Iniziativa ideata dall’Università eCampus per promuovere il Cinema indipendente

Riprende la fortunata iniziativa ideata dall’Università eCampus, che stavolta pone l’accento sul cinema indipendente italiano. Sei pellicole di altrettanti registi nostrani animeranno, come di consueto, la sede romana dell’ateneo in via del Tritone 169, a partire dal prossimo 22 settembre, ogni due lunedì del mese, fino al 15 dicembre, con un intermezzo, il 20 ottobre, dedicato alla memoria di Massimo Troisi vent’anni dopo la sua prematura scomparsa.

A “battezzare” il ciclo autunnale di proiezioni sarà l’opera prima di Michele Picchi, già aiuto regista di Ettore Scola e Giovanni Veronesi, “Diario di un maniaco perbene”, con Giorgio Pasotti, Ninni Bruschetta, Danila Stalteri, Valentina Beotti, Valeria Ghignone, Tatiana Lepore e Angela Antonini.

La trama ruota attorno all’artista quarantenne Lupo (Pasotti), il “maniaco” del titolo, inguaribile fallito chiamato, chissà perché, a risanare i fallimenti degli altri. Incapace di gestire il caos della propria esistenza, è invece bravissimo a mettere ordine nella vita di chi lo circonda, dispensando consigli che lui stesso non riesce a seguire. L’unica ricetta contro i fantasmi che lo affliggono è l’apparente pacatezza con cui affronta o almeno prova ad affrontare ogni situazione e il soffice disincanto che caratterizza la sua visione del mondo, cinica, aspra, ironica, in una parola maledettamente realistica. Tombeur de Femmes professionista, seriale e impenitente, innamorato cronico, aspirante suicida inabile al suicidio, Lupo è un voyeur, ma è un voyeur all’antica, un voyeur perbene che, rintanato nel porto sicuro del suo minuscolo spioncino, osserva distaccato la quotidianità che scorre ammantandola di mordace sarcasmo.

Di seduttori, veri o presunti, sul grande schermo se ne sono visti fin troppi: malati, ossessivi, frenetici, simpatici, bonari e perfino impotenti.  Da “The Libertine” Johnny Depp al magistrale John Malkovich de “Le relazioni pericolose”, dal “Bell’Antonio” di Mauro Bolognini all’”Uomo che amava le donne”, capolavoro di François Truffaut, passando per il recente “Gigolò per caso” firmato da John Turturro, la Settima Arte ci ha regalato, nel corso degli anni, un’interessantissima carrellata di personaggi che di universo femminile s’intendono eccome. Michele Picchi, tuttavia, fa molto di più, scrivendo un nuovo capitolo di questa straordinaria enciclopedia. Quella di Lupo è l’immagine specchiata dell’uomo moderno, schiacciato sotto il peso di una crisi che è personale ed endemica. La dirimpettaia impicciona, la nipotina, la ex insensibile, l’amico meccanico e tutte le “sue” donne, non sono allora che la cornice perfetta di un ritratto altrettanto perfetto.

Immerso in un pallido universo di mediocrità, il protagonista si difende dalle umane bassezze disprezzandole amabilmente, mostrandosi calmo e compiacente, un’arma sottile e affilata che gli consentirà alla fine di sciogliere il nodo dei suoi conflitti interiori.

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