Aeroporto, il meridionalismo concreto di Vittorio Feltri

Si è levata lucida, per quanto dolorosa, l’analisi del Direttore di Libero Vittorio Feltri nell’editoriale sul sistema dei trasporti in Calabria e sulla chiusura dell’Aeroporto di Reggio Calabria in particolare – è il commento del Presidente della Camera di commercio di Crotone, Alfio Pugliese  - Il direttore Feltri evidenzia come qualsiasi strategia di sviluppo volta a ridurre il divario tra il ricco Nord ed il disastrato Mezzogiorno diventi fallimentare se non preceduta dalla realizzazione di infrastrutture. Ricorda Feltri la pervasività delle belle parole a sostegno delle aree emarginate del Paese, non accompagnata dalla concretezza dei fatti, ad esclusione degli episodi di ‘foraggiamento’ di oligarchie e consorterie mafiose”.

L’analisi, in piena linea con quanto sostenuto negli anni dall’Ente camerale crotonese, diventerebbe ancora più drammatica se il centro dell’attenzione venisse spostato dalla provincia reggina a quella crotonese. Qui non solo la ‘no fly zone’ è già operativa da mesi, ma si registra l’assenza anche di infrastrutture ferroviarie, stradali nonché il sottoutilizzo delle infrastrutture portuali”.

A Crotone la stazione è diventata il ‘Grand hotel stazione’, capolinea e luogo di pernottamento di extracomunitari in attesa di permesso di soggiorno; l’unico collegamento stradale presente, la statale  106, è soprannominato ‘la strada della morte’, per il numero delle vittime registrato periodicamente, il porto, infrastruttura promettente e dalle evidenti potenzialità, è da anni in attesa dell’auspicato dragaggio e infine anche la pessima autostrada Salerno-Reggio Calabria è un miraggio”.

La chiusura dell’Aeroporto Sant’Anna, unica infrastruttura che collegava la provincia di Crotone al resto di Italia e del mondo, ha sancito per i cittadini crotonesi non solo la fine del diritto costituzionalmente riconosciuto alla mobilità ma anche del diritto alla realizzazione di prospettive professionali ed imprenditoriali, nonché al coinvolgimento attivo e partecipativo alla vita democratica del Paese. Perché, con la chiusura dell’Aeroporto, Crotone è diventato un triste scoglio sperduto nel Mediterraneo. Diventano peregrine, allora, tutte le strategie finalizzate all’attrazione degli investimenti ed alla creazione di nuove imprese, nonché al consolidamento di quelle aziende già esistenti, gestite con coraggio da pochi valorosi imprenditori. Diventa paradossale parlare di internazionalizzazione, quando la logistica grava come un macigno sulla struttura dei costi aziendali, rendendo le imprese crotonesi poco competitive rispetto ai concorrenti nazionali ed esteri. Paradossale ragionare di turismo quando ogni possibilità di ingresso al territorio viene preclusa, ogni attività di valorizzazione e promozione delle numerose bellezze storiche e naturali vanificata dal buco nero di una mobilità ottocentesca”.

A pagare questa esosa ‘bolletta logistica’, come evidenzia anche il rapporto ‘Strategie per le infrastrutture di trasporto e logistica’ allegato al Documento di Economia e Finanza 2016 (deliberato dal Consiglio dei Ministri nello scorso mese di Aprile) è il settore della produzione industriale nonché il turismo – ricorda Pugliese – Eppure si decide di tagliare anche l’unico cordone ombelicale che lega la provincia di Crotone al resto del mondo, tergiversando sulla riapertura come in un astuto gioco di interessi”.

La questione infrastrutturale in Calabria, ed in particolare nella provincia di Crotone, deve essere, quindi, posta in cima all’Agenda del Governo – conclude il Presidente dell’Ente camerale – La nostra provincia non è più disposta a sostenere i costi sociali ed economici di decisioni scellerate, giochi di potere, rigurgiti storici da servi della gleba. Si riapra l’aeroporto di Crotone alla luce di un Piano industriale sostenibile e coerente a livello regionale; si concretizzino le opere di ampliamento finalizzate alla velocizzazione dei traffici sul tratto crotonese della SS 106; si investa sul ripristino dei collegamenti ferroviari; si completi, una volta per tutte, il dragaggio del porto che consentirebbe anche alle navi di grande pescaggio di far sosta a Crotone. Sono questi i quattro pilastri dello sviluppo del territorio crotonese. I restanti, come scrive Feltri, sono solo ‘ragionamenti cretini’ e lacrime di coccodrillo”.

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