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Camere di Commercio, Casartigiani scrive a Renzi

Osservazioni in merito alla riforma delle Camere di Commercio Italiane così come prevista dal decreto legge n. 90 del 24 giugno 2014.

Sottoscrivo la presente nella mia qualità di Segretario Generale della CASARTIGIANI di Crotone.

Fermo restando che siamo tutti   d’accordo sulla semplificazione e la trasparenza amministrativa. Tuttavia, per quanto riguarda la riduzione e l’accorpamento non ci trova totalmente d’accordo per i motivi che di seguito andiamo a spiegare:

a)   Le Camere di Commercio svolgono un ruolo fondamentale nel territorio di propria competenza, fanno attività promozionali a sostegno delle imprese con interventi di tipo economico e finanziario dando la possibilità alle Micro Impresen di potersi internazionalizzare, valorizzazione del turismo, e per quanto riguarda il territorio Calabrese, in particolare la Provincia di Crotone, la Camera di Commercio ha fatto interventi di tipo finanziario molto importanti, ma allo stesso tempo sofferti avendo un Bilancio finanziario che non ci permetterebbe di sopportare tali interventi;

b) Nel quinquennio di Consiliatura trascorso, in cui il sottoscritto ha svolto le funzioni di Consigliere, abbiamo finanziato l’attività dell’aeroporto con € 1.700.000,00 – unmilionesettecentomila- per permettere la normale attività rivolta al rilancio e sostegno del turismo che è l’unico canale per la ripresa economica del nostro territorio;

c)   Abbiamo   Consentito  l’accesso  al   credito   alle  piccole   Imprese   mettendo  a disposizione una somma importante per garantire i finanziamenti fino a € 30.000,00 e dando loro la possibilità di restituire la somma a tasso zero di cui la Camera di Commercio si è fatta carico.

d) Abbiamo fatto e continuiamo a fare promozione per la partecipazione a fiere espositive Nazionali e Internazionali mettendo a disposizione delle Imprese, stand e spazi per incontri tematici con Bayer internazionali per la promozione dei prodotti del nostro Made in Italy e, tantissime altre iniziative che nessun altro Ente potrebbe fare.

e) La Camera di Commercio di Crotone in questi anni si è fatta promotrice di tantissime iniziative per diffondere il rispetto delle regole e sostenere la legalità, firmando    protocolli                d’intesa     con         la      Prefettura,        le   forze   dell’Ordine   e   le Associazioni di Categoria.

Caro Presidente del Consiglio, noi che siamo Associazione Confederata e tuteliamo gli interessi e i diritti delle Imprese, con tutte le forze a nostra disposizione diciamo nò alla riduzione del diritto Camerale che le Imprese versano annualmente, in quanto si rivelerebbe un provvedimento con effetti devastanti che ridurrebbe le Camere di Commercio nelle condizioni di non poter erogare nemmeno i servizi essenziali e qualitativi alle Imprese con conseguente contrazione delle attività, nonché serio pericolo per i bilanci per i costi di funzionamento.

Caro Presidente del Consiglio, non comprendiamo le ragioni che hanno indotto il Governo da Lei presieduto a mettere mano sulle Camere di Commercio che sono gli unici Enti –almeno quella di Crotone- che funzionano secondo gli standard Europee e erogano servizi di alta qualità con professionalità indiscutibili; esse non gravano di certo sul Bilancio dello Stato, in quanto tutti i costi dei servizi, delle promozioni e del personale sono sostenuti con i ricavi che provengono dal pagamento del diritto Camerale annuale che è versato da Imprese private.

Invero è se l’accorpamento dovesse realizzarsi in modo indiscriminato così come previsto dal decreto, o si dovesse addirittura eliminare la tenuta del Registro delle Imprese alle Camere di Commercio per essere gestito dal Ministero, allora sarebbe un grave disastro e un vero pericolo per la legalità delle Imprese, in quanto non saremmo in grado di verificare con immediatezza se un’Impresa si trova in liquidazione volontaria o concorsuale, in fallimento o in concordato preventivo. Inoltre, per le Imprese si creerebbero enormi disagi, in quanto al verificarsi di qualsiasi problema ad una pratica, l’Imprenditore per poterlo discutere si vedrebbe costretto a recarsi presso la Camera di Commercio a cui è stata accorpata quella di sua appartenenza e, quindi, perdita di almeno mezza giornata di lavoro vanificando il “risparmio” del diritto non versato. Ritengo al contrario sia un nostro dovere mantenere i servizi vicino alle Imprese e non allontanarle poiché diventerebbe eccessivamente oneroso sostenere i costi se una siffatta sciagurata situazione.

Inoltre, siamo quasi sicuri che non abbiate debitamente valutato i conseguenti esuberi del personale che provocherebbe il sistema di accorpamento e ciò si tradurrebbe inesorabilmente in un aggravio per le casse dello Stato, in quanto il personale in esubero andrebbe ricollocato presso altri Enti Pubblici.

Il sistema infrastrutturale Calabrese è inadeguato a qualsiasi spostamento, in particolare quello Ionico Crotonese che va da Sibari a Catanzaro, la strada S.S. 106 insorge su un tracciato che all’epoca veniva utilizzato come mulattiera, una rete ferroviaria non elettrificata costruita all’epoca dei Borboni, ma che funzionava sicuramente meglio quando c’erano loro, non abbiamo più treni degni di questo nome e le stazioni dismesse sono oggetto di invasioni da parte di extra comunitari creando un degrado ambientale molto preoccupante, oltre ad esserci un serio pericolo di ordine pubblico e di igiene sanitaria.

