Scicli - Inaugurata “Una nuova mostra di pittura” di Francesco Lauretta

31 maggio 2014 olio su tela, 196 x 148 cm, 2014

Un corteo funebre per parlare dell'arte, di quanto sia assolutamente viva e ancora oggi terribilmente impattante. E' il senso del nuovo progetto culturale presentato da Site Specific attraverso "La nuova mostra di pittura" dell'artista Francesco Lauretta. Un percorso che si sviluppa lungo tre siti d'arte nella barocca Scicli attraverso Site Art, Palazzo Beneventano, per finire a Site Mill, il mulino San Nicolò trasformato in spazio culturale. Curata da Daria Filardo, "La nuova mostra di pittura", inaugurata giovedì sera, diventa quasi un'antologia su Lauretta e la sua ricerca artistica mediante un allestimento a cui hanno collaborato il direttore artistico Sasha Vinci di Site Specific, il team al completo ma anche altri artisti che hanno voluto contribuire all'iniziativa. Si inizia da Site Art dove c'è "Passeggiata". E' un quadro che mostra il funerale di Francesco Lauretta, un'opera ritagliata e affissata su entrambi i lati di un pannello allestito proprio al centro delle due stanze della galleria d'arte. Lo spettatore è costretto quasi ad urtare l'opera, un vero e proprio contatto fisico per poter vedere da vicino i fantasmi della folla, il feretro offuscato e inghiottito dagli astanti, le tenebre dell'esistenza. "Pittura ballabile" è uno dei quattro lavori presenti invece a Palazzo Beneventano.

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Uno spazio rettangolare inciso per terra, con fitti strati di strisce di scotch colorato impiegati per definire i bordi delle tele dell'artista e ora usati per segnare un nuovo corpo geometrico che abbraccia lo "spettautore", cioè gli spettatori che diventano a loro volta autori, invitati perfino a ballarci dentro. In questo stesso spazio il "non-pittore", come si definisce Lauretta che invece si propone come “ingegnere” della pittura, inscena la strana lotta che affligge le opere contemporanee nel corso della loro evoluzione. Innesca la "dis-identità", una "Apologia ai pittori", una riflessione "Contro di noi". Ma è all'interno dei suggestivi ambienti del vecchio mulino, a Site Mill, che esplode la varietà della sua ricerca e le risposte date all'urgenza espressiva. "Il quadro ha un pezzo di muro da difendere", è la particolare opera che trasforma un muro di mattoni forati, scheletro fragile e al tempo stesso potente struttura, in medium, supporto tecnico per una delle opere figurative di Lauretta che celebra la festa locale sciclitana. Ma c'è anche il medium come memoria. Due teche di legno come letti di morte accolgono in cartolina 120 quadri prodotti dall'artista. Ed ancora "Esercizi", opere d'esordio, resurrettive, dove si consumano, sempre rigenerandosi, vere guerre d'amore che sorvolano i fruitori svolazzando idealmente sul mondo, attraverso una cosmogonia, un Big Bang dopo la morte. Accanto agli "Autoritratti Postumiani", dove lo scotch è il supporto per il medium e dove la pittura è senza limiti perché allude proprio a qualcosa di già dipinto, c'è l'opera "Fontana, requiem con fiori", il primo quadro responsabilmente dipinto ed esposto nel febbraio 1985, che alludeva "alla fine della sua storia", in un rimando a Ad Reinhardt.

Fontana, olio su tela, 150 x 100 cm 2014

Infine la sorpresa per i fruitori, quella dei racconti registrati, le "Allegorie", puri distillati di riflessione sul medium della pittura, racconti funesti che sono allegorie narrative sullo stato di salute della pittura. Una riflessione sull'esistenza sviluppata nei giardini esterni di Site Mill ristrutturati per l'occasione. "Il funerale è un pretesto per riflettere sullo stato di salute della pittura e in generale dell'arte - spiega Francesco Lauretta - La pittura è da molti vista come medium obsoleto. Io credo che non sia così ed anzi è in grado di dare delle chance ulteriori. Il funerale diventa un'allegoria. Penso che la pittura, come altri linguaggi, permetta di riflettere sulla bontà dell'arte, consentendoci di toccare momenti straordinari. Oggi come non mai l'arte è distillato di riflessione. Non è vero che è in crisi. Più che altro è un linguaggio complesso, complicato, mai banale, che è sicuramente cambiato rispetto al passato. Il medium-pittura ha ancora oggi una forza straordinaria. Nell'epoca in cui siamo bombardati dalle immagini, tutto sfugge. La pittura fissa un'immagine, si concentra su di essa, lancia un messaggio, invita a porre l'attenzione e, questo medium tutt'altro che obsoleto, ancora oggi restituisce e dona all'immagine una nuova aurea". La mostra resterà fruibile fino al 7 settembre 2014.

