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“La Sicilia nella Divina Commedia” organizzato in remoto dal Circolo Culturale "L'Agorà"

Proseguono le conversazioni dantesche, organizzate dal Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria, in occasione del l'anno del settecentenario della morte del Sommo Poeta, avvenuta a Ravenna, suo luogo d’esilio, nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321. Il secondo incontro dedicato all’autore della Divina Commedia, padre della lingua italiana, e simbolo dell’unità del nostro Paese, è dedicato alla Sicilia che riveste una fondamentale importanza per il grande fiorentino. Tali interessi, da parte di Dante Alighieri, non sono solo rivolti ai numerosi riferimenti culturali, mitologici e paesaggistici contenuti nella Commedia ed in altre opere, ma anche perché la Sicilia è stata la sede delle corti di Federico II e di Manfredi che hanno dato inizio alla “scuola siciliana”. Una scuola che ha tracciato il primo solco nella formazione della prima Scuola poetica italiana. Pur non essendovi stato fisicamente, le conosce del grande fiorentino sono dovute alla lettura ed allo studio delle fonti letterarie antiche e delle carte di Tolomeo, Dante Alighieri riferisce dell’isola in diversi episodi letterari della Divina Commedia come nel canto VIII del Paradiso dove “la bella Trinacria, che caliga / tra Pachino e Peloro, sopra ‘l golfo / che riceve da Euro maggior briga, / non per Tifeo ma per nascente solfo, / attesi avrebbe li suoi regi ancora, / nati per me di Carlo e di Ridolfo, / se mala segnoria, che sempre accora / li popoli suggetti, non avesse / mosso Palermo a gridar: ‘Mora, mora!’”. In tale occasione oltre agli aspetti geografici, mitologici, vi sono quelli storici, riferiti alla rivolta di Palermo contro gli Angioni. Ma il viaggio dantesco nella terra di Trinacria continua con diversi riferimenti al vulcano Etna, come nel canto di Capaneo, il XIV dell’Inferno, dove il vulcano viene citato come casa dei ciclopi che stanno “in Mongibello a la focina negra”; e anche nel canto XIX del Paradiso: “Vedrassi l’avarizia e la viltate / di quei che guarda l’isola del foco, / ove Anchise finì la lunga etate”. Storia e mito della Sicilia remota si amalgamano nella lettura dantesca, da cui affiorano - tutti nell'Inferno - i nomi di due città isolane tra le più grandi del mondo ellenico, Siracusa e Agrigento. La prima, per il ricordo della tirannide di Dionisio, la  seconda per i riferimenti ad Empedocle, ubicato nel nobile maniero del Limbo. Quindi Siracusa e Agrigento, Syrakousai e Akragas, furono i centri più importanti della Sicilia greca. Entrambe fanno la loro comparsa nella Commedia, per una riflessione storica e filosofica. Legata a Siracusa è la tirannide di Dioniso, citata nel canto XII dell’Inferno. “Quivi si piangon li spietati danni; / […] e Dïonisio fero”; non poteva non mancare un riferimento alla tradizione filosofica siciliana, in questo caso rappresentata da Empedocle, posto nel Limbo – nel canto IV dell’Inferno – a causa della sua nascita in età precristiana: “sentisse amor, per lo qual è chi creda / più volte il mondo in caòsso converso”. Ritornando alla programmazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” la seconda conversazione sarà dedicata alla Calabria con l’intervento del professor Carmelo Lupini, dottore di ricerca in Filologia di testi scientifici, tecnici e documentari latini e greci (Università di Messina). Collabora alle attività della cattedra di Filologia classica, sotto la guida di P. Radici Colace. Ha studiato argomenti di glottologia, dialettologia e antropologia culturale. Si occupa di scritture e lingue antiche, antichi sistemi di numerazione e di calcolo, nonché di dottrine esoteriche, religioni orientali (con particolare riguardo allo Gnosticismo), archeologia e storia antica del bacino del Mediterraneo, delle civiltà del Vicino Oriente e dell’Asia.Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 4 marzo. 

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