Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Sabato, 20 Aprile 2024

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:528 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:558 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:742 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1341 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1460 Crotone

Prosegue la formazione BL…

Feb 20, 2024 Hits:1294 Crotone

Si firmerà a Crotone il M…

Feb 14, 2024 Hits:1465 Crotone

Le opere del maestro Affi…

Feb 07, 2024 Hits:1514 Crotone

Il prof. Plinio Correa de Oliveira (1908-1995), uno dei maestri del pensiero cattolico contro-rivoluzionario del secolo XX, come lo definì Giovanni Cantoni (1943-2020) nella nota Bio-bibliografica alla terza edizione di Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (Cristianità, 1977), durante la sua lunga opera di apostolato era solito far precedere le conferenze per i soci e i cooperatori della TFP Brasiliana (Societade Brasileira de Defensa da Tradicao Familia e Proprietade) da un commento al santo del giorno. Come ricorda Julio Loredo, presidente della TFP italiana, nella Introduzione al volume che ne raccoglie cinquanta, solo una minima parte è stata tradotta in italiano ed è stata pubblicata nel 2021 in un volumetto dal titolo Cum sanctis tuis. Profili di santi (Chorabooks, Hong Kong, 2021). Sono cinquanta brevi biografie raccolte in base al giorno della memoria liturgica: dal 12 gennaio con san Benedetto Biscop fino al 10 dicembre quando si celebra la Traslazione della Casa di Loreto. Hanno come filo conduttore l’attenzione all’apostolato per i nostri giorni e ne fanno una raccolta edificante e attuale. Il primo dell’elenco, San Benedetto Bishop (628-690), nobile inglese, soldato, poi religioso benedettino porta la bellezza “nella vita cattolica in Inghilterra attraverso la cura della liturgia e dell’arte romanica”. San Giovanni Bosco (1815-1888) santo sociale, ma anche “apostolo della stampa e della divulgazione delle idee”. Santa Scolastica (480-543), sorella di san Benedetto, che fonda un ordine religioso dedicato alla preghiera e al sacrificio: “nulla può essere più glorioso di qualcuno che si assume volontariamente il giogo della sofferenza, che sacrifica la sua felicità e la sua fortuna per dare la vittoria non a sé, ma ad altri. Questo è un eroe che solo Dio conosce”. L’11 febbraio si ricorda la Madonna di Lourdes dove si riceve “la forza spirituale (…) per sopportare le sofferenze”, dove si prega per la guarigione degli altri anche se la nostra non è avvenuta. È il vero miracolo di Lourdes: l’ “amore del prossimo per amore di Dio: il miracolo di annullare l’egoismo umano”. Fatima e il suo messaggio sono sempre stati nel cuore del prof. De Oliveira e questo è evidente leggendo le pagine dedicate ai due pastorelli Francesco (1908-1919) e Giacinta (1910-1920) Marto, testimoni, assieme alla cugina Lucia dos Santos (1907-2005), delle apparizioni del 1917. I due fratelli, canonizzati il 13 maggio del 2017 da papa Francesco, sono “intercessori naturali perché si chieda alla Madonna che inizi al più presto il Regno di Maria dentro di noi”. “Dobbiamo chiedere con insistenza – sia a Giacinto che a Francesca – che comincino a trasformarci, ad ottenere per noi i doni che loro stessi hanno ricevuto, e che abbiano cura specialmente di coloro che, come noi, hanno la missione di diffondere il messaggio di Fatima”. Tra le cinquanta riflessioni, molte sono dedicate a santi laici. Primo fra tutti san Giuseppe, uomo “che reagì con una logica lineare” quando “scoprì che la sua promessa sposa aveva concepito un figlio del quale egli non era il padre”. La sua calma è esemplare, decide di abbandonare “il maggior tesoro della Terra, cioè Maria Santissima”. Va a dormire, riuscendo a dormire dopo una notizia come quella, e, in sogno, viene invitato a cambiare idea. E obbedisce. De Oliveira lo ricorda come “Protettore della Chiesa Cattolica” in quanto “modello prototipico e magnifico della mentalità, delle dottrine, dello spirito della Chiesa Cattolica”. San Etelberto re (552-616) fondatore dell’Inghilterra come nazione “che prima della sua conversione era un coacervo di regni barbari e pagani”. Altra figura di laico è san Nicola della Flue (1417-1487), pastore svizzero, padre di dieci figli, soldato nell’esercito della Confederazione Svizzera, giudice per nove anni, poi eremita, col permesso della moglie. “Ma un eremita molto attivo: a lui vengono non solo pellegrini in cerca di consiglio spirituale ma anche dignitari dei cantoni svizzeri in lotta tra loro che gli chiedevano di esercitare mediazioni in cui ebbe sempre successo”. “Anche se non siamo soldati, dobbiamo chiedergli la grazia di saperci sempre battere – nelle difficili battaglie, non necessariamente militari, in cui siamo impegnati oggi – con la spada in mano e il Rosario nell’altra”. Santa Gemma Galgani (1878-1903), terziaria dei passionisti, colpisce de Oliveira per il suo sguardo, la sua fisionomia, i tratti, che denotano 2qualcosa di soprannaturale”. “Vale la pena andare sino ai confini dell’Universo per trovarla, come pietra rara”. Visse a Lucca. Altra terziaria, ma dell’ordine domenicano, è la beata Osanna Andreasi (1449-1505) di nobile famiglia, la mamma era una Gonzaga, dopo molte insistenze riesce a dedicarsi alla teologia. Nella sua vita esercita anche “responsabilità politiche, fra cui la reggenza del ducato di Mantova”. All’età di cinque anni, sulle rive del Po, le appare un angelo che le mostra “la gerarchia angelica in Paradiso dove i troni rimasti vuoti degli angeli decaduti sono gradualmente occupati da uomini e donne sante”. “Ama le creature e ama il loro Creatore – le dice l’angelo-, in modo da diventare santa e andare in Cielo a occupare il posto preparato per te”. Tra i cinquanta santi non mancano figure di grande spessore: da sant’Ignazio di Loyola a sant’Agostino, da Carlo Magno a san Pio V, sant’Alfonso Maria de’ Liguori, san Giovanni Maria Vianney e tanti altri cari alla devozione del grande pensatore contro-rivoluzionario.

