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Venerdì, 19 Aprile 2024

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La 14ª edizione dello State of the Union si terrà a Firenze dal 23 al 25 maggio 2024. Leader globali, esperti di vari settori, studenti, politici e giornalisti si congregheranno presso l'Istituto Universitario Europeo per discutere le questioni più pressanti dell'agenda europea. L'evento include due giorni di conferenze e un giorno aggiuntivo dedicato alla celebrazione dell'arte e della cultura europea, in vista delle imminenti elezioni europee. Le sessioni della conferenza saranno trasmesse in diretta streaming sul sito web della SOU e ampiamente diffuse.

La conferenza esplorerà temi cruciali come i futuri ampliamenti dell'Unione Europea, la demografia, la democrazia, lo stato di diritto, la politica industriale, e le transizioni digitale e verde, tutti di fondamentale importanza per le elezioni europee di giugno 2024. La sostenibilità sarà un tema centrale, con dibattiti incentrati sulla transizione verso l'energia verde per promuovere la coesione regionale e contrastare il cambiamento climatico. La trasformazione digitale sarà un altro ambito di discussione significativo, con esperti che valuteranno strategie per incrementare la competitività, sviluppare un'infrastruttura pubblica digitale robusta e affrontare le sfide poste dalla regolamentazione dell'intelligenza artificiale e della blockchain. Inoltre, la conferenza tratterà questioni urgenti come il rafforzamento della democrazia, il contrasto alle interferenze esterne e la risoluzione del conflitto in Ucraina.

Lo State of the Union 2024 offrirà eccitanti opportunità di networking per tutti i partecipanti e i partner, oltre a stimolanti discussioni, il tutto ambientato nelle magnifiche cornici di Firenze.

L'evento inizierà giovedì 23 maggio 2024 nel campus dell'EUI situato sulle colline di Firenze. Il programma prevederà sessioni dal vivo focalizzate sull'esplorazione dei temi attraverso diverse prospettive accademiche e politiche. Saranno presenti numerose occasioni per il networking e eventi sociali, offrendo la possibilità di incontrare e dialogare con esponenti del mondo accademico, industriale, della società civile, nonché con responsabili politici e funzionari dell'UE.

Il 24 maggio 2024, i partecipanti si raduneranno ancora una volta con capi di Stato, leader dell'UE e internazionali, rappresentanti del settore privato e della società civile, per offrire le loro prospettive sui temi della conferenza attraverso interviste e dialoghi di alto livello. Nel pomeriggio, la conferenza si trasferirà al Palazzo Vecchio, storica sede del municipio di Firenze. Tutte le sessioni saranno trasmesse in diretta streaming sul sito web della SOU.

Sabato 25 maggio, in occasione dell'evento conclusivo di The State of the Union 2024, l'Archivio Storico dell'Unione Europea inviterà il pubblico a visitare gli archivi e Villa Salviati. Grazie alla collaborazione con il nostro partner FAI, sarà possibile esplorare i magnifici giardini e gli edifici storici della villa, nonché le innovative volte che custodiscono la memoria dell'Europa.

L'UEO preserva e rende accessibili per la ricerca gli archivi forniti dalle istituzioni dell'UE, seguendo la regola dei trent'anni per l'accesso ai documenti archivistici. Inoltre, raccoglie e conserva documenti privati di persone, movimenti e organizzazioni internazionali che hanno contribuito all'integrazione europea. Infine, supporta la ricerca storica sull'Unione europea, stimola l'interesse pubblico verso l'integrazione europea e aumenta la trasparenza delle istituzioni dell'UE.

