I familiari del clero celebrano la giornata dedicata alla patrona Santissima Annunziata

Il raduno dinanzi alla chiesa di San Giacomo a Ibla

 

Un incontro per stare assieme all’insegna della preghiera. Perché sia custodito il cammino dei sacerdoti e di tutte le persone della Chiesa. Un raduno fortemente voluto, quello di ieri pomeriggio, dall’Associazione nazionale familiari del clero di Ragusa che si è concretizzato con una riunione caratterizzata da più momenti. Dopo l’incontro a Ibla, dinanzi ai Giardini del quartiere barocco, dove è stato possibile ammirare la particolarità e la bellezza dei viali, gli oltre settanta familiari del clero, riunitisi prima nella chiesa di San Giacomo apostolo, hanno avuto l’opportunità, poi, di visitare l’antico convento dei cappuccini restaurato di recente, di cui hanno apprezzato le elaborazioni architettoniche e il lavoro di recupero, mentre, subito dopo, ci si è recati a contemplare alcuni dei luoghi di Montalbano che punteggiano l’antico borgo di Ragusa e che hanno contribuito a rendere celebre il serial tv. La giornata di ieri non è stata scelta a caso perché il 25 marzo, infatti, si celebra l’Annunziata, vale a dire la patrona dei familiari del clero. E, non a caso, a metà pomeriggio, presso l’altare proprio dell’Annunziata, nella chiesa restaurata di via Orfanatrofio, sempre a Ibla, è stata officiata la celebrazione eucaristica, presieduta da don Pietro Floridia, parroco del Duomo di San Giorgio. E’ stata altresì l’occasione per animare concreti momenti gioiosi e di fraternità tutti assieme attorno alla mensa eucaristica. L’Associazione familiari del clero opera anche nella Diocesi di Ragusa da oramai 39 anni, la prima assemblea fu fatta nell’aprile del 1975, e si propone di aiutare i familiari a comprendere sempre meglio, nella luce della fede, l’identità della propria missione. L’associazione, che vide la luce sotto l’egida dell’allora vescovo di Ragusa, monsignor Angelo Rizzo, si propone di ricercare e preparare persone idonee e disponibili ad assistere i sacerdoti nella loro vita domestica e al ministero, facendo opera di sensibilizzazione nei seminari e nelle comunità diocesane e parrocchiali, affinché sia compreso e valorizzato il mistero di fatto del familiare.

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