 

Francesco Lauretta

Nato ad Ispica (Ragusa) nel 1964, Francesco Lauretta, dopo aver intrapreso degli studi tecnici vani, si trasferisce a Venezia dove frequenta l'Accademia di Belle Arti, seguendo i corsi del maestro Emilio Vedova; lì si diploma nel 1989, nel ‘91 si trasferisce a Torino, e ci resta fino al 2008, anno in cui si sposta a Firenze, città dove tutt’oggi vive.

Non è facile circoscrivere il lavoro di Francesco Lauretta, artista pluridisciplinare, restio a definirsi “semplicemente” pittore. Per raccontare un po’ la sua storia partiamo dagli anni piemontesi; è in quel periodo che entra in contatto con gli artisti dell'Arte Povera, si avvicina ai loro linguaggi e approda alla realizzazione di alcuni lavori installativi. Le prime opere “bianche”, le sculture monumentali e i mobili destrutturati hanno un sapore quasi minimalista, e gli aprono la strada verso l’approccio partecipativo e coinvolgente nei confronti del pubblico, che manterrà sempre. Inizia anche a lavorare con il testo, ed espone lettere e scritti. A partire dal 1992 comincia a riflettere sulle possibilità della pittura e realizza la prova di un primo quadro… Questi primi “esperimenti”, definiti "fotocoppie", venivano eseguiti copiando minuziosamente - con colori ad acqua, in bianco e nero - vere e proprie fotocopie di opere note di maestri classici e contemporanei, come Duchamp, Magritte e Mantegna; poche opere, oggi cancellate, che hanno dato il via alla condizione di pittore che gli si rivelerà definitivamente nel 1999, anno della sua prima vera mostra personale. Nel 2003, di ritorno da un breve viaggio in Sicilia, si dichiara pirandellianamente pittore, e da quel momento approfondisce il tormentato rapporto con questo medium. La sua pittura inizia a diventare fortemente emotiva; le sue visioni si riempiono di immagini mutuate dalla tradizione: le feste di paese, i Santi portati in processione, le bande musicali, i dolci tipici presentati quasi come ex-voto, e ancora scene bucoliche e frammenti di esistenze vissute semplicemente, di cui riusciamo a cogliere odori, rumori e sapori, ma in cui l’artista pone l'accento non tanto sulla mera rappresentazione, quanto sulla costruzione e sulla significazione di essa. Una pittura che nella sua riconoscibilità spiazzante, nella sua indole iperrealista, viene avvolta da molteplici accezioni, profonde e concettuali, che esprimono il valore sacro della vita, e che diventano testimonianza dell’incertezza del destino di ogni cosa, dove si riflette la perfezione e la fragilità della nostra temporaneità. Negli ultimi dieci anni ha anche realizzato molti video, a volte grotteschi, spesso divertenti, rigorosamente in dialetto, con sottotitoli in inglese, che prendono spunto e aprono riflessioni sui luoghi comuni degli artisti, e sui rapporti marginali tra arte e territorio. Si è fatta inoltre sempre più presente l’esigenza dello scrivere; raccontare, appuntare, testimoniare. "I racconti funesti", ad esempio, sono una “raccolta” di allegorie, in cui l’autore spiega l'opera nella sua costruzione tout court, in un processo totale, che passa dal disegno alla pittura, per espandersi nel video, nella scrittura, nella performance.

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INFO MOSTRA

La mostra sarà visitabile presso SITE MILL, SITE ART e PALAZZO BENEVENTANO dall' 7 agosto al 7 settembre 2014

 

ORARI

Gli spazi gestiti da SITE SPECIFIC saranno aperti da mercoledì a domenica, dalle 18:00 alle 23:00

Su appuntamento telefonare a Francesca Vinci Mortillaro: T. +39 327 88 35 695

 

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