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Sono iniziati questa settimana i lavori per la realizzazione di un campo polivalente coperto, presso l’area di pertinenza dell’Istituto Polivalente I.I.S.S. (Liceo Classico, Istituto Tecnico per Geometri, Istituto Tecnico Industriale ed Istituto Nautico), sito in Via Tenente Troiano. I 452.000 euro necessari per la struttura provengono dal PON “Sicurezza per lo sviluppo – Obiettivo convergenza 2007/2013” ed è stata la Provincia di Foggia ad emettere il relativo bando. L’Amministrazione ha coadiuvato il lavoro svolto dalla Provincia e gli uffici comunali del settore Urbanistica hanno rilasciato il permesso di costruire a titolo gratuito.

“La nostra è una città nella quale la richiesta di impianti sportivi per i giovani – commenta il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi - è sempre in evoluzione. I tagli alla spesa pubblica, decisi in questi anni dal Governo, frenano la possibilità di investire nell’impiantistica sportiva mentre, invece, investire nel mondo della scuola oggi consentirebbe la costruzione di una società migliore domani, con cittadini consapevoli e fortemente motivati. Nel caso di specie l’ora di educazione fisica degli studenti si svolge presso la struttura comunale del Palazzetto dello Sport, ciò significa percorrere diverse centinaia di metri per raggiungerlo. Una volta portato a compimento il campo coperto – aggiunge Riccardi - si potrà, finalmente, restituire una più agevole pratica sportiva ai giovani nelle ore di lezione, permettendo quel felice connubio che vuole sempre più connessa l’attività del corpo con le funzioni della mente”.

Il campo polivalente per la pratica della pallacanestro e della pallavolo, all’interno nell’area di pertinenza delle scuole, lungo 44 metri e largo 24, sarà dotato di una copertura con 8 archi in legno lamellare e doppia membrana in PVC, con relativo impianto di illuminazione e riscaldamento. La tensostruttura poggerà su una fondazione in cemento armato e per i servizi di supporto sarà realizzato un blocco spogliatoio, con locali fruibili anche a struttura scolastica chiusa.

La pavimentazione sarà realizzata a base di gomma, naturale e sintetica, esente da alogeni, cadmio, formaldeide ed amianto, oltre che resistente a tutti i prodotti chimici usati normalmente per la pulizia ed alle eventuali bruciature. Il termine ultimo per il completamento dei lavori è fissato in quattordici settimane dalla data del verbale di consegna.

“Ribadisco – conclude il sindaco – come lo sport sia uno strumento fondamentale per diffondere valori educativi e sociali, ma anche quelli legati all’adozione di corretti e salutari stili di vita. Resta tra gli obiettivi primari, perciò, lo sviluppo dell’impiantistica sportiva scolastica per favorire la pratica sportiva in età scolare, dotando di infrastrutture idonee il maggior numero possibile di scuole sul territorio”.

Faetopanorama

“(…) Siamo onorati di avere il Comune di Faeto tra i soci BAI (Borghi Autentici d’Italia), e auspichiamo un futuro di collaborazione attiva tra il Suo Ente e l’Associazione.” … Questo l’incipit della comunicazione con cui formalmente l’Associazione “Borghi Autentici d’Italia” ha aggiunto Faeto, il comune francoprovenzale in provincia di Foggia, ai già aderenti 201 piccoli comuni di tutt’Italia.

La rete Borghi Autentici è costituita in Associazione alla quale aderiscono piccoli comuni, enti

territoriali ed organismi misti di sviluppo locale: è una rete fra territori italiani i cui protagonisti sono le comunità, gli amministratori locali e gli operatori economici e sociali del luogo.

E’ un’occasione straordinaria per il comune di Faeto- dichiara il sindaco Melillo- l’adesione a Borghi Autentici, fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale –prosegue il primo cittadino- ha come obiettivo quello di innescare sul nostro territorio un processo di cambiamento e miglioramento partendo dalle risorse e dalle opportunità presenti, per contribuire ad innalzare il livello di qualità di vita della nostra comunità.”

Borghi Autentici è un’Associazione indipendente sul piano politico, economico ed istituzionale che promuove un percorso articolato di sviluppo in sede locale, un approccio che considera i patrimoni esistenti quali punti di partenza per costruire strategie concrete e attuabili di crescita.

Borghi Autentici collabora e sviluppa azioni comuni con l’A.I.T.R. (Associazione Italiana del turismo Responsabile), la RES TIPICA (Rete delle Associazioni delle Città d’identità dell’ANCI), l’EARTH (Rete Europea per il Turismo Sostenibile), la Legambiente Turismo, l’Associazione UNI (normazione) e la Fondazione “Angelo Vassallo”.

