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Ingabbiato il processo culturale del Paese

La storia delle nostre radici culturali dovrebbe rappresentare il principale e fondamentale elemento costitutivo di un popolo. Attraverso la rievocazione storica del nostro passato, le future generazione dovrebbero procedere all’analisi della stessa e, laddove necessario, correggerne la rotta. La Storia attraverso lo scorrere millenario del tempo è stata e resterà “Maestra di vita”.

Una Maestra intelligente che con puntuale e scrupolosa dovizia c’indicava, giorno dopo giorno la lezione della vita. Scrivo c’indicava in quanto in questi ultimi tempi è in atto una sconcertante manovra revisionista, destinata a manipolarla a propria convenienza. Una storia non più scritta dai professionisti della storia stessa, bensì dal politicante di turno, che trovando qualche fatto a lui scomodo, ritiene legittimo cambiarla. Oramai si confonde la cronaca con la storia ma il male peggiore per la nostra società è l’arrogarsi la prerogativa di stabilire cosa sia storia, in barba ai più elementari metodi di scrupolosa disamina dei fatti.

L’imbarbarimento culturale degli ultimi decenni sono il frutto di un decadimento etico generalizzato della nostra società, che sta contaminando il processo culturale della scuola, dove l’istruzione sta generando più confusione che certezze.

In tutte le classi ci sono scolari con intelligenze esuberanti che ben fanno sperare i loro genitori, e al loro fianco vi sono anche i turbolenti in cattiva fede, coloro che per indole sono geneticamente impostati per remare contro la società per il solo ed esclusivo egoismo personale.

Penso che le pagine più drammatiche della nostra storia siano caratterizzate proprio da questi personaggi che attraverso la manipolazione intelligente e scaltra della quotidianità si rivelano portatori sani del germe del contrasto, ostacolando la crescita sociale sana, etica e improntata sull’impegno nelle arti, nelle professioni e nello studio.

Questi soggetti formano la nuova classe dei furbi, degli arrampicatori sociali che pur di apparire e di detenere il potere si son venduti anche l’anima. Sono costoro che hanno immobilizzato e ingabbiato il processo culturale del nostro paese. Ignoranti da due soldi, che oggi s’arrogano il potere decisionale di decidere cosa sia cultura. Basti pensare che un autorevole esponente della politica ebbe a dire che “Con la cultura non si mangia” per capire, laddove ce ne fosse stato ancora bisogno, come siamo scivolati nel più profondo e buio burrone dell’idiozia umana.

Favorire lo sviluppo della scuola in termini strutturali, pur essendo comunque una buona cosa, nulla ha a che vedere con la necessaria revisione dei percorsi scolastici, non più aderenti alle necessità di una società sempre più sofisticatamente professionale e specializzata. Si rende drammaticamente necessaria una revisione seria e obiettiva di metodi e programmi, ripescando quelle cose buone che, alcuni ministri dell’istruzione d’assalto hanno ritenuto inutili, se non addirittura dannosi, puntando e confidando nella seria obiettività che è quella cosa che sarà difficile ritrovare.

 

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