Armi chimiche siriane a Gioia Tauro, Green Cross: passo fondamentale per la distruzione in sicurezza

L’organizzazione ambientalista Green Cross accoglie con favore l’arrivo nel porto di Gioia Tauro della nave statunitense Cape Ray, che nelle prossime ore imbarcherà circa 560 tonnellate di iprite (gas mostarda) e precursori chimici dei gas nervini provenienti dagli arsenali siriani per la loro distruzione. Un importante passo avanti, sottolinea l’Ong, per liberare il mondo dalle armi chimiche.

«L’offerta da parte dell’Italia di utilizzare il porto di Gioia Tauro - dichiara il presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio - sottolinea il suo impegno a lavorare per una soluzione pacifica alla crisi siriana e per eliminare le armi di distruzione di massa in tutta la regione. Per questo, mi congratulo con il Governo italiano, gli abitanti di Reggio Calabria, i cittadini di San Ferdinando e gli operai portuali di Gioia Tauro per la loro disponibilità a partecipare a questo passo fondamentale, verso una regione mediterranea più pacifica e meno pericolosa».

I primi container a essere trasferiti sulla Cape Ray saranno quelli del cargo danese Ark Futura, che contengono elementi di “priorità uno”, tra cui oltre 20 tonnellate di iprite. Poi toccherà al trasbordo dal cargo norvegese Taiko. Sarà compito dell’unità militare statunitense “neutralizzare” le molecole tossiche nel Mediterraneo nel corso dei prossimi 2-3 mesi, grazie al “Field deployable hydrolysis system (FDHS)”, un particolare sistema di idrolisi all’interno di un reattore chimico di titanio messo a disposizione dall’esercito Usa.

«Il processo di neutralizzazione è ben noto e già ampiamente utilizzato da Stati Uniti, Russia e altri Paesi», racconta Paul Walker, direttore del programma Sicurezza e sviluppo sostenibile di Green Cross International e coordinatore della Coalizione per la Convenzione per la proibizione delle armi chimiche. «Con acqua e soda caustica gli agenti chimici verranno trasformati in altre sostanze ma poi sarà necessario un ulteriore trattamento per eliminare ulteriormente la tossicità degli effluenti. Questo processo secondario si svolgerà in Germania, Finlandia e Stati Uniti, che riceveranno circa 6.000 tonnellate di effluenti».

Fiero dello sforzo internazionale per eliminare le scorte di armi chimiche della Siria, Paul Walker si complimenta con tutte le parti interessate, in particolare con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC), le Nazioni Unite e gli Stati Uniti. Poi puntualizza la necessità di una regolare diffusione delle informazioni: «Tutti abbiano bisogno di aggiornamenti regolari sul processo di idrolisi, nonché sul successivo smaltimento a terra, per evitare inutili allarmismi, polemiche e opacità. Importante è, inoltre, conoscere i contenuti dell’accordo tra Onu e Governo italiano».

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