Un territorio e una comunità che aderiscono all’Associazione Borghi Autentici d’Italia, compiono

una scelta precisa di tipo strategico, come si legge nel “Manifesto dei Borghi Autentici”, approvato e sottoscritto dal Comune di Faeto . L’impegno riguarda l’avvio e lo sviluppo di un percorso contrassegnato dalla prospettiva di “fare qualità” nel tempo al fine di conseguire un concreto innalzamento delle condizioni di vita locale; nella seconda prospettiva strategica si inserisce il progetto di messa a punto di una “Comunità Ospitale”, un sistema di offerta turistica e territoriale che si basa sul concetto di facilitare l’inclusione di persone provenienti dall’esterno interessate a conoscere lo stile di vita e le risorse del luogo.

L’adesione a Borghi Autentici – sostiene il Melillo - ci consentirà di avviare un piano di valorizzazione del borgo e del suo territorio quale destinazione sostenibile per il turismo; di migliorare la qualità di vita del paese, il tutto finalizzato alla creazione di una “Piattaforma

di accoglienza”.

A tal fine, nel “Manifesto dei Borghi Autentici d’Italia”, si propongono diversi progetti pilota con lo scopo di promuovere percorsi sperimentali come le Botteghe dei Sapori Autentici (punto vendita dedicato alla valorizzazione e commercializzazione dei prodotti locali), i Borghi della Felicità (concepire una strategia di sviluppo locale incentrata sulla persona, in grado di fornire risultati in termini di incremento gioia/benessere nei cittadini), il Paesaggio e biodiversità autentici (sviluppo di un percorso di pianificazione comunale finalizzato a tutelare il patrimonio di biodiversità locale e promuovere la gestione e manutenzione del verde pubblico, nel quadro di una strategia di valorizzazione del paesaggio).

La Giunta Comunale ha avviato le procedure necessarie affinché si istituisca l’Ecomuseo di Manfredonia e che lo stesso, in base al regolamento della Regione Puglia recante la definizione dei criteri e dei requisiti da soddisfare, venga riconosciuto come “ecomuseo di interesse regionale”. Una proposta che nasce in risposta alle esigenze espresse da numerose associazioni culturali e ambientaliste di Manfredonia.

Il termine “museo” porta a pensare ad un palazzo da visitare, a oggetti da osservare perché chiusi in teche e simili, a corridoi da percorrere; nell’ecomuseo, invece, l’oggetto di studio non è una collezione fisica, ma è il patrimonio di una comunità, i suoi valori, la sua storia e la sua identità. Esso non raggiunge un pubblico, ma coinvolge la popolazione che vive e lavora sul territorio e che si identifica in esso.

Un ecomuseo del paesaggio pone al centro della propria attenzione tutto il territorio come un museo diffuso, dove rendere nuovamente leggibile e apprezzabile, in primo luogo alla sua popolazione, l’identità e la diversità del proprio paesaggio, la cultura materiale e immateriale qui radicata nei secoli, le caratteristiche e i valori che possano orientare con maggiore coerenza scelte di sviluppo sostenibile.

L’Amministrazione persegue il fine di conservare, tutelare e valorizzare il patrimonio della nostra città e del suo territorio, “promuovendo e sviluppando attività ed iniziative – si legge nella delibera - volte alla gestione dei beni culturali, archeologici e naturalistici ed alla conoscenza del patrimonio di storia e tradizioni”.

“L’istituendo ecomuseo – spiega l’assessore alle Risorse del territorio Antonio Angelillis - includerà il patrimonio culturale e ambientale disponibile sull’intero territorio comunale, anche grazie agli interventi di recupero e valorizzazione, con fondi che potranno essere attinti dal POIn Attrattori Culturali”.

L’obiettivo è quello di promuovere il patrimonio culturale, sociale e ambientale locale, in una dimensione prevalentemente immateriale, a beneficio della popolazione; l’ecomuseo può contribuire alla formazione del sentimento di identità della popolazione, promuovendo dinamiche sociali positive e migliorando la qualità della vita dei cittadini.
Uno strumento di gestione per accrescere la consapevolezza del valore del proprio territorio. Gli abitanti imparano a conoscere, gestire e valorizzare il proprio paesaggio, la propria storia e identità, le risorse, i luoghi, gli itinerari, i saperi, i prodotti materiali, artigianali, artistici e culturali, contribuendo ad aumentare le occasioni di sviluppo e le possibilità di farsi conoscere in modo diverso dagli ospiti, creando, quindi, nuove opportunità di lavoro”, conclude il sindaco Angelo Riccardi.



Quadro_dopo

Quadro_prima

Lo “Sposalizio della vergine Maria al casto Giuseppe”, la tela settecentesca attribuita all'artista campano Paolo De Maio, è stata riportata al suo antico splendore, grazie al restauro supportato dal finanziamento della Fondazione Banca del Monte di Foggia, e ricollocata nella chiesa di San Domenico a Lucera, che da sempre la ospita.

Il dipinto era stato commissionato nel 1728 dalla famiglia Della Rocca come atto devozionale a beneficio della chiesa lucerina.

