I commercialisti sui tributi immobiliari: «non occorre cambiare sigle ma chiarire il sistema»

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Non più Imu ma Iuc, l’Imposta Unica Comunale annunciata nelle ultime ore dalle cronache nazionali e di cui presto sarà presentato l’emendamento al Senato. Ancora una volta in tema di tributi immobiliari cambiano i nomi ma poco la sostanza. «Lo scenario legislativo è convulso e fittissimo di novità proclamate e poi non finalizzate. È importante invece fare chiarezza e trovare con i colleghi e gli esperti del settore le vie per venir fuori da questo ginepraio che si è venuto a determinare, soprattutto in questi ultimi giorni». Così il presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (Odcec) di Catania Sebastiano Truglio ha introdotto i lavori del convegno su “La Riforma della tassazione sugli immobili” svoltosi ieri pomeriggio (26 novembre) all’Aga Hotel, e seguito da una folta platea di professionisti interessati alla delicata e quanto mai attuale tematica.

«La riforma probabilmente entrerà in vigore nel 2014 – ha specificato il consigliere delegato dell’Ordine alla formazione Giorgio Sangiorgio, che ha moderato l’incontro – la sua definizione da parte del legislatore ha richiesto tempi più lunghi rispetto al previsto. Ma è utile da subito, per la nostra categoria, fare il punto sulla fiscalità indiretta e diretta nel settore immobiliare: da una parte le problematiche complesse che riguardano l’IVA e le altre imposte indirette, soprattutto in caso di locazione o cessione di beni immobili; dall’altra le problematiche relative alle imposte di redditi, sia con riferimento al mondo delle imprese che alle persone fisiche. Aggiornare i professionisti significare rendere migliore l’efficacia delle misure governative, naturalmente nel caso in cui queste siano certe e ben predisposte».

Una materia che è stata ridisciplinata è, ad esempio, quella del leasing immobiliare, una forma di investimento spesso preferita al tradizionale mutuo, attraverso cui la società di leasing acquista o fa costruire l’immobile scelto dall’acquirente in base alle proprie esigenze. Al termine del contratto, lo stesso acquirente, dopo aver beneficiato della deduzione dei canoni dal reddito imponibile, può acquistare l’immobile al prezzo prefissato al momento della stipula.

Nel corso del convegno ne ha parlato il commercialista catanese Bruno Munzone, al tavolo insieme all’altro relatore, Roberto Protani, collega dell’Ordine di Latina. «Sul leasing immobiliare – ha spiegato Munzone – in precedenza era stata prevista una deducibilità fiscale dei canoni laddove la durata prevedeva un certo numero di anni; adesso il legislatore ha rinnovato questa fattispecie creando un doppio binario: quello civile ai fini del bilancio, e quello fiscale della disciplina delle imposte. In altre parole se la durata del contratto è inferiore a un determinato lasso di tempo ci saranno delle riprese a tassazione, e dunque delle variazioni in aumento piuttosto che in diminuzione».

 

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