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Quando l’impresa è un “affare di famiglia”

foto 13 giugno

 

«Imprese di famiglia tra ricambio generazionale e scelte gestionali. Oggi come negli anni ‘70, la transizione può rappresentare un momento di sviluppo, di rinnovamento imprenditoriale: basta farlo utilizzando corretti strumenti civilistici e tributari garantiti dal sistema normativo (pensiamo alla legge 55 del 14 febbraio 2006 che regola il patto di famiglia) e da specifici istituti quali il trust, per garantire continuità patrimoniale seppur nell’ottica della trasformazione». Lo ha detto l’economista Antonio Pogliese, durante il convegno “Il cambio generazionale nell’economia siciliana”, che si è svolto lo scorsogiovedì pomeriggio all’Hotel Nettuno di Catania. Un momento che è servito per fare il punto della situazione sul modello aziendale maggiormente diffuso nella nostra Isola: quello del family business, «che secondo recenti studi - continua Pogliese – incide per il 68 per cento sul sistema imprenditoriale siciliano (10 punti in più rispetto al resto d’Italia) e che ha dimostrato di reggere meglio in momenti di crisi come questi, registrando perfino un tasso di crescita in controtendenza rispetto allo scenario nazionale».

A testimoniare uno dei casi di unità familiare e condivisione di valori, una delle realtà imprenditoriali che è rimasta ancorata al passato pur guardando al futuro, è stata Lidia Finocchiaro, che da poco ha preso le redini dell’azienda di papà Alfio: la Eurofarm. Una società per azioni “made in Sicily”, costituita nel 1979 nella zona industriale di Piano Tavola, oggi formata da giovani, che è riuscita a superare il delicato e critico momento del passaggio generazionale, affermandosi in un mercato sempre più competitivo com’è quello parafarmaceutico. Un vero e proprio case study, un modello di buone prassi, analizzato alla presenza di docenti universitari, rappresentanti di istituti bancari e portatori d’interesse del panorama locale economico e istituzionale: «Sono numerose le ricerche - nazionali ed europee - che indicano che circa un terzo delle imprese che si trova a gestire il momento del passaggio deve confrontarsi con diverse difficoltà che possono metterne a rischio la continuità competitiva – ha spiegato Lidia Finocchiaro – una governance consapevole, la pianificazione e la preparazione delle risorse imprenditoriali diventano, dunque, concetti chiave nonché azioni per assicurare un processo di trasformazione e di sviluppo volto all’internazionalizzazione. Dall’affermazione della leadership alla trasmissione di ambiziosi e innovativi obiettivi, non è stato semplice trovare nuovi punti di equilibrio, ma ho cercato un’investitura che partisse dal basso e che, gradualmente, potesse portare alla condivisione delle prospettive aziendali».

Un processo reso possibile grazie anche alle sinergie con il territorio: come nel caso di quest’azienda etnea, che ha avviato un partenariato con l’Università degli Studi di Catania, ieri illustrato dal professore Antonino Grasso. Tra i relatori anche l’ex sindaco di Belpasso Alfio Papale, che ha sottolineato «l’importanza del contesto in cui un’impresa nasce e si sviluppa, con ricadute positive e concrete. In uno scenario dove “pensare locale e agire globale” non è soltanto uno slogan ma una vera e propria filosofia imprenditoriale».

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