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«Tutelare il paesaggio non vuol dire bloccare la fruizione dei luoghi»

Tutelare il paesaggio siciliano significa limitarne la fruizione pubblica o valorizzarlo come immensa opportunità culturale, turistica ed economica a vantaggio della collettività? Il proliferare di leggi sul governo del territorio rappresenta una lotta reale al degrado o è una gabbia burocratica che rende difficoltosa la progettazione? La convivenza di potenzialità e criticità porta la Sicilia a essere oggetto di analisi e dibattito anche nei tavoli internazionali sui temi dell'architettura paesaggistica e della salvaguardia dell'ambiente. Come nel caso della rivista specializzata, a diffusione mondiale, Paysage Topscape che ha scelto il territorio catanese e la location di Radicepura a Giarre per un summit - dal titolo "Sicily Landscape in Motion" - volto a promuovere un approccio più dinamico al recupero del patrimonio naturale e urbano dell'Isola.

Un evento – svoltosi oggi 21 ottobre – reso possibile anche grazie all'impegno dell'Ordine degli Architetti di Catania, attivo nel creare occasioni di dialogo con la categoria e le amministrazioni locali: «Il sistema dei piani paesistici messo in atto dal governo regionale - ha dichiarato il presidente degli Architetti Giuseppe Scannella - è un segnale del crescente interesse verso la tematica, ma occorre che sia basato su un'ottica diversa rispetto a quella finora applicata. Salvaguardare la ricchezza dei luoghi non deve implicare il blocco della fruizione o rendere il paesaggio immodificabile. La chiave dello sviluppo è invece una tutela orientata alla continua manutenzione e valorizzazione, che renda il paesaggio un effettivo patrimonio alla portata di tutti. Nel concetto di sviluppo - ha continuato - rientrano anche le possibilità lavorative per i giovani: il continuo governo del paesaggio inteso in questi termini è infatti fonte di ricadute occupazionali per i professionisti».
«La concezione della Sicilia come porta del Mediterraneo non può avere solo un'accezione negativa in conseguenza dei fenomeni migratori. Attraverso le esperienze e i talenti dell'Isola passano anche le opportunità progettuali che provengono dagli altri Paesi - ha commentato il direttore di Paysage Topscape Novella B. Cappelletti - la Sicilia è quindi un laboratorio straordinario per l'architettura del paesaggio, basti pensare alle best practice che oggi presentiamo e che sono tutte di matrice mediterranea». Il progetto di recupero urbanistico del Corso Martiri della Libertà a Catania - curato dallo Studio Mario Cucinella Architects - è tra gli esempi positivi illustrati alla platea. La sua importanza è stata sottolineata anche dall'assessore all'Urbanistica del Comune di Catania Salvo di Salvo, che ha ribadito l'approccio multidisciplinare adottato dalla città etnea: dalla creazione di nuovi e grandi spazi verdi al prezioso collegamento con il porto e il waterfront. 
Promotore in prima linea dell'iniziativa anche l'Ance Catania, rappresentata per l'occasione dal presidente dei giovani costruttori Salvo Messina: «È necessario abolire ogni forma di consumo del suolo e di speculazione edilizia, oggi il futuro delle costruzioni è nel recupero intelligente degli edifici esistenti». Hanno portato i saluti delle istituzioni anche il tesoriere dell'Ordine degli Ingegneri di Catania Giuseppe D'Urso, presente anche in qualità di assessore del Comune di Giarre, e il presidente del Collegio provinciale dei Geometri Paolo Nicolosi. Ha inaugurato i lavori Mario Faro, Ceo di Piante Faro, a cui hanno fatto seguito le relazioni di numerosi e illustri architetti di fama mondiale, tra cui lo spagnolo Jordi Bellmunt, il francese Henry Bava, e il siriano Mohammad Shadi Hamwi

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