 

Mistero e meraviglia, il miracolo del mondo

È una meraviglia il mondo anche per uno scienziato serio come Albert L. Lehninger autore del fondamentale manuale di biochimica (New York, Worth Publishers Inc., 1970, prima edizione italiana, Zanichelli, 1975) che tratta l’evoluzione in una paginetta e descrive le reazioni chimiche alla base della vita. “Immaginate le reazioni della glicolisi che sono concatenate tra loro, se manca qualcosa, non parte niente. Nell’introduzione del mio libro, ho scritto come mi sia confrontato con un professore dell’università di Parma, Giorgio Dieci, che conviene come certe manifestazioni, come la “cattedrale” enzimatica dell’Atp sintasi, evidenzino delle nanotecnologie che lasciano a bocca aperta”.

E così che Umberto Fasol, biologo e insegnante nelle scuole superiori inizia a raccontare la nascita dell’idea del volume pubblicato da Tau editrice dal titolo: Pensare l’evoluzione. L’eccedenza della vita ovvero l’affabilità del mistero.

«E’ il naturale sviluppo di un altro libro di un anno fa scritto assieme a Yves Gaspar, Un mondo im-probabile. «Fine tuned» (La Bussola, 2022). L’idea era quella di passare dall’Universo alla nascita della vita sulla Terra e su altri pianeti. Così ho deciso di parlare della nascita della vita sulla Terra sottolineando le coincidenze, i requisiti, le caratteristiche che ha la vita più che andare a cercare di confutare la teoria dell’evoluzione, cercando di mettere a fuoco quella che è la natura della vita. Il titolo originario era: “La vita della vita” perché mi interessava mettere in luce cos’è la vita. Poi uno trae le sue conclusioni. Un tentativo di dire qualche cosa sulle caratteristiche della vita della cellula, di un organismo e poi, a partire da questo, provare a dire qualcosa sull’ipotesi delle origini delle forme della vita sul nostro pianeta».

