Ignorata la ricorrenza del terremoto

castello

 

"Sembra che nelle giornate della memoria ci sia spazio solo per le vicende del secolo scorso, e ci si è dimenticati totalmente dei cinquemila nostri concittadini morti nel grande cataclisma del 1693. Ma più in generale, non è forse il segno di una mancata attenzione alla nostra storia?" Così l'associazione Youpolis commenta la mancanza di un momento civile dedicato a quella che non si esita a definire la più grande tragedia vissuta nella nostra città e in tutto il sud-est. Come ogni anno, spiegano dall'associazione, la tragedia del terremoto dell'11 Gennaio 1693 è stata ricordata solo in Cattedrale con il tradizionale rito dell'Adorazione Eucaristica, dei Vespri, e della simulazione del boato con l'Organo Serassi, e nemmeno con così tanta partecipazione come dovrebbe essere un momento del genere. Fondamentalmente, l'ultima grande celebrazione pubblica risale al 1993, e comunque correlata all’ambito religioso (molti ricorderanno le tre processioni con i simulacri dei due patroni della città); per il resto, è noto che solo ad Ispica viene concretizzato regolarmente ogni anno un momento sia civile che religioso di ricordo (picchetto d'onore, salve di colpi a cannone, omaggio delle autorità etc.) e a Modica si è tenuto un momento di celebrazione e riflessione; ma nel Comune capoluogo questa ricorrenza è ignorata da tempo, nonostante riguardi la città in prima persona. "Non si tratta solo di rendere giusto omaggio ai nostri morti, considerando che in tanti altri casi vengono celebrate sia civilmente che nelle scuole grandi tragedie della storia più recente, dalla prossima Giornata della Memoria sulla Shoah a quella sulle vittime di mafia, ma anche di celebrare tutti i nostri concittadini che, scampati al grande cataclisma tellurico, hanno avuto la forza ed il coraggio non solo di ricostruire, ma soprattutto di dare vita a quelle meravigliose città barocche oggi patrimonio UNESCO: senza il loro coraggio tutto questo non sarebbe avvenuto, e il loro esempio dovrebbe essere ricordato proprio perché potrebbe essere in grado di parlare anche ai nostri giorni, nei tempi in cui una crisi ha stoppato quasi del tutto la voglia di ritrovare la luce”. E il messaggio che le scuole dovrebbero trasmettere ai ragazzi? Il dubbio verte anche su una questione educativa. "Non sappiamo oggettivamente quanto si parli nelle scuole della nostra storia locale, ma una cosa è certa: se venisse ricordato regolarmente l'11 gennaio in ogni istituto, sarebbe una occasione per spiegare ai ragazzi cosa sia successo, quali siano le nostre origini, e quali i contesti storici che si sono avvicendati consegnandoci una città bellissima e gloriosa". L’associazione vuole quindi formulare un chiaro appello, non legato solamente ad un mero intento politico, ma a tutta la nostra comunità: "Chiediamo a tutti, dall'Amministrazione Comunale alle associazioni, ai dirigenti scolastici, ai singoli cittadini, di riflettere sulla portata di un momento che non viene considerato con l'importanza che dovrebbe avere, rappresentando l'anno zero di una città e di un territorio. Abbiamo un anno di tempo per capire come riscoprire la nostra storia, come coinvolgere le giovani generazioni, come trovare un luogo che nel 2015 possa permettere di rendere omaggio ai caduti e ai superstiti".

Anche l'anno scorso, a fine gennaio, l'associazione aveva lamentato "le ricorrenze mancate", tra cui la data in questione, e si era prodigata perché quella subito successiva alla data del comunicato - in quel caso un evento del secolo scorso, le Foibe - venisse ricordato, organizzando autonomamente un proprio momento di commemorazione. E anche in questo caso - proprio perché Youpolis, nella sua natura, non si ferma alla sollevazione di un problema - si adopererà perché per ciò che viene richiesto, si possa trovare modi e tempi, unitamente ad un momento, progettato per i prossimi mesi, volto a pensare alla questione terremoto non solo guardando al passato, ma ai rischi che potrebbero sorgere con l’ipotesi di un altro fenomeno sismico e a come tutelare i cittadini.

 

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