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Si è tenuto presso la Sala Giunta della Città Metropolitana di Bari l’incontro tra Sindaci e Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Cosimo Borraccino, alla presenza del Consigliere Antonio Stragapede “Promozione e coordinamento dello Sviluppo Economico dell’area Metropolitana” che da Maggio 2018 ha avviato il dialogo per la Costituzione del Distretto del Cibo.

“Un’occasione imperdibile per creare sinergia e stretta integrazione per la ricerca, innovazione, competitività, internazionalizzazione per il nostro territorio che merita attenzione in quanto territorio simbolo dell’agricoltura di qualità. E’ un iter che la Città Metropolitana di Bari ha intrapreso alla luce delle disposizioni contenute nella legge di Bilancio 2018, un’iniziativa voluta del MIPAAFT – Ministero delle Politiche Agricole- così introduce il Consigliere Stragapede e aggiunge: - Attraverso tavoli istituzionali con i Comuni  promotori  e con l’obbiettivo di estendere questo percorso virtuoso a tutti i 41 Comuni dell’area metropolitana di Bari, vogliamo procedere con il riconoscimento regionale definitivo,  di concerto (previa intesa) con l’Assessore Regionale all’Agricoltura e Assessore allo Sviluppo Cosimo Borraccino. Pertanto sono convinto che a seguito del riconoscimento e attraverso un programma di Sviluppo verrà avviata una strategia di pianificazione del distretto che nasce dai fabbisogni e dalle Filiere da valorizzare. Sarà un “Distretto Inclusivo” e non esclusivo per alcuni-.

Durante l’incontro sono intervenuti anche i Sindaci:

“Vogliamo essere a favore di questo protocollo inclusivo, a favore di iniziative che siano a sostegno della produzione del cibo di qualità nel settore agroalimentare che inevitabilmente coinvolge l’allevamento.” Entusiasta Maria Pia Di Medio, Sindaco di Cassano delle Murge.

“Come territorio dobbiamo essere consapevoli delle problematiche anche climatiche a cui andiamo incontro, anche per questo siamo pronti a fare scelte che siano a favore dell’agricoltura.” Sindaca Rosa Melodia, Sindaco di Altamura.

“È nostro dovere valorizzare e tutelare un patrimonio che vanta riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Si è appena concluso l’Anno Del Cibo 2018 e dunque fare squadra e fare rete sono sinonimi di collaborazione in vista delle opportunità che questo iter significherà per il nostro territorio. Sindaca di Bitetto, Fiorenza Pascazio.

Favorevole alla costituzione del Distretto del Cibo Metropolitano l’Assessore Cosimo Borraccino alla Sviluppo Economico della Regione Puglia che commenta:

“Questo è uno strumento utile, non solo alla pianificazione economica del nostro territorio ma soprattutto ci permette di investire sull’ambiente che ci circonda e sulla nostra salute. Il nostro territorio deve puntare non solo alla crescita economica ma in primis a continuare a detenere primati in quanto a prodotti di qualità unici nel loro genere. Come Assessore non posse esimermi da dare piena disponibilità per questa iniziativa innovativa ed è un onore collaborare a questo tavolo con i rappresentanti di Comunità che con forza e determinazione lavorano per il territorio.” Conclude l’Assessore Regionale allo Sviluppo Economico.  

Partecipi al tavolo e a favore della costituzione del Distretto del Cibo anche Domenico Incantalupo per il Comune di Bitonto, l’Assessore Felice Lafabiana del Comune di Gravina in Puglia, Gennaro Palladino Vicesindaco di Grumo Appula e ing. Maurizio Montalto dirigente del servizio Sviluppo Economico della Città Metropolitana di Bari e la Vice sindaca Rosa Simone Verni di Sannicandro di Bari.

Il Consigliere Antonio Stragapede chiude l’incontro lanciando il prossimo tavolo al quale saranno presenti i parchi di riferimento dell’area Metropolitana e le Associazioni di Categorie e tutti gli stakeolder dei rispettivi territori.

"Se nei passaggi della filiera venissero riconosciuti prezzi adeguati ai prodotti agricoli in campagna, le imprese agricole sarebbero disposte a pagare gli operai anche oltre quanto definito dal contratto provinciale del lavoro, perché c’è la profonda consapevolezza che vada garantita con ogni mezzo dignità del lavoro sia alle imprese agricole che ai lavoratori", non ha usato mezzi termini Romano Magrini, Responsabile nazionale di Coldiretti Nazionale relazioni sindacali, lavoro, immigrazione e sicurezza, intervenendo ai due incontri con i Parlamentari e con le forze politiche a Foggia e Bari sul delicato tema della semplificazione del mercato del lavoro, a cui hanno partecipato gli Onorevoli L’Abbate (M5S), Pagano (PD), la Senatrice Naturale (M5S), il segretario provinciale di Forza Italia di Foggia Di Mauro, il segretario provinciale PD di Foggia Azzarone e l’ex Onorevole Mongiello.

