Il vescovo Urso e i clown per il primo atto della Novena di Natale 2013 all'ospedale Civile di Ragusa

Il vescovo, don Occhipinti e i clown in ospedale

 

Il cuore del Natale. La sensazione dello stare bene. Della condivisione delle sofferenze. Soprattutto quelle degli ammalati. Un modo differente di interpretare la festa più sentita dell’anno. Tra le corsie di un ospedale. Ci hanno pensato i clown del progetto terapeutico dell’Asp a rendere ancora più pregnante la celebrazione, che ha dato il via alla novena di Natale al Civile di Ragusa, presieduta dal vescovo, mons. Paolo Urso, concelebrante il direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti, cappellano ospedaliero. Le parole del vescovo, durante la santa messa tenutasi in cappella, a cui hanno partecipato alcuni pazienti affetti da Alzheimer, oltre ai loro familiari, sono state indirizzate a fare comprendere il senso di questa “festa” religiosa, una “festa” che assume, paradossalmente, ancora più significato in un periodo storico caratterizzato dai mille problemi della crisi economica. “Questo Natale potrà aiutarci, per tale motivo – ha detto il vescovo – a riscoprire i veri valori di giornate che dobbiamo cercare di vivere assieme. Sarà la festa del benedire ma anche la festa del dire bene. Sono due facce che compongono la stessa medaglia e che esaltano il sentimento religioso di ciascuno di noi. Ecco perché l’augurio che faccio per il Natale 2013 è di condividerlo con chi ha meno di noi. Un gesto d’affetto, di gentilezza, un gesto di cordialità può aiutarci a rendere ancora migliore questo momento”. Nel corso della celebrazione, poi, è stato ricordato il fenomeno dell’Alzheimer che, purtroppo, anche in provincia di Ragusa sta cominciando a fare registrare numeri abbastanza consistenti. “Fondamentale è, in questo senso – ha sottolineato don Occhipinti – la preparazione e il supporto, informativo e psicologico, rivolto ai "caregiver" (parenti e personale assistenziale) del paziente, che sono sottoposti a stress fisici ed emotivi significativi, in particolare con l'evoluzione della malattia. Una chiara informazione ai familiari, una buona alleanza di lavoro con il personale sanitario e la partecipazione a forme di supporto psicologico diretto (spesso tramite specifici gruppi di auto-mutuo-aiuto tra pari), oltre all'eventuale coinvolgimento in associazioni di familiari, rappresentano essenziali forme di sostegno per l'attività di cura”. Al termine, quindi, l’incontro tra il vescovo e i clown che si è tramutato in un’occasione di gioia per quanti cercano di fornire un minimo sollievo ai malati e ai sofferenti. Il Natale 2013 in ospedale servirà pure a sperimentare la tenerezza di Dio.

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