Dimostrare la complessità del vivente e così riflettere su come questo vivente si sia formato.

«Infatti, indagando la natura della vita, ho cercato di divulgare quelle che sono le conoscenze della biologia molecolare di oggi che arrivano anche nei manuali scolastici che, specialmente quelli delle scuole superiori, sono di ottimo livello, quindi, far vedere che adesso la biologia a livello molecolare ha portato in evidenza un mondo sommerso che Darwin non poteva conoscere, che è paragonabile alle nanotecnologie. Come rimaniamo stupiti di fronte a questi microchip sempre più piccoli, a questi robot sempre più capaci e intraprendenti, per non parlare dell’Intelligenza artificiale, è importante far vedere che anche nelle cellule troviamo nanotecnologie al lavoro (ad es.: il ciclo di Krebs). Di fronte ad una complessità del genere ci si rende conto che siamo nel mistero e ognuno tra le sue conclusioni. L’idea alla base del mio libro è quella di mettersi davanti alla bellezza della vita molecolare delle cellule».

Ne suo libro dedica molto spazio alla biochimica. Questo mondo “fine tuned”, ottimizzato, perfezionato al massimo si contrappone alla casualità in modo evidente.

«A suo tempo fui molto colpito dal volume di Michael Behe, La scatola nera di Darwin (Alfa&Omega, 2007). Questo biochimico americano, docente universitario, si sofferma sul fatto che Darwin non fosse, per ovvi motivi, a conoscenza della biochimica di oggi. Se l’avesse conosciuta, probabilmente, sarebbe stato molto più prudente, infatti, si limitava a guardare le somiglianze morfologiche esterne, ma non sapeva nulla delle reazioni che avvengono nella cellula. Questa è la “scatola nera” di Darwin che mette in crisi tutto il sistema. Non è da sottovalutare anche il fatto che ogni reazione chimica è catalizzata da un enzima specifico: se prendiamo un cucchiaino di zucchero e lo lasciamo all’aria, esempio che facevo spesso ai miei studenti, dovrebbe ossidarsi e trasformarsi in nero fumo, anidride carbonica e vapore acqueo, ma questo non succede. Nella cellula grazie agli enzimi della glicolisi il glucosio, in un nanosecondo, diventa energia per la vita. Gli enzimi sono degli intermediari specifici che non partecipano alla reazione, ma sono fondamentali. Credo veramente che la biochimica sia una scienza moderna della vita che affonda alla base tutto il castello dell’evoluzione costruito su analogie di carattere anatomico. Oggi bisognerebbe essere onesti e dire che abbiamo fatto passi in avanti nella conoscenza della vita, riconosciamo a Darwin tanti meriti, però dobbiamo dire che le cose che sappiamo e che lui non conosceva, ci dicono che l’evoluzione per ramificazione è improbabile. Rimane il mistero. La biochimica non viene mai presa in considerazione perché è un terreno ostico».

E la narrazione del mistero?

«Chi comunica e riceve devono essere d’accordo sul linguaggio da usare e i tempi per mettersi in contatto; come è possibile che si siano accordati i nucleotidi del Dna con gli aminoacidi? Qui si apre il mistero. “Il miracolo del mondo”, termine che ho mutuato da Massimo Recalcati, psicanalista, che sottolinea come il bambino, per crescere bene, ha la consapevolezza che il mondo è una cosa meravigliosa, è un miracolo solo per la sua esistenza. Il mistero si apre ovunque si analizzi qualche dettaglio della vita».