Detto ciò, osserviamo, al contrario, che la condizione ottimale del sistema Camerale Calabrese sia quello di avere una sola Camera di Commercio che effettivamente potrebbe generare una conseguente riduzione dei costi e, mantenere le attuali dislocazioni territoriali che garantirebbero anche la permanenza delle forze lavoro già in essere, anche in considerazione della particolare morfologia Regionale e le carenze infrastrutturali anzidette che rendono molto complessi e difficili gli spostamenti da una località all’altra.

Caro Presidente, Le posso assicurare che all’inizio del suo mandato avevamo riposto molta fiducia nel Suo operato, affinché potesse veramente far cambiare “passo” all’Italia, ma con rammarico stiamo prendendo atto che su alcuni provvedimenti Ella ha rallentato di molto o addirittura si è bloccato –vedi legge elettorale e rilancio dello sviluppo economico-. Dare 80,00 euro al mese a chi ne percepisce già 2.000,00 non è stata una mossa vincente per l’Economia –sicuramente lo è stata per fini elettoralistici-, infatti, il tanto agognato rilancio dei consumi non c’è stato, anzi abbiamo registrato una contrazione di quasi il 2,50%, gli 80,00 euro vanno erogati a coloro i quali non hanno la possibilità di fare la spesa, ai pensionati con 500,00 euro al mese, quelli sì che faranno aumentare i consumi perché andranno subito a fare la spesa per poter mangiare.

Una domanda che mi sovviene spontaneamente rivolgerLe è se in Parlamento, nella squadra di Governo ci sono Economisti degni di questo nome, in quanto al momento non vediamo provvedimenti che possano far uscire l’Italia dalla morsa della crisi economica, spendiamo miliardi di euro per ammortizzatori sociali, come cassa integrazione, mobilità ecc.; ed allora mi permetto di suggerirLe qualche semplice indicazione dal momento che anche se non sono un economista, per il lavoro che svolgo ed il ruolo che occupo in questo territorio, un po’ di economia la “mastico”:

1) Ridurre le tasse, dare incentivi per la creazione di nuove imprese, dare incentivi per l’assunzione di personale, mettere a disposizione somme per favorire l’accesso al credito alla PMI sono tutti interventi sacrosanti e guai se non ci fossero, ma le condizioni oggettive in cui ci troviamo vanificano tutti questi sforzi che il Governo sta facendo, in quanto i problemi che abbiamo sono la mancanza di liquidità -in termini più specifici- sono i soldi che non circolano perché i pensionati a basso reddito non spendono, le famiglie -che sono circa cinque milioni quelle che vivono sotto la soglia di povertà- non spendono e, le famiglie appartenenti al cosiddetto ceto medio spendono lo stretto necessario, in quanto pensano a risparmiare qualcosa per il timore che le cose possano peggiorare ancora.

2) Per far riprendere l’economia sono necessari investimenti pubblici che  vanno nella direzione delle infrastrutture viarie, ferroviarie, edilizia scolastica, abitativa, carceraria, forse Lei ignora che l’economia gira intorno all’edilizia per l’indotto a cui fa capo, se lavora l’edilizia lavorano anche gli impiantisti idraulici ed elettrici, i falegnami, i fabbri, i produttori di infissi interni ed esterni, i produttori di calce, cemento, mattoni, piastrelle, rubinetteria, tubistica, ceramica sanitaria, isolamenti termici, lavorano gli imbianchini, i produttori di caldaie per il riscaldamento e la produzione di acqua sanitaria e, l’elenco è così lungo che preferisco fermarmi quì. Vede Caro presidente, gestire il sistema Italia è paragonabile alla gestione di un grande Impresa, se con i ricavi  -che per la gestione del sistema Italia sono rappresentati dalla vendita di Titoli di Stato, dalle entrate delle tasse a vario titolo che i contribuenti pagano- vengono impiegati per risanare i bilanci, per pagare gli stipendi e le varie indennità, si fanno acquisti di macchine di lusso, si fa sperpero del denaro magari andando a giocare al casinò e non si fanno investimenti che possano generare altri proventi, allora il risultato è quello che è sotto gli occhi di tutti il “fallimento totale”.

Spero che questa missiva, non venga da Lei catalogata alla stregua di una sterile critica verso cui   ha dichiarato espressamente di   essere piuttosto allergico, dimostrando di tal guisa, di avere poco riguardo verso i più basilari principi democratici che ci hanno sovente insegnato che talvolta la critica (sana e costruttiva) è la fonte del progresso democratico di un Paese.

Spero pertanto che la presente, La trovi un po’ più umile nell’ascolto delle istanze e suggerimenti che provengono da parte di chi vive giornalmente queste situazioni di disagio.

Quanto agli Onorevoli Bianchi ed Oliverio chiedo di impegnarsi in prima persona con tutti gli strumenti politici di cui dispongono, mettendo da parte il “colore” e l’appartenenza perché in questo caso non c’è alcun trofeo in palio quanto, molto più semplicemente, la sopravvivenza di un tessuto economico già quasi interamente lacerato.

Antonio PAOLINO
Segretario Casartigiani Crotone


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