Concerto della giovanissima Teresa Campana

Teresa Campana 2

Ancora un appuntamento all’insegna della grande musica pianistica con la giovanissima interprete Teresa Campana, è stato quello al quale abbiamo assistito, Domenica 01 Marzo, presso l’Auditorium del Liceo Musicale “O.Stillo” organizzato sempre dalla Società Beethoven Acam di Crotone.

Giovanissima di grande ed indiscusso talento, la Campana ha saputo costruire un percorso pianistico nel quale il tema e il filo conduttore ne era “l’amore” che come diceva Berlioz “sa scavare nei meandri insondabili dell’animo umano”.

Il programma, molto bello ed accattivante comprendeva infatti: J.S.Bach – A.Siloti – Prelude, F.Chopin - Valzer op.69 n. 2, L. Van Beethoven - Sonata “Al chiaro di luna” op. 27 n. 2, F.Chopin - Notturno op. 9 n. 2, F.Liszt - Notturno “Sogno d'amore” n. 3, F.liszt - Rapsodia ungherese n. 12 in do diesis min.

Una tecnica ed una tenuta della tastiera, quella evidenziata dalla Teresa Campana, solita e sicura, sulla ha saputo esporre con chiarezza differenziando con gradazioni di tocco e di colore i disegni sovrapposti delle varie composizioni eseguite, evocandone quel senso di perdita di catastrofe emozionale, che ogni brano può ispirare al di là del trionfalismo di facciata.

Sono stati tanti gli spunti originali fatti emergere in virtù di un virtuosismo pianistico che non ha bisogno di dimostrare nulla e quindi è interamente votato alla resa netta dell’ostica ed inquieta scrittura d’autore, accettando scomodità e ruvidezze come corsie privilegiate d’interpretazione.

Un Bach che, anche nelle piccole composizioni, sa riassumere e compendiare secoli di polifonia, è stato quello presentato dalla Campana al quale è seguito un Chopin elegante aristocratico e ricco di poesia, mentre in Beethoven ha saputo con coerenza e raffinatezza sottolineare le varie fasi della Sonata passando dall’innata contemplazione del Mistero del dolore umano in un clima d’inesorabile falsità dell’andante ad un “presto” che evidenziava tutta la furia proterva dagli eroi di Eschilo in lotta contro il fato.

In Liszt, invece la pianista ha saputo coerentemente mettere in luce la sua anima contrastata fra “metà francescana e metà tzicana” senza però che venisse minimamente scalfita la sua innata effusione lirica e la sua spesso esagerata virtuosità tecnica.

Una bella serata coronata da un pubblico entusiasta e partecipe che ha saputo sottolineare con calorosi applausi le varie fasi del recital ricambiati dalla pianista con numerosi bis.

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