Nel sottotitolo si legge: “l’affabilità del mistero”, un mistero comunicativo….

«Comunicativo e sondabile; basta guardare un uomo, una donna, un filo d’erba, il codice genetico, la biochimica cellulare, è un mistero che parla molto, la “teoria del mistero” potrebbe spiegare molte cose accontentandoci di dire che sappiamo di non sapere molte cose. L’esplosione del Cambriano è una di queste. Accontentiamoci di riconoscere che è qualcosa che supera la nostra capacità di capire, ma non per questo la contraddice».

Questo ci lascia la possibilità di continuare a studiare e grazie anche al libro di Umberto Fasol, entrare nel mondo della biologia, dalla cellula e le sue capacità tecnologiche, dal Dna alla clorofilla, dai fiori fino all’uomo, in un percorso, attraverso capitoli brevi e leggibili autonomamente, di stupore e continua meraviglia.

Un finto kibbutz a 800 metri dal muro e non lontano da una postazione militare israeliana: è qui che Hamas e le altre fazioni palestinesi armate di Gaza hanno addestrato i miliziani protagonisti della strage del 7 ottobre in Israele.

Nella struttura, sottolinea l'ansa costruita in un terrapieno per non renderla visibile, oltre agli edifici si stagliava anche un finto carro armato israeliano per imparare come assaltare.

Un'inchiesta della Bbc su filmati vecchi e nuovi pubblicate dalle stesse fazioni palestinesi dimostra che perlomeno dal dicembre del 2020 le forze speciali, nelle quattro esercitazioni sotto comando congiunto a Gaza - l'ultima solo 25 giorni prima del 7 ottobre - si sono addestrate a catturare ostaggi, ad attaccare edifici e complessi, ad aprire varchi nelle difese e nella sorveglianza israeliane.

Scrive l ansa : Tutto pubblicato sui canali delle varie milizie, Hamas e un'altra decina tra Jihad Islamica palestinese, le brigate Mujaheddin e quelle dei Martiri di Al-Aqsa, le Al-Nasser Salah al-Deen e le brigate Abu Ali Mustafa, che hanno preso parte alle esercitazioni. Le stesse che, in varie forme, hanno partecipato all'assalto dello scorso ottobre e sono state identificate grazie ai simboli di riconoscimento delle varie unità.

La prima maxi esercitazione, il 29 dicembre del 2020, venne annunciata direttamente dal capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, che parlò di "forte messaggio al nemico e un segnale di unità". In quell'occasione, i droni ripresero dal cielo gli sviluppi dell'addestramento delle esercitazioni rilanciando le immagini sul web. Fotogrammi che oggi fanno venire i brividi: in uno si assiste all'assalto a un tank che viene neutralizzato e i carristi a bordo fatti prigionieri, in un altro al sequestro di ostaggi civili. Le stesse immagini viste in quel tragico sabato di ottobre.

Le uniche sequenze degli addestramenti che non vennero rivelate sono quelle degli attacchi dall'alto con i parapendii e lo sfondamento delle recinzioni israeliane per aprire il varco agli uomini armati a bordo di pick up e motociclette. Queste immagini sono state pubblicate solo a partire dal 7 ottobre, e secondo la ricostruzione della Bbc risalgono al 25 agosto del 2022.

La cartella di file a cui fanno riferimento si chiama 'Squadrone aquila', l'appellativo della forza aerea di Hamas, a conferma che anche l'attacco con i parapendii contro i kibbutz è stato ampiamente testato per oltre un anno. Del resto, in un vero kibbutz, quello di Nahal Oz le militari di leva addette a seguire 24 ore al giorno con strumenti avanzati le attività lungo il confine con Gaza avevano avvertito del pericolo imminente.

Le esercitazioni si svolgevano "con il ritmo di una al giorno, anche due al giorno, abbiamo anche visto come si addestravano a prendere il controllo di un carro armato", ha raccontato una delle due ragazze sopravvissute. Altre tredici sono state massacrate, ulteriori 5 risultano disperse o nelle mani di Hamas e delle altre fazioni armate.