"Esiste una evidente 'distorsione' nei costi di produzione. Ad esempio, nel prezzo di una passata comprata al supermercato - ha aggiunto Magrini - si paga di più la bottiglia che non il pomodoro che contiene. In una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%) secondo la Coldiretti è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità. Ciò vale per tutte le produzioni agricole, anche per quelle non trasformate, come gli ortaggi e la frutta".

Da qui la richiesta di Coldiretti ai Parlamentari e alla politica per "il necessario pit stop della legge anti caporalato in tempi brevi e certi, uno strumento utile che non va stravolto - ha precisato Magrini – piuttosto va migliorato ciò che non ha funzionato e devono essere previste azioni comuni da intraprendere per far incontrare in maniera trasparente domanda e offerta di lavoro in agricoltura, creando le condizioni di una tangibile e concreta semplificazione, ad iniziare dalle visite mediche preventive, e pulendo le sacche di grigio, a partire dal trasporto dei lavoratori nei campi che rappresenta un aspetto fondamentale del business dei caporali, facendo controlli mirati, in particolare nei confronti delle cooperative senza terra che svolgono solo ed esclusivamente servizi agricoli".

“Ciò passa anche dalla capacità di riuscire finalmente a sfruttare le risorse inutilizzate del Mezzogiorno. Coldiretti lo sta facendo, presentando progetti di sviluppo insieme ai principali gruppi industriali e bancari d’Italia, progetti che realizzano nuovi e moderni strumenti di gestione delle relazioni contrattuali lungo le filiere – ha concluso Magrini - che vogliono rappresentare un modello di coimprenditorialità, sostenibilità economica, ambientale e dello sviluppo dell’occupazione, nel rispetto dell’ambiente e del consumatore”.

“Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera – ha denunciato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - favorito anche da pratiche commerciali sleali come i casi di aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione, nonostante il codice etico firmato dal Ministero delle Politiche Agricole e dalle principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che non coprono neanche i costi di produzione”.

Chiaro il riferimento del presidente Muraglia anche alle responsabilità della politica regionale per il necessario supporto “al processo di crescita degli occupati dipendenti regolari che deve essere sostenuto dallo snellimento delle procedure amministrative e dalla semplificazione attraverso i SuperCAA, dallo sblocco del PSR che consenta ai 5000 giovani che hanno presentato domanda di insediarsi di poter realizzare i propri sogni e a tutte le aziende agricole, che attendono da anni di poter investire, di ampliare le proprie aziende e dare impulso all’innovazione e all’occupazione in agricoltura”.

 

 

 

Un fine settimana ricco di vere e proprie feste per la vendemmia in corso di uva da tavola e da vino, ricorda Coldiretti Bari, a Rutigliano con le celebrazioni della 54^ Sagra dell’uva da tavola e su Piazza del Ferrarese a Bari al Mercato di Campagna Amica, dove si stanno sfidando baby vignaiuoli nella pigiatura dell’uva da vino.

“Ogni iniziativa è utile a promuovere la Puglia agricola vera, il vero volto della Puglia produttiva e laboriosa – commenta il Delegato Confederale di Coldiretti Bari, Angelo Corsetti - dai grandi risultati economici nel settore agricolo, che rispetta le regole, fatta di agricoltori instancabili che producono qualità e manutengono l’ambiente e il paesaggio e che sta beneficiando delle azioni messe in atto da Coldiretti, a partire dalle relazioni contrattuali lungo le filiere, per assicurare al produttore agricolo la giusta remunerazione, così come agli operai nelle campagne, fino alle opportunità occupazionali create dal progetto economico di Campagna Amica”.

A Bari i personal trainer della pigiatura di Campagna Amica stanno coadiuvando le famiglie nell’attività di pigiatura, guidandole lungo il percorso sensoriale con informazioni su zona di produzione, caratteristiche organolettiche e chimiche e modalità di servizio e abbinamenti dei più famosi vini di Puglia, mentre a Rutigliano sono esposti in bella mostra i grappoli giganti che nell’annata 2018 hanno raggiunto anche i 5,2 chilogrammi di peso.

