttore esecutivo, alternandolo a quello di Produttore in proprio, nella realizzazione di un'ampia pagina di rilievo del nostro cinema, dove figurano film come "La cicala" di A. Lattuada, "Casa Ricordi" di M. Bolognini e "Il grande Fausto" di A. Sironi, solo per citarne alcuni.
Le sue pellicole hanno visto interpreti del calibro di Kirk Douglas, Roger Moore e Ben Gazzara e George Hilton.
Manolo Bolognini negli anni ha partecipato ai principali Festival cinematogratici, ottenendo lusinghieri riconoscimenti di critica e pubblico, in quanto ha rappresentato a pieno titolo un produttore perfezionista, illuminato ed antesignano,  poichè ha saputo apportare sostanziali cambiamenti nel modo di concepire il cinema.
Egli, dotato di straordinaria fantasia, in tante occasioni è riuscito ad ingegnarsi per ottimizzare l’italianissima "arte di arrangiarsi" anche nei periodi in cui i mezzi a disposizione per la realizzazione di un film erano limitati e ciò denota l'autentica passione che ha caratterizzato il suo percorso professionale.
Nel 1999 il suo film "L’ombra del gigante" di R. Petrocchi viene selezionato al "Berlinale", il famoso Festival di Berlino e nel 2005 ha  prodotto il film drammatico-poliziesco "Raul", coraggiosa trasposizione di "Delitto e castigo", Opera prima del figlio Andrea, all'esordio come regista, con protagonisti Giancarlo Giannini e Alessandro Haber.
Fra le tante onorificenze, la Presidenza onoraria nel 2014 del "Centro Mauro Bolognini" all'interno del quale ha profuso tante energie per mantenere viva la memoria di suo fratello e il suo straordinario apporto al Cinema e in questo è sempre stato affiancato dalla figlia Carlotta.
L'attività di Manolo Bolognini, portata avanti con convinzione, competenza ed intelligenza e  contrassegnata da successi di respiro internazionale, costituisce motivo di orgoglio per il nostro Cinema.
La redazione del Corriere del Sud si unisce al cordoglio dei figli Carlotta ed Andrea e dei familiari ed amici.

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