Il castello di Donnafugata sta cadendo a pezzi, Marino lancia un nuovo allarme

“Già nell’agosto scorso avevo lanciato un accorato appello. Ma considerato che è rimasto inascoltato, ritengo sia opportuno tornare di nuovo alla carica. Il castello di Donnafugata ha bisogno di cure urgenti. Altrimenti, tra poco, non ne resterà quasi nulla”. E’ il senso del monito lanciato dal consigliere comunale indipendente, Elisa Marino, che esprime la propria preoccupazione per lo stato di salute dell’antico maniero anche a seguito delle numerose segnalazioni che arrivano dai visitatori. “Purtroppo, le recenti piogge – aggiunge Marino – non sono certo servite a migliorare la situazione. Ma è indispensabile rendersi conto che bisogna subito darsi da fare prima che sia troppo tardi. E qui non ne facciamo un problema di primogenitura politica. Siamo semplicemente, e seriamente, preoccupati per ciò che potrà accadere ad uno degli emblemi della storia della nostra città che, negli ultimi anni, ha visto accrescere, in maniera esponenziale, il proprio potenziale attrattivo, tanto da essere diventato meta preferita dai turisti, subito dopo Ibla. E’ fondamentale che le somme tuttora a disposizione possano subito essere impiegate per il recupero delle situazioni critiche e che l’Amministrazione si metta alla ricerca di altri fondi per garantire un’azione più complessiva sulle strutture del castello. Che, non dimentichiamolo, è stato inserito nel circuito delle case della memoria, unica realtà del genere da Roma in giù, e che deve continuare a rappresentare piena e vita testimonianza della Ragusa che non c’è più. Qualora gli interventi prendessero il via in tempi ragionevolmente brevi, il castello di Donnafugata si presenterebbe già pronto per la prossima stagione estiva. Ma prima di pensare a questa come ad altre cose è opportuno rendersi conto delle problematiche esistenti che, purtroppo, non fanno altro che peggiorare con il trascorrere dei giorni. Ecco perché riteniamo di fondamentale importanza adoperarsi con estrema urgenza e riuscire a trovare quelle soluzioni che, finora, sono venute a mancare”.

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