“A 15 anni dall’approvazione delle legge di orientamento in agricoltura, fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato le campagne – aggiunge Vito Amendolara, Delegato Confederare delle articolazioni territoriali - i giovani hanno interpretato in chiave innovativa le opportunità offerte dal mondo rurale e oggi il 70 per cento delle imprese under 35 opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta”.

Numerose le attività connesse avviate grazie alla Legge di Orientamento che hanno dato opportunità di lavoro in campagna – conclude Coldiretti Bari - dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

La spesa dal contadino nel 2018 ha segnato un ulteriore incremento, con quasi 6 pugliesi su 10 (58%) che hanno acquistato prodotti agricoli e agroalimentari direttamente dagli agricoltori. E’ uno dei dati delle studio di Coldiretti/Campagna Amica sulla vendita diretta in Puglia nell’ultimo anno, presentato in occasione dell’apertura del primo Mercato contadino regionale che ha aperto i battenti a Brindisi, sulla Via Appia al numero civico 226, con il taglio del nastro del Vescovo dell’Arcidiocesi di Brindisi, Monsignor Domenico Caliandro, alla presenza del Direttore e dl Presidente di Coldiretti Brindisi, Aldo De Sario e Filippo De Miccolis Angelini, promotori convinti ed energici dell’iniziativa, oltre a  numerosi ospiti del mondo sociale, istituzionale ed economico, tra cui il Questore Masciopinto, il Prefetto di Brindisi Valenti e il Sindaco, nonché presidente della Provincia di Brindisi, Riccardo Rossi. Non sono mancati di momenti di show coking con gli agrichef di Campagna Amica  Floriana Fanizza, Carla Nigro, Wanda Magli, Giuseppe Loparco, Pietro Ligorio e Carlo Barnaba che hanno preparato i piatti della tradizione contadini per gli assaggi golosi di rito.

“Con il progetto economico ‘Campagna Amica’, è stata data una risposta alla grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente  attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei Mercati di Campagna Amica e nelle Botteghe regionali, che contano 8.500 giornate di apertura, 650 produttori coinvolti, 22mila giornate lavorative (tra lavoro autonomo e dipendente), 4.500 tonnellate di prodotto commercializzato. I Mercati di Campagna Amica sono divenuti punti di incontro e di prossimità dove, oltre alla vendita diretta, trova spazio la comunicazione, l’informazione, il racconto attorno al cibo, spesso salvato dall’estinzione grazie al lavoro dei custodi della biodiversità, i nostri agricoltori che quotidianamente si impegnano nella produzione e al contempo nella salvaguardia del territorio e dell’ambiente”, ha detto il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

La vendita diretta permette di avere a disposizione cibi più freschi, che durano più a lungo, visto che non devono percorrere lunghe distanze – aggiunge Coldiretti Puglia - permettendo di ridurre al massimo gli sprechi.

“La famiglia pugliese spende mensilmente per il cibo 457 euro – spiega il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – con un prepotente ritorno alla dieta mediterranea e l’aumento della spesa per l’olio d’oliva (+11%), frutta e verdura (entrambe con +4%), pane e pasta (+1%) nonché la riscossa della carne dopo anni di costante calo dei consumi. Contro la crisi della quarta settimana diviene determinante il riequilibrio nei rapporti tra imprese agricole, distribuzione e consumatori con accordi e controlli per la verifica dei margini. Nei Mercati di Campagna Amicai c’è una guida naturale al consumo consapevole, grazie al quale il 56 per cento delle famiglie pugliesi ha ridotto gli sprechi facendo la spesa in modo più oculato magari direttamente dal produttore con l’acquisto di cibi più freschi che durano di più, il 34 per cento ha ridotto le dosi acquistate, il 27 per cento utilizzando quello che avanza per il pasto successivo e il 18 per cento prestando più attenzione alla data di scadenza”.

Il primo Mercato contadino regionale al coperto di Campagna Amica a Brindisi è un vero e proprio salone della biodiversità, del ‘cibo eroico’ salvato dall’estinzione, come il biscotto cegliese, le orecchiette alla malvasia, il fiocchetto di cinghiale, il cremino di capra, il salame alla malvasia, i carciofi brindisini IGP al naturale, raccontati dalla prima raccolta nazionale dei ‘Siglli di Campagna Amica’ mai collezionata prima.

