Sovra indebitamento, a Catania il giudice abbatte il debito e riconosce “il dignitoso tenore di vita delle persone”

“Da oggi ho ripreso in mano la mia vita, pagherò i miei debiti a testa alta, potendo garantire un minimo sostentamento alla mia famiglia”. E’ commosso Pietro, il cinquantenne cataneseche ieri s’è visto omologare dalla Sesta Sezione del Tribunale Civile di Catania il piano di ristrutturazione del debito, presentato con l’Associazione Diritti del Debitore e Federconsumatori, abbattuto del 40 per cento, da 38 mila euro a 21 mila euro, da pagare in sette anni con rate da 239 euro al mese.Il suo indebitamento era cominciato con una carta revolving per l’acquisto di oggetti, diventato irrecuperabile quando la moglie per motivi di salute ha dovuto lasciare il posto di lavoro. Pietro ha voluto raccontare la sua storia perché altri padri di famiglia nelle sue stesse condizioni nonsi lascino sopraffare dalla disperazione.

“Catania registra il secondo e il terzo caso d’Italia in cui il giudice ha riconosciuto l’indebitamento incolpevole di una famiglia, omologando il piano di ristrutturazionegarantendo innanzitutto il recupero della dignità di chi non arriva più a pagare le proprie esposizioni – ha dichiarato il presidente Tuccio Alessandro, associazione Diritti dei Debitori – ci sono altre 20 procedure in corso e l’iter può riguardare non solo i privati ma anche le aziende”.

“Nessuno si deve sentire solo di fronte a una situazione di difficoltà – ha aggiunto Clelia Papale, Federconsumatori Catania – nessuno si deve vergognare di utilizzare gli strumenti che oggila legge offre per uscire da questo stato di angoscia, il successo vero è stato restituire la dignità alle persone”.

A due anni dall’entrata in vigore della Legge 3/2012, concui il governo nazionale nel luglio del 2012 ha previsto il fenomeno del sovra-indebitamento, recependo una normativa europea, a Catania dunque sono due i casi in cui il giudice Marisa AcagninodellaSesta Sezione Civile del Tribunaleha omologato con decreto il “piano volontario di ristrutturazione del debito” di due famiglie catanesi sopraffatte da rate e di interessi, accogliendo la richiesta dell’abbattimento di quasi il 40 per cento della somma dovuta e l’allungamento del periodo di restituzione del restante importo.

Per la prima volta il giudice ha attuato una fondamentale inversione di tendenza, basando il ragionamento giuridico sulla necessità di valutare e garantire innanzitutto il mantenimento della famiglia “con un tenore di vita dignitoso delle persone”.

Accanto alla storia di Pietro, c’è anche quella, più drammatica, di una giovane famiglia di quarantenni, lui un lavoratore con un contratto a tempo indeterminato, due figli di 3 e 5 anni, la moglie casalinga. Si erano rivolti all’Associazione I Diritti del Debitore perché avevano cominciato a indebitarsi per la ristrutturazione della propria abitazione con la ragionevole prospettiva di potervi fare fronte”,cadendo poiin un vortice di nuove obbligazioni e rate che dal 2008 ad oggi gli hanno fatto accumulare prestiti con sette finanziarie e due banche e una esposizione di quasi millee 700 euro al mese a fronte di uno stipendio di 1900 euro. Per la famiglia rimanevano poco più di 200 euro. Il magistrato riconoscendo l’impossibilità del nucleo familiare di poter andare avanti, ha riconosciuto la fondatezza della richiesta di ristrutturazione del debito, redatta dall’avvocato Fabio Liotta di FederconsumatoriCataniae ha acconsentito perché il debito venisse ridotto da 112.510,96 euro a 72.688,32rimodulando il pagamento del residuo indieci anni, 120 rate, al tasso del 2.22% con una rata complessiva dieuro 700,72, direttamente detratta dalla busta paga. La famiglia ora avrà un reddito mensile disponibile di mille e 200 in grado di mantenere un dignitoso tenore di vita.

“Innanzitutto chi presenta l’istanza deve rispondere a precisi requisiti, l’improvvisa mutazione delle condizioni economiche, come la perdita del posto di lavoro e riconosciuto lo stato di indebitamento incolpevole–spiega l’avvocato Liotta – la richiesta di ristrutturazione poi deve contenere un bilanciamento tra debito e credito, in modo da tutelare la posizione anche dei creditori, i quali partecipano al piano garantendosi seppur in forma ridotta il pagamento che in altro modo sarebbe stato insolvente”

Grande soddisfazione espressa daSalvatore Alessandro, presidentedell’Associazione I Diritti del debitore e Clelia Papale, presidente Federconsumatoridi Catania, che in questi due anni hanno saputo portare avanti una campagna di informazione e sostegno alle famiglie catanesie siciliane colpite da un fenomeno che oggi sfiora la percentuale drammatica del 65 per cento.

“Sono i nuovi poveri, caduti nella spirale del “sovra indebitamento” – spiega il presidente dell’Associazione Diritti del Debitore, Salvatore Alessandro –Sono tanti i fattori che hanno portato a quello stato permanente di disagio per milioni di famigliein 11 annisono aumentate del 30%, tasse, bollette mensili e inflazione, ma a pesare è anche il fatto che le stesse famiglie sovra indebitate costituiscono un sostegno di figli e nipoti disoccupati o in cassa integrazione. Il loro potere di acquisto e la loro capacità di risparmio s’è ridotta del 50 per cento, perdendo allo stesso tempo la capacità di contrarre nuovi debiti, ora negati da banche e finanziarie nonostante essi continuino a percepire un reddito mensile”.

Dal 2007 l’offerta di credito alle famiglie e alle piccole e medie imprese ha cominciato a contrarsi dopo anni caratterizzati da bassi tassi di interesse e da una grande disponibilità finanziaria. Una enorme liquidità erogata sottoforma di mutui e prestiti utilizzati col passare del tempo, sempre più, per coprire precedenti indebitamenti. E così, debito su debito è stata creata l’illusione di una crescita senza fine, colpevole una politica “miope” che haguardato ai facili guadagni immediati, senza preoccuparsi del baratro che da lì a breve si sarebbe aperto per le famiglie e per le piccole e medie imprese

La legge 3 del 2012definisce il fenomeno del sovra indebitamento: “Una situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, nonché la definitiva incapacità del debitore di adempiere regolarmente le proprie obbligazioni.

L’ultima fotografia fornita dalle rilevazioni statistiche (Banca D’Italia, CGIA Mestre, Confcommercio) indica il 65%di famiglie in stato di sovra-indebitamento, 26% difamiglie in stato di povertà, 8% di famiglie in stato di povertà assoluta. Negli ultimi 10 anni, inoltre, l’inflazione è aumentata del 25,4% (diminuzione potere di acquisto, risparmio, indebitamento), e l’indebitamento medio delle famiglie è cresciuto del 140%. Solo nell’ultimo anno: disoccupazione Mezzogiorno + 4 %, consumi alimentari – 3,9% , servizi -3,7%, abbigliamento e calzature -4%.

 

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