Intanto gli sfollati del sud di Gaza hanno tirato un sospiro di sollievo alla notizia del prolungamento di due giorni della tregua.

Se fino a poche ore questa era la principale preoccupazione e si studiava come affrontare la ripresa dei combattimenti, ora tutto sembra passato anche se la situazione resta drammatica.

E forse si può pensare alla stagione delle olive che finora aveva avuto una pausa. La gente nel sud dell'enclave palestinese ha molte terre con gli ulivi e durante la guerra non poteva fare la raccolta. In questi giorni, la tregua ha invece permesso di tornare sotto gli ulivi e di portare il raccolto ai frantoi dove finalmente è tornato il carburante per garantire la ripresa della produzione.

Nei giorni di pausa dei combattimenti, la benzina e il gas da cucina sono entrati nella Striscia ed ora lunghe file di persone sono in coda davanti alle stazioni di servizio mentre tante auto attendono pazientemente di fare rifornimento. Così numerose da aver intasato il lato destro di Salah Adin street, la principale arteria che attraversa da nord a sud la Striscia. 

Ma l'attesa non è prevedibile: si può restare in coda un giorno intero per ottenere 12 chilogrammi di gas da cucina, sufficienti per una famiglia di 5 persone per un mese. Yasmine Bassam, una casalinga che vive a Deir al Balah, nel centro di Gaza, in una casa che ospita 70 sfollati dal nord della Striscia ha detto al cronista che attendeva con ansia la tregua e il gas da cucina. Poi ha mostrato la sua mano con le molte cicatrici di bruciature che ha subito per accendere il fuoco tutti i giorni e dare da mangiare a 70 bocche affamate. Il sogno di Yasmine - che ha 4 figlie e un figlio - è quello di avere una bombola di gas domestico che la faccia smettere di stare davanti al fuoco più di 6 ore al giorno.

Mentre le donne sono impegnate in questo, gli uomini sono in giro alla ricerca di carburante e gas da cucina. In tanti si mettono in coda per ottenere il prezioso combustibile per la famiglia: Ahmad Abu Eriban di Kan Yunis ha raccontato di essere in fila dalle 4 del mattino, il suo numero è il 700 e teme di rimanere in coda fino a domani mattina. Nella Striscia oggi ha piovuto a dirotto, ma nessuno se ne è andato per paura di perdere il turno e mancare l'occasione. Una possibilità - hanno detto alcuni - che neanche viene presa in considerazione. Le quantità di gas domestico e di combustibile entrata nella Striscia dall'inizio della tregua non potranno però mai soddisfare i bisogni di 2 milioni di persone che vivono nella Striscia.

 

Fonte ansa / Bbc e varie agenzie 

Mai così tanti occupati in Italia dal 1977: lavoratori aumentati di oltre 500 mila unità rispetto a un anno fa. I dati Istat confermano il successo firmato dal governo Meloni

La fase espansiva dell'occupazione, avviata già nel 2021, si è consolidata. Sono 23,4 milioni gli occupati nel primo semestre di quest'anno: il dato più elevato di sempre. È quanto emerge dal 57° rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese. Il tasso di occupazione raggiunge il 60%, aumentato di 2 punti percentuali tra il 2020 e il 2022, ma è ancora al di sotto del dato medio europeo di quasi 10 punti. Di questo si è parlato nella puntata dell’1 dicembre di Numeri, approfondimento di Sky TG24

Al contempo diminuiscono gli inattivi, ovvero coloro che non hanno e non cercano un posto di lavoro: anche in questo caso il livello è il più basso mai visto, 32,9%. Rientrando nel mercato del lavoro, queste persone contribuiscono ad allargare le fila di chi punta a trovare un impiego

A ottobre il numero di occupati in Italia continua a crescere, raggiungendo livelli mai registrati prima. «L’occupazione in Italia raggiunge livelli record: i lavoratori salgono a quota 23 milioni 694 mila, con un aumento di 455 mila dipendenti e 66mila autonomi. È un risultato che non nasce per caso ma è conseguenza delle scelte di politica economica e industriale del governo Meloni, ottenuto per di più in un momento di stagnazione dell’economia europea. 