“I “Sigilli” di Campagna Amica sono i prodotti della biodiversità agricola italiana che nel corso dei decenni sono stati strappati all’estinzione o indissolubilmente legati a territori specifici – ha spiegato il Direttore Nazionale della Fondazione Campagna Amica - ai quali si aggiunge la lista delle razze animali che gli imprenditori agricoli di Campagna Amica allevano con passione. Si tratta in totale di 311 prodotti e razze animali raccolti nel corso di un censimento, curato dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica. Nel corso di questo primo studio sono risultati 369 “agricoltori custodi”, di cui il 25% sotto i 40 anni”. Le aziende condotte da questi imprenditori per il 20% producono con il metodo biologico e il 5% è impegnato in attività di agricoltura sociale ai sensi della Legge 141/2015. Dei 311 prodotti della biodiversità censiti, il 90% sono presenti sui banchi di vendita diretta dei mercati di Campagna Amica, mentre il 10% può essere acquistato solo in punti vendita aziendali o durante eventi specifici. Il 16% sono frutti, il 44% è costituito da ortaggi, legumi e cereali, il 30% da derivati di razze animali che sono rappresentate da 55 razze diverse presenti nei registri e nei libri delle razze, il 3% da miele e prodotti spontanei ad alto valore ecosistemico, e infine trasformati di olivi e vitigni per un 7%. “I “Sigilli” di Campagna Amica sono stati raccontati – ha concluso Troccoli - in un apposito atlante grazie ai contributi di accademici e studiosi, una ricerca di carattere sociologico con la presentazione di ricette e storie di agricoltori custodi, per comprendere l’importanza della conservazione di un patrimonio unico al mondo”.

I contadini ‘custodi’ della biodiversità al Mercato di Campagna Amica coperto a Brindisi:

Azienda agricola Fragnite di Ceglie Messapica, Agricola Pugliese Terzodieci di Castellaneta, Agricultura Fanizza di Fasano, Fattorie Grottaminarda Tedesco di San Vito dei Normanni, Viti e Vini Cultori di Brindisi, Azienda agricola Annalisa Greco di Brindisi, Azienda agricola Agrimesagne di Mesagne, Aziena agricola Lillo di Brindisi, Cooperativa Allevatori Valle d’Itria C.A.V.I di Cisternino, Melabacio di Martina Franca, Azienda agricola La Cava Verde di Calimera, Rehomare di Gallipoli, Azienda agricola Liberace di Brindisi, Cantine Due Palme di Cellino San Marco, Azienda Apistica Dimauro di Massafra.

 

 

Boom furti in campagna con 300 milioni di euro di danni in un anno. E’ quanto denunciato da Coldiretti al Ministro degli Interni, Matteo Salvini, in visita in Fiera alla Fattoria Coldiretti, in relazione alle razzie che si moltiplicano nei campi italiani. Il Ministro ha assicurato di attivare ogni provvedimento utile, acquisendo informazioni dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, promosso da Coldiretti.

“Siamo molto preoccupati per le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali pugliesi, dove i nostri agricoltori vivono loro malgrado una quotidianità da far west, fatta di furti di prodotto, alberi, mezzi agricoli, racket e abigeato”, ha denunciato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele,  che ha lanciato l’allarme al Ministro Salvini “rispetto a quanto avverrà nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, quando i quantitativi di olive che si potranno raccogliere, già ridotti all’osso dalle gelate, varranno tanto da essere preda ambita di bande criminali italiane e straniere”.

Il fenomeno della micro e macro criminalità nelle aree rurali pugliesi è divenuto pressante e pericoloso per la stessa incolumità degli agricoltori – denuncia Coldiretti Puglia – e in questo scenario di strisciante diffusione dell’illegalità e clima di pericolosa incertezza, le aziende corrono il forte rischio di perdere competitività.

Si registra un’impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo – rileva Coldiretti Puglia – e non si tratta più soltanto di “ladri di polli”, quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole.

“Assistiamo alla ‘stagionalità’ delle attività criminose in campagna – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – perché squadre ben organizzate rubano l’uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo/aprile, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca. I furti sono praticamente quotidiani – ha concluso Corsetti - tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne e non possiamo permetterci che continui ad essere messa a repentaglio l’incolumità dei nostri produttori”.

Sensibilizzare gli agricoltori circa l’importanza di denunciare è l’obiettivo di Coldiretti Puglia, per analizzare dove si registrano in più larga misura i fenomeni criminosi, quando avvengono i furti, quali sono mezzi e prodotti maggiormente appetibili e come è strutturata la ‘filiera’ della ricettazione per economizzare le attività di polizia, non lasciando isolate le vittime e rassicurandole circa l’anonimato della denuncia non restando isolati.

LA MAPPA DELLA CRIMINALITÀ IN SINTESI:

BARI E BAT - I predoni delle campagne fanno razzia di olive che come diamanti andrebbero sorvegliate di notte e scortate durante i trasferimenti nei frantoi.

