I figli so' tutt'eguali, so' piezz 'ecore, faceva dire Eduardo De Filippo a Filumena Marturano nell'omonima commedia del 1946: i figli sono tutti uguali. “Finalmente, dopo 66 anni, quella che sembrava un'utopia sociale del grande drammaturgo e regista napoletano si è avverata. È una legge di grande civiltà e umanità. Un risultato storico capace di eliminare le profonde discriminazioni che esistono ancora nel nostro Paese”. È quanto ha affermato Luciano Caiazza, dirigente della Cisas, all’indomani dell’approvazione, da parte dell’aula della Camera, della legge che equipara i figli legittimi a quelli naturali. “Sono ben 100mila nel nostro Paese” – ha aggiunto il sindacalista – “il 20 per cento dei bambini. Stessi diritti, insomma, senza distinzioni: sono figli e basta. Il provvedimento, ormai legge, è un testo unificato che ha condensato sei proposte di legge sul tema presentate da centrodestra e centrosinistra. Con le nuove norme” – ha proseguito Caiazza – “viene riconosciuto a tutti i figli, anche quelli naturali, un unico status giuridico ed i bambini nati fuori dal matrimonio potranno avere nonni, zii, fratelli, e più in generale vincoli parentali che prima erano loro negati in assenza di legittimazione. L’Italia si è liberata di un altro fardello” – ha aggiunto – “che, da sempre, ha appesantito e complicato la vita di molte famiglie. Questo significa che il bambino nato fuori del matrimonio può essere riconosciuto dalla madre e dal padre anche se già sposati con altri al momento del concepimento. In più, il testo riconosce ai figli naturali un vincolo di parentela con tutti i familiari e non solo con mamma e papà. In caso di morte dei genitori, il minore verrà affidato ai nonni, agli zii o ai cugini e non dato in adozione come, invece, avviene oggi. Diventa” – ha concluso Luciano Caiazza – “un membro della famiglia a tutti gli effetti. Conseguenze pratiche anche per l’asse ereditario: nessuna differenza. In tutti gli articoli del codice le parole “figli legittimi” e “figli naturali” sono, infatti, sostituite semplicemente da “figli”. Ciò vale anche per i figli gli adottivi. Per loro, però, il vincolo di parentela non c’è nei casi di adozione di persone maggiorenni”.