L’Istat evidenzia inoltre come il tasso di occupazione salga al 61,8%, mai così in alto dal 1977, ovvero da quando l’Istituto ha iniziato le sue analisi. Attendiamo con serena fiducia che le opposizioni, invece di continuare a tifare contro la nazione, si uniscono a noi nel gioire per questi dati che segnano la ripartenza dell’Italia”. Con queste parole il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, commenta i dati Istat, relativi a ottobre.  

Un successo sintetizzato nel tweet del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «Un nuovo record storico di occupazione nel nostro Paese, il 61,8 per cento, quasi mezzo milione di occupati in più rispetto a ottobre 2022. E aumentano soprattutto i contratti a tempo indeterminato. Avanti così, cresce l’Italia», scrive su X Urso.

«Avevamo detto che la fine del reddito di cittadinanza avrebbe favorito i meno abbienti, rilanciando uno sviluppo che può esserci solo grazie al lavoro. I nuovi dati sull’occupazione ci danno ampiamente ragione», osserva Marco Osnato – deputato di Fratelli d’Italia, presidente della Commissione Finanze e responsabile economico del partito. «Oltre mezzo milione di nuovi posti di lavoro in dieci mesi, gran parte dei quali a tempo indeterminato e nonostante una congiuntura internazionale, se non difficile, quantomeno asfittica. 

Si tratta di un risultato straordinario: no all’assistenzialismo, sì alle opportunità», prosegue l’esponente di FdI, «perché il lavoro, e non il sussidio, è uno strumento di dignità. Lo sancisce la Costituzione e tanti imprenditori, soprattutto piccoli e medi, ne fanno quasi una missione. Il centrodestra continuerà a sostenere, al governo e in Parlamento, con una cornice normativa adeguata, favorevole alla creazione di benessere».

Mentre in una nota il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto commenta: «Il Governo Meloni dimostra concretezza e affidabilità, stiamo lavorando per gli italiani e per il futuro dei nostri giovani».

Da Forza Italia, esprime piena soddisfazione la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli. «Bastano tre soli numeri per certificare la grande efficacia delle politiche del governo, che sono state in grado di aprire le porte del mondo del lavoro agli italiani, e il fallimento delle politiche assistenzialiste, come il reddito di cittadinanza, alle quali la sinistra è tanto affezionata. Questi numeri li serve oggi su un piatto d’argento l”Istat.

Il mese di ottobre ha segnato un tasso record dell’occupazione, arrivando al 61,8%, livello mai toccato negli ultimi 46 anni, cioè da quando, nel 1977, l’Istat diede inizio alla pubblicazione delle serie storiche. Questo porta ad altri due importanti risultati: quasi 23 milioni e 700 mila occupati, con un aumento di 455 mila dipendenti permanenti e di 66mila autonomi. Bisogna stare solo ai fatti, ai risultati ottenuti dal governo e dalla maggioranza. Le parole, la propaganda, le ricette recessive che mai hanno portato ad alcun risultato, le lasciamo agli altri»

 

Fonti Istat / Fratelli d'Italia gazzetta tricolore / Forza Italia / tg sky / varie agenzie 

 

 

 

 

Il Comune di Palermo e il Dipartimento di Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali dell’Università degli studi di Palermo hanno siglato un Accordo quadro di collaborazione per la prevenzione del crimine contro la pubblica amministrazione. Si tratta della sperimentazione di un nuovo modello di collaborazione che consentirà alle società partecipate del Comune di avvalersi di consulenti, docenti e ricercatori del Dipartimento dell’Università di Palermo con esperienza decennale nel campo della consulenza e della formazione in favore di aziende pubbliche e private in materia di compliance, sviluppo aziendale e prevenzione del crimine.