I mandanti dei gruppi criminali sono italiani anche se spesso si avvalgono di ‘manodopera’ straniera. Depredano gli oliveti del barese, della BAT, del tarantino e del foggiano. In 2/3 minuti riescono a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante. Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della ‘refurtiva’ che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via. Gli agricoltori, ormai per il terzo anno consecutivo, sono vittime di un fenomeno che si sta consolidando e aggravando nel tempo.

I frantoi sono costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extravergine alla volta delle varie destinazioni italiane per farli scortare fino all’imbocco dell’autostrada, eppure questa è la situazione nella BAT e soprattutto ad Andria, culla dell’olivicoltura pugliese. Il fenomeno che si ripete ogni anno mette a repentaglio l’incolumità stessa degli olivicoltori, costretti a fare ronde diurne e notturne. Le forze dell’ordine hanno un territorio assai vasto da presidiare, pertanto ampie zone non sono pattugliate.

Stessa sorte subiscono mandorle, uva da tavola, uva da vino, perché i gruppi criminali seguono la stagionalità delle produzioni.

Strage di ulivi monumentali nelle campagne del barese a Santo Spirito, nell’area attorno all’aeroporto di Bari e nella zona tra Bitonto, Giovinazzo, Grumo e Palo. Ogni albero garantisce circa un quintale di olive e il paradosso vergognoso della vicenda è che gli ulivi di inestimabile valore sono tagliati per rivendersi la legna o rubati per abbellire le ville.

TARANTO – Anche qui viene denunciato il barbaro e criminale taglio degli ulivi monumentali in provincia di Taranto, localizzato soprattutto nell’agro di Sava e Manduria, una vera e propria strage ad opera di gruppi criminali che tagliano gli ulivi secolari di inestimabile valore per rivendere la legna.

Ogni albero frutta circa 8/10 quintali di legname, un valore inestimabile per guadagnare, poi, solo qualche decina di euro. Sono atti vili che segnano, tra l’altro, la fine dell’attività olivicola dei nostri agricoltori che, prima di poter raccogliere nuovamente olive, dovranno aspettare anni. Per non parlare del taglio dei ceppi e dei tendoni dell’uva da tavola e da vino e dei furti di produzioni agricole di pregio che stanno interessando sia la zona orientale a Manduria, Sava, Maruggio che quella occidentale, con in testa Castellaneta e Palagiano. La situazione nelle campagne è divenuta esplosiva.

FOGGIA - I comuni maggiormente interessati da questo problema sono Cerignola, Lucera, Orta Nova, Torremmaggiore, San Severo, San Marco in Lamis, S. Giovanni Rotondo, Poggio Imperiale, ma il fenomeno è diffuso su tutto il territorio provinciale.

La tipologia di furti risulta essere di varia natura. Si passa dalla sottrazione del raccolto dalle piante in campo, alle aggressioni per il furto dei mezzi agricoli e/o delle attrezzature e/o del bestiame, dei raccolti già messi su cassoni, o addirittura alla sottrazione dei cavi di rame e del ferro. Molto diffusa è la razzia dei mezzi agricoli con la successiva richiesta di riscatto. Le denunce effettivamente presentate decisamente inferiori (circa 20%) agli eventi criminosi accaduti, nonostante le costanti sollecitazioni a denunciare i fatti.

BRINDISI – Si segnalano furti di carciofi, ortaggi, mezzi agricoli quali trattori, scopatrice, furgoni, oltre alla recrudescenza del fenomeno dei furti di ulivi e uva. I mezzi agricoli sono rubati soprattutto durante le ore diurne, nel pieno dello svolgimento delle attività agricole e all’imbrunire si registra il maggior numero di furti di olive.

LECCE - I comuni maggiormente interessati dell’hinterland di Lecce sono Frigole di Lecce, Surbo, Caprarica, Cavallino, Monteroni, Trepuzzi, ecc.

La maggiore incidenza di furti in aree rurali in provincia di Lecce si verificano nell’hinterland della città capoluogo, in particolare nei comuni confinanti con Lecce e immediatamente vicini al confine con la provincia di Brindisi, quali Frigole di Lecce, Surbo, Caprarica, Trepuzzi ecc…

In questi comuni si sono verificati numerosi casi di furti di attrezzature agricole (aratri, scuotitori, atomizzatori, ecc.) e alcuni casi anche di trattori, così come si sono verificati casi di tentativi di furti di olio dai frantoi.

 

 

 

 

 

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