La conferenza sullo stato dell'Unione vedrà la partecipazione di oltre 30 sessioni e 160 prestigiosi relatori, tra cui:

• Rima Alaily, Corporate Vice President e Deputy General Counsel, Microsoft
• Leila Benali, Ministro per la Transizione Energetica e lo Sviluppo Sostenibile, Marocco
• Laurence Boone, Ex Segretario di Stato per gli Affari Europei, Francia
• Josep Borrell Fontelles, alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza
• Martin Dvořák, ministro degli Affari europei, Repubblica ceca
• Pierre Gramegna, direttore generale, Meccanismo
europeo di stabilità
• Wopke Hoekstra, commissario per l'Azione per il clima, Commissione europea
• Věra Jourová, vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Commissione europea
• Jakub Kalenský, vicedirettore, Centro europeo di eccellenza per la lotta alle minacce ibride
• Enrico Letta, ex primo ministro, Italia, e presidente, Istituto
Jacques Delors
• Ursula Owusu-Ekuful, ministro delle comunicazioni e della digitalizzazione, Ghana
• Marcelo Rebelo de Sousa, presidente della Repubblica, Portogallo
• Katerina Sakellaropoulou, presidente della Repubblica, Grecia
• Margaritis Schinas, Vicepresidente, Commissione
europea
• Anne-Marie Slaughter, CEO New America
• Dubravka Šuica, Vicepresidente per la Democrazia e la demografia, Commissione
europea
• Laurence Tubiana, CEO, European Climate Foundation (ECF)

I membri della stampa che parteciperanno alla conferenza avranno accesso a sale stampa dedicate, spazi per le interviste e supporto per facilitare il contatto con i relatori dell'evento.

 

Fonte State of Union

 

La sanità è stata bistrattata e dimenticata da tantissimo tempo. Abbiamo avuto una riduzione progressiva del personale, una mancanza di investimenti sulle strutture, non c’è stata programmazione sulle assunzioni sia del personale infermieristico, sia medico, e questo è un problema che procede da tantissimi anni. Non vedo in questo momento nessuna svolta nell’ambito della sanità”.

 A parlare è Massimo Andreoni, professore ordinario di Malattie Infettive presso l'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, intervenuto nello studio di Cusano Italia Tv durante “L’imprenditore e gli altri”, programma condotto da Stefano Bandecchi.

 “La sanità italiana è una buona sanità perché, se la confrontiamo ad altre sanità nel mondo, effettivamente non lascia indietro nessuno – ha proseguito Andreoni - detto questo, sta peggiorando progressivamente proprio perché senza investimenti non si sta al passo con i tempi e questo porterà nel breve periodo a gravi difficoltà. Andare all’estero per cercare di avere indicazioni in tal senso è abbastanza incomprensibile – ha dichiarato il professore - per gestire la sanità oggi serve soprattutto pragmatismo che in Italia non c’è.

 Aldilà di quella retorica basata soltanto sull’acquisizione dei voti, c’è bisogno di avere la coscienza e il pragmatismo di poter dire cosa posso e non posso fare, e fare quindi quello che posso fare nel migliore dei modi. Oggi si parla di CAR-T per la cura di tumori, ma possiamo pensare che il nostro paese, come qualsiasi altro paese, sia in grado di garantire tutto questo?”.

 E sulla mancanza dei reparti di neuropsichiatria infantile in alcune regioni, Andreoni ha poi voluto aggiungere: “Di vergogne se ne dovrebbero dire tante. Si pensi allo stato dei pronto soccorsi in Italia o alle rianimazioni. Quello che è venuto a mancare è stata la buona gestione. Alcune volte si ha la sensazione di essere gestiti da persone che non hanno idea di cosa sia l’ospedale, di che cosa sia la sanità, di che cosa sia la sanità sul territorio”, ha evidenziato il professore. “Persone che pensano all’oggi senza avere una visione sul futuro, non riescono a capire quali siano gli investimenti che devono essere fatti per migliorare la sanità. Il più delle volte si parla di trovare delle soluzioni più per il consenso che per metterle in pratica. Basti vedere la carenza di personale specialistico”, ha concluso Andreoni.

Si è svolto il 25 marzo, a due giorni dalla data ufficiale del Nordic Day (23 marzo), il Nordic Workshop a Milano, il consueto appuntamento annuale che mette in contatto il settore commerciale del turismo italiano e l’offerta turistica dei cinque Paesi Nordici - Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. L’edizione 2024, ha visto la partecipazione di 92 acquirenti italiani da 71 aziende che hanno incontrato i 53 operatori dei cinque paesi: dalle catene alberghiere ai musei, dai fornitori di escursioni ed esperienze, alle compagnie aeree e di traghetti, senza dimenticare i DMC (aziende per la promozione di destinazioni turistiche) e uffici del turismo locali.

La giornata ha riscosso un successo, con un notevole interesse da parte degli operatori turistici italiani verso i Paesi Nordici. Queste destinazioni stanno vivendo una forte crescita di pernottamenti italiani, grazie all'attrattiva di viaggi lenti, soluzioni di turismo sostenibile, e un'ampia scelta di attività all’aperto ed esperienze autentiche, posizionandosi inoltre come mete godibili tutto l’anno - dalle estati fresche e piacevoli, agli inverni magici e “colorati”. I Paesi Nordici offrono infatti una vasta gamma di prodotti, che vanno dai soggiorni brevi ai viaggi individuali in autonomia, dai soggiorni in città ai percorsi in treno, dalle attività all'aria aperta alle escursioni, fino alle magiche luci dell'aurora boreale. La gastronomia locale, i festival, e le visite culturali completano l'offerta, sia per chi viaggia in gruppo che individualmente. Immersi in paesaggi da cartolina, i Paesi Nordici sono noti inoltre per lo stile di vita che li colloca tra i paesi più felici del mondo. Vengono premiati per la loro gastronomia creativa, riconosciuti per l'architettura innovativa e le città "intelligenti", e adorati dai lettori per i loro thriller. Non stupisce dunque che il Nordic Workshop anche quest’anno si sia riconfermato per acquirenti e venditori un appuntamento imperdibile, per creare nuove opportunità B2B e mantenere alta l’interesse per le destinazioni nordiche.

Il Nordic Workshop è stato organizzato e coordinato dalle organizzazioni turistiche ufficiali VisitDenmark, Visit Finland, Visit Norway, Visit Iceland, e da Gateway South, società di consulenza che promuove destinazioni e aziende turistiche svedesi sul mercato italiano.(gn)

 Venezia più vicina al Nord

L’evento commerciale ha visto anche la partecipazione di Javier Roig Sanchez, direttore marketing per il Sud Europa della compagnia di bandiera finlandese, Finnair, che ha ribadito l’importanza del mercato italiano, citando tra le novità dalla compagnia il collegamento da Venezia per Helsinki e vv. che rimane  giornaliero anche per tutto l’inverno 2025. Una risposta della compagnia alla notevole richiesta dei viaggiatori in partenza dal Nord Est, ricordando che verso Helsinki operano anche i voli stagionali (da aprile a ottobre) da Bologna, Verona e Napoli.  Sanchez ricorda come l’Italia sia  il terzo mercato europeo per capacità, al primo posto si colloca la Germania e al secondo  la Gran Bretagna, con voli pieni circa all’80%, e con capacità di posti cresciuta del 22% rispetto al 2023.

Con riferimento all’aeroporto di Venezia, su cui Finnair opera dal 2006 con collegamenti stagionali verso Helsinki, saranno incrementati i collegamenti nel corso del 2024, con ulteriori voli. Nella stagione estiva le frequenze settimanali passeranno da 7 a 8, arrivando a 9 nei periodi di punta. Inoltre, l’operatività tra Venezia e Helsinki vedrà la disponibilità del collegamento anche nella stagione invernale 2024/25

Per l’anno corrente i voli complessivi in partenza dall’Italia sono 2.260, pari ad un +10% di voli operati in Italia quest’anno rispetto al 2023; ammontano, invece, a 4.520 i voli che arrivano e partono dall’Italia, con 600 voli aggiuntivi. Finnair, che l’anno scorso ha festeggiato il centenario della sua istituzione,  dispone di una di flotta 80 aerei. (gn)

 

Eccoci alla 3* edizione del Festival del Carciofo Romanesco: nel centro di Roma 4 giorni all’insegna della cultura, del gusto e della salute per il fegato
Lunedì 8 Aprile ore 11 l’inaugurazione con il Ministro Francesco Lollobrigida  
 