«La rilevanza del fenomeno delle infiltrazioni mafiose nella macchina amministrativa negli enti locali nel nostro territorio e a livello nazionale - dichiara il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla - ci ha spinti all’adozione di strumenti di prevenzione e contrasto per rafforzare la cultura della legalità e vigilare sulla trasparenza e il buon funzionamento della macchina comunale attraverso le sue società partecipate. Grazie all’iniziativa del vicesindaco Carolina Varchi e alla pronta collaborazione dell’Università di Palermo, abbiamo quindi siglato un Accordo che consentirà di avviare attività inedite per il nostro territorio, mirate al monitoraggio, alla prevenzione e al contrasto di ogni forma di crimine».

«Negli ultimi anni la criminalità organizzata ha sviluppato una forte presenza in svariati settori ad alto impatto ambientale e non solo, per questo è necessario vigilare con attenzione sul rispetto delle normative vigenti e attivare azioni di prevenzione e controllo mettendo a disposizione dell’amministrazione comunale competenze e profili professionali per garantire il giusto know how. A tal proposito, tra le iniziative previste dall’Accordo, grazie alla collaborazione con l’Ateneo palermitano saranno attivati per gli studenti dei percorsi di tirocinio da condurre direttamente presso le società partecipate. Anche con questa iniziativa il Comune di Palermo afferma, ancora una volta, il suo impegno per la legalità in ogni segmento della pubblica amministrazione. Si procederà per la prima volta in modo organico alla mappatura dei modelli organizzativi di tutte le società partecipate del Comune per valutarne la congruità. Questo processo di ricognizione rafforzerà l’operato dell’ufficio unico autonomo per il controllo analogo che sono soddisfatta di aver costituito a pochi mesi dal nostro insediamento». Lo dichiara il vicesindaco ed assessore ai Tributi, onorevole Carolina Varchi.

«Questa collaborazione con il Comune di Palermo ci permetterà di procedere, per la prima volta, ad una mappatura dei modelli organizzativi delle società partecipate e svolgere, di conseguenza, un’attenta analisi di contesto per identificare i potenziali rischi e verificare l’adeguatezza dei sistemi di controllo interno. Sono convinto che l’esperienza maturata dai nostri docenti e il sapere acquisito dai nostri studenti nel campo della compliance e dell’organizzazione aziendale, possono dare un contributo innovativo alle società del Comune per promuoverne la capacità di auto-normazione contro la mala gestio e i condizionamenti criminali», spiega il direttore del dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Palermo, Costantino Visconti.

Attraverso l’Accordo quadro, il Comune di Palermo e il Dipartimento di Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali potranno: affidare incarichi di consulenza anche a titolo gratuito o comunque senza oneri diretti o indiretti per il bilancio dell’Ente, al Dipartimento in materia di Compliance, sviluppo aziendale e prevenzione del crimine; promuovere lo svolgimento di attività di consulenza e ricerca scientifica di comune interesse e quindi di pubblicazioni in riviste e collane scientifiche a stampa e digitali, di formazione mediante anche la realizzazione - nel rispetto della regolamentazione interna in materia di entrambe le Parti - di dottorati, assegni di ricerca, master, tirocini, borse di studio, contratti di ricerca e attività collegate, finalizzate all'acquisizione di nuove conoscenze, all'aggiornamento, alla diffusione e fruizione dei risultati, al fine di una migliore realizzazione dei rispettivi fini istituzionali, miglioramento della capacità di attrazione di risorse ed investimenti da parte di enti terzi, creazione di partnership a livello nazionale e internazionale. L’Accordo prevede inoltre l’istituzione di un Comitato paritetico di Coordinamento composto da quattro membri nominati dalle parti, con il compito di pianificare l’attività e monitorarne i risultati.

 

 

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI