Rossano - Non si sceglie l'Italia per il mare

Turismi, secondo l’ENIT, nel 2011, l’Italia (in grado di offrire 100 tipologie di turismo su 160) si piazza al 5° posto nella classifica delle destinazioni del turismo internazionale, preceduta dalla Francia al 1° posto e dalla Spagna al 4°. Nella classifica per tipologia di località visitata dagli stranieri, il mare (con circa 8 milioni di arrivi) perde rispetto alle città di interesse storico ed artistico che fanno registrare oltre 21 milioni di arrivi (circa 60 milioni di presenze) con una permanenza media di 2,7 giorni. Il peso del patrimonio storico e culturale e quello dei centri storici appare di tutta evidenza. Perché, quindi, in Calabria, terra di storia plurimillenaria, con borghi spesso rimasti intatti ed un diffuso patrimonio architettonico di pregio, mare e marine rappresentano spesso un’ideologia inattaccabile? La comunicazione turistica, istituzionale e privata, ne è utile termometro.

Di questa contraddizione tra desideri e motivazioni del turista contemporaneo e l’apparente miopia, nazionale e regionale, rispetto all’esigenza di una programmazione capace di rispondere alla domanda internazionale, si discuterà al 70esimo caffè filosofico itinerante di Otto Torri sullo Jonio, promosso in partnership con Comunicazioni Europa, Montesanto Sas e Librerie Gulliver. Sarà ospitato MERCOLEDÌ 29 MAGGIO 2013 presso il KANDISKY Lounge Bar in Via Ripoli in Contrada Donnanna a Rossano Scalo. – Su questo che per Otto Torri resta una delle questioni centrali del dibattito sul rilancio dello sviluppo sostenibile del Paese e del Sud in particolare, lo staff del sodalizio guidato da Stanislao SMURRA ha invitato a confrontarsi numerosi sindaci e assessori al turismo, dal crotonese al pollino, dalla Sibaritide all’alto ionio. Tra questi, anche il Sindaco della città capoluogo di provincia, Mario OCCHIUTO. Con lui si confronteranno, moderati da Lenin MONTESANTO, anche i colleghi G.ANTONIOTTI di Rossano, M.CARUSO di Cirò, L.STASI di Longobucco, A.CIMINELLI di Amendolara, R.RIZZUTO di Villapiana, P.MANFREDI di Campana, L.VALENTE di Francavilla, G.MURGI di Melissa, M.A.GAGLIARDI di Saracena, M.LOPOLITO di Castrovillari, P.ABENANTE di Umbriatico, A.MARINO di Vaccarizzo, V.TAMBURI di San Basile, L.PUGLIESE di Pietrapaola, F.MUNDO di Trebisacce, A.SICILIA di Crucoli, gli assessori al turismo di Rocca Imperiale e Rossano T.BATTAFARANO e G.CAPUTO. Parteciperanno annche Ranieri FILIPPELLI, Presidente Coldiretti Rossano, Luigi VIOLA, Presidente dell’Ass. Produttori Moscato Passito di Saracena e Catia CORBELLI dell’Associazione tutela e valorizzazione lenticchia di Mormanno.

Il nuovo momento di dibattito libero al bar, proposto da Otto Torri, trae contenuti e stimoli da una delle ultime puntate del noto programma di approfondimento REPORT, su Rai Tre, condotto da Milena GABANELLI e dedicato proprio alle contraddizioni italiane nella programmazione e organizzazione del turismo rispetto ai virtuosismi di altri Paesi europei. Emblematici, tra i diversi esempi prese in esame, almeno due casi, che servono anche per capire ciò che accade in Calabria. Il primo: quello della Lunigiana, tra Toscana e Liguria, terra di antichi borghi e città romane, ma attrezzata male, senza alberghi 2 ristoranti di cui uno aperto solo d’estate, confrontato con l’opposto caso di successo del borgo di Saint Paul de Vence, in Francia, con 6 esposizioni in corso, 80 gallerie d’arte, 2 milioni di turisti l’anno, 10 ristoranti nel villaggio. La differenza? Saint Paul de Vence vende fascino ed emozioni, la Lunigiana resta ferma ad aspettare i turisti. – Il secondo esempio: l’aeroporto di San Francisco con all’interno un museo ed esposizioni diverse e l’aeroporto romano di Fiumicino, con un museo di navi romane chiuso dal 2002 per lavori o le vicine rovine di Ostia a 10 minuti dallo scalo ma non comunicate al turista di passaggio. Senza contare il solito e vergognoso spreco di denaro pubblico, il frazionamento decisionale in tema di politiche per il turismo ed il peso asfissiante di una burocrazia sorda e spesso incapace: le nostre regioni spendono (come vogliono) circa 400 milioni in promozione, mentre Francia e Spagna spendono la metà ed hanno rese di gran lunga migliori. Eppure, dovrebbe esser noto ormai che i turisti non arrivano più, ma vanno cercati sul web. Perché, allora, i siti dei nostri beni culturali restano muti e si sprecano male le risorse per portare nelle fiere, come ha fatto ad esempio la Regione Calabria, un cofanetto di fotografie costato 86 mila euro?

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