Il Festival del Carciofo Romanesco giunge alla terza edizione e accende i riflettori ancora una volta sul centro di Roma. Si parte domenica 7, ma l’inaugurazione con il taglio del nastro si tiene lunedì 8 aprile alle 11 a via del Portico d’Ottavia, alla presenza anche del Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida e delle autorità locali. Si andrà avanti fino a mercoledì 10. Per quattro giorni sulle tavole di oltre 20 ristoranti del quartiere ebraico e dei rioni storici di Trevi, Ripa e Campo de' Fiori si serviranno piatti tradizionali e originali a base di carciofi, mettendo a frutto le ricette delle nonne tramandate di generazione in generazione e l’inventiva degli chef. Grandi aspettative dopo il successo degli anni scorsi: nell’edizione 2023, in 4 giorni sono stati consumati oltre 40mila carciofi.
MENU’ AD HOC, DEGUSTAZIONI, ESIBIZIONI E STORNELLI - Ogni ristorante proporrà menù ad hoc al prezzo standard di 35€ e metterà a disposizione delle degustazioni all’ingresso del quartiere ebraico. A rendere ancor più caratteristica la manifestazione ci sarà il contesto circostante che evocherà la romanità più genuina, con gli stornelli dei figli di Alvaro Amici e le esibizioni di artisti di strada. Il Festival del Carciofo romanesco è l’unico grande evento fieristico che si svolge nel I Municipio e rende così il centro storico protagonista. A distinguere l’iniziativa da altre fiere o sagre è proprio il luogo dove partirà e dove si terrà la maggior parte dell’evento, il quartiere ebraico al centro di Roma, dove il carciofo ha trovato le sue prime ricette, per poi diventare orgoglio per i romani e attrattiva per i turisti.
Romani e turisti potranno così apprezzare i prodotti del territorio nelle loro diverse versioni: dalla vignarola con fave e asparagi, alle fettuccine sino alla pasta corta, passando per la pasta fresca ripiena; secondi come abbacchio, coratella, frittate, ma anche pesce come il baccalà, oltre ovviamente alle versioni tradizionali dei carciofi alla romana e alla giudìa. A coronare le degustazioni i dessert, con i gelati al gusto carciofo.
IL CARCIOFO ROMANESCO, TRADIZIONE E SALUTE A TAVOLA – “Semo romani, ma romaneschi di più” è lo slogan, parafrasato dai versi del cantautore romano Lando Fiorini, che identifica il carciofo come punto di riferimento della Capitale. Il carciofo, infatti, è un prodotto del territorio laziale, e questa iniziativa è anche gemellata con la storica Sagra di Ladispoli che si tiene a metà mese, e viene così valorizzato e riscoperto, ma è anche un ingrediente fondamentale della tradizione culinaria romana e giudaico-romanesca, che ne hanno declinato l’uso in numerose ricette, celebri in tutto il mondo, grazie alle quali frotte di turisti giungono ogni giorno al Portico d'Ottavia. Ma il carciofo è anche un alimento cardine della dieta mediterranea, base di un corretto stile di vita per preservare la salute partendo dalla prevenzione. È un ottimo depurativo per il fegato se consumato crudo, come spiegano i nutrizionisti.
L'iniziativa è ideata da Confesercenti e promossa da Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Regione Lazio, Centro Agroalimentare Roma, Azienda speciale Agro Camera (Camera di Commercio di Roma), Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – ISMEA, ARSIAL- Regione Lazio, Comune di Roma e I Municipio, Coldiretti.
"Questo evento è un tributo all'identità culinaria del territorio romano che, oltre a celebrare il carattere unico del carciofo come simbolo delle nostre tradizioni, ci ricorda la maestria dei ristoratori nell'interpretarlo in piatti che mantengono intatto il gusto autentico che la storia ci tramanda. Promuovendo e preservando i prodotti di eccellenza, non solo favoriamo la ristorazione di qualità, ma anche un patrimonio culturale che si riflette nei sapori delle nostre tavole". Così Francesco Lollobrigida, Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
“Il carciofo romanesco – dichiara l’assessore al Bilancio e all’Agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini - rappresenta un’eccellenza del nostro territorio che va tutelato e