Manfredonia - Non si può più nascere, ma non fateci morire

Si è svolta questa mattina l’annunciata conferenza stampa, presso il Consultorio di Manfredonia in via Barletta, convocata in men che non si dica dall’Assessore Regionale alla Salute, Elena Gentile, con il Direttore Generale dell’A.S.L. Foggia, Attilio Manfrini, in risposta al tavolo istituzionale invocato dall’Amministrazione Comunale con la sortita di venerdì tra le corsie dell’ospedale San Camillo de Lellis.

Tanto la Gentile quanto Manfrini sono stati cortesi nell’accettare la presenza, all’interno della sala conferenze, anche di tutti coloro che non sono operatori dell’informazione. C’erano giornalisti accanto a medici, infermieri, personale sanitario. C’era il Sindaco Riccardi. C’era il Consigliere Regionale Ognissanti. C’erano gli Assessori Comunali Angelillis, Gallifuoco, Palumbo, Rinaldi, Zingariello. C’erano tanti cittadini manfredoniani preoccupati del futuro perché sconsolati già dal presente del nostro ospedale.

Ci auguriamo che sia permesso dire “nostro” ospedale, e se non fosse così, lo vogliamo dire lo stesso. Il nostro ospedale. Non per spirito polemico nei confronti di chi contesta, con toni un po’ sopra le righe, il diritto alla salute che non è una concessione benevola. Il San Camillo de Lellis è il nostro ospedale. L’ospedale di tutti i manfredoniani e di tanti ma davvero tanti cittadini di comuni limitrofi, dei turisti che affollano la città d’estate e gremiscono la Riviera Sud.

Si chiede di fare rete, di fare squadra, di remare tutti nella stessa direzione. Bei propositi, anche nobili e perfettamente condivisibili. Camminare fianco a fianco, in un periodo storico che è difficile per tutti, è l’unico modo per fronteggiare le secche in cui gli enti navigano. E’ scritto nero su bianco, condivisibile o meno che possa essere, cosa deve essere potenziato e quali invece sono i costi che non possono essere più sostenuti.

C’è da tagliare il punto nascita a Manfredonia? Zac! In un batter d’occhi ci si è attenuti a quanto prevede il Piano di Riordino. Diciamo che è ineccepibile, anche se non lo è in considerazione del fatto che il dato di Manfredonia è fortemente inficiato dalla chiusura del reparto, nel 2009, per quattro lunghi mesi. Chiusura non voluta dalle pazienti, chiusura non voluta dagli operatori tutti, chiusura dovuta alla mancanza di personale. C’è da tagliare a Ostuni, Canosa, Gallipoli? La risposta è “Lo faremo”. Come gli altri “lo faremo” per tante altre urgenze e carenze che rischiano di portare inesorabilmente alla chiusura del nostro ospedale.
E’ triste, ma vera la considerazione del Sindaco, Angelo Riccardi, a cui è stata concessa “obtorto collo” la parola ed al quale sono state negate risposte a domande ben precise e documentate. “A Manfredonia non si può più nascere, chissà se riusciremo almeno a non morire”.

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