Le relazioni tra aree protette e agricoltura è stato il tema dell’incontro di questa mattina alla Fiera del Levante nell’ambito di Agrimed.
I relatori, Luigi Trotta dell’Area Politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia, Antonio Sigismondi dell’Ufficio regionale parchi e riserve naturali, Grazia Valentino, ricercatrice dell’Istituto nazionale di economia agraria, hanno delineato la situazione attuale.
In particolare è stata evidenziata la situazione per le attività agricole determinata dai vincoli derivanti dall’istituzione dei parchi. Inoltre, le opportunità e le caratteristiche per l’agricoltura nonché l’analisi sulle colture nelle aree comprese dalla Rete Natura 2000.
Gli effetti dell’istituzione dell’area protetta sono il suo inserimento nella Rete ecologica nazionale e regionale, la conservazione e il ripristino delle risorse naturali, l’aumento della biodiversità, la riduzione della pressione dei detrattori ambientali, l’incremento del controllo e del monitoraggio territoriale.
Le attività sociali ed economiche ricevono priorità nei finanziamenti comunitari, nazionali e regionali; riconversione sostenibile dell’agricoltura; valorizzazione delle attività e delle produzioni tipiche e tradizionali nonché del patrimonio storico e insediativo locale che è così reso fruibile; organizzazione dell’utilizzo dei beni attivando i collegamenti in rete con le altre aree protette; diffusione della conoscenza dell’architettura rurale e in pietra a secco; sviluppo del turismo rivolto alla natura.
L’agricoltura, nelle aree della Rete Natura 2000, ha invece un ruolo determinante per lo sviluppo rurale perché garantisce la gestione ecosostenibile delle risorse ambientali e il mantenimento degli habitat. Si tratta di attuare la politica agricola comunitaria (Pac) attraverso gli strumenti disposti: azioni per incoraggiare gli agricoltori a pratiche rispettose dell’ambiente, sanzioni per gli agricoltori che non rispettano gli obblighi di tutela.