Rappresenta l’episodio narrato nei vangeli apocrifi, con l’ovvia attenzione per le nozze, rappresentate in primo piano con le figure dominanti di Maria, Giuseppe e il sacerdote, la presenza di personaggi secondari posti in secondo piano e uno sfondo di architetture ed altri personaggi minori.

Il quadro versava in pessime condizioni di conservazione: la tela presentava “allentamenti” e pieghe, causati dall’indebolimento del telaio di legno di supporto, che non assicurava più la tensione del tessuto. Notevoli erano le alterazioni cromatiche, derivate da depositi di polveri atmosferiche e dal oscuramento dell’immagine causato dall’ossidazione degli oli utilizzati come protettivi o come ravvivanti per i colori. Lungo i lati del dipinto comparivano numerosi fori di diverse dimensioni risalenti, con ogni probabilità, alla collocazione originaria della tela su un precedente supporto.

Tutte evidenze che hanno reso necessario un intervento di restauro il cui progetto, è stato sottoposto alla Fondazione dalla “Maddalena Restauri”, ditta di Biccari specializzata in restauri, diretta da Leonardo Maddalena.

San_Domenico_Lucera

La Fondazione foggiana, nell’ambito della tradizionale attenzione riservata al patrimonio artistico e culturale locale, è intervenuta con un contributo determinante che ha permesso di portare a termine l’importante operazione di recupero. Ogni anno, l’istituzione si affianca ad enti pubblici, associazioni o comunità locali che promuovono interventi di restauro su opere d’arte che arricchiscono il patrimonio territoriale.

Paolo De Maio nacque a Marcianise, il 15 gennaio 1703. Fu pittore di discreta fama, tra i più assidui allievi della scuola del grande Francesco Solimena.

Sulla scorta degli insegnamenti del maestro, aderì in pieno e con convinzione ai canoni del classicismo arcadico. La discreta abilità nel disegno e lo spiccato gusto coloristico -“benché non sia giunto al valore de’ più eccellenti” come scrisse Bernardo de Dominici nella scheda a lui dedicata nell’opera “Vite de' pittori, scultori, ed architetti napoletani” (Napoli, 1742-’45)- gli fruttarono numerose commesse, soprattutto in ambito ecclesiale. Operò principalmente nella provincia campana e a Napoli, ma realizzò anche, ad esempio,  Madonna del Rosario in S. Domenico a Bitonto, nel 1741 una Pietà per il duomo di Foggia, tra il 1748 ed il ‘51 alcuni dipinti per Montecassino (distrutti nel tragico bombardamento del monastero).

Nel 1760, aderì allo stile neoclassico di impronta romana e sviluppò una propensione per la didattica che sfociò nel suo inserimento tra i docenti della accademia borbonica del disegno.

Negli ultimi anni di vita, proseguì un’intensa produzione, sempre su commissione di istituzioni religiose, grazie anche ad un personale, assidua pratica devozionale, mossa da genuino fervore, come emerge da alcune testimonianze epistolari lasciate dall’artista. Morì a Napoli il 20 aprile 1784.

Domenica 1 febbraio, la tela restaurata è stata ufficialmente restituita al culto dei fedeli, nella chiesa di San Domenico, dopo la celebrazione della Santa Messa presieduta dal vescovo di Lucera-Troia, Mons. Domenico Cornacchia. Ad illustrare le vicende che hanno portato alla operazione di recupero del dipinto, sono stati lo stesso vescovo, il rettore della chiesa Don Luigi Di Condio e il prof. Saverio Russo, presidente della Fondazione della Banca del Monte di Foggia.

L’incontro avvenuto, il 28 ottobre scorso, tra la proprietà della Manfredonia Vetro e le Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) ha fatto luce sul momento che sta vivendo l’azienda e sui propositi futuri dello stabilimento ubicato a ridosso di Manfredonia, ma ha lasciato anche qualche perplessità e dubbio.

“Abbiamo appreso che dal 29 novembre prossimo si inizierà a spegnere l’impianto Float e che l’azienda ha chiesto 12 mesi di CIGS. Nel frattempo – commenta il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi – la Valutazione d’Impatto Ambientale per quello che dovrà essere il nuovo forno attende l’autorizzazione della Regione. Ora occorre un grande impegno per scongiurare l’ipotesi, è questa la sensazione di alcuni, che si delocalizzi parte delle seconde lavorazioni”.

Bisogna rispondere ed agire tempestivamente, al fine di tutelare i livelli occupazionali e la capacità produttiva del nostro territorio, concorrendo a costruire le condizioni per evitare l’impoverimento del tessuto produttivo”.

Sono pronto da subito a rendermi parte attiva nel tavolo di confronto, presso l’unità di crisi del Ministero dello Sviluppo economico, auspicato dai sindacati. I sindaci – conclude Angelo Riccardi - hanno ben pochi strumenti a propria disposizione, ma tutti insieme, ai vari livelli istituzionali, aziendali e sindacali, possiamo realizzare un patto virtuoso, capace di continuare a salvaguardare l’occupazione e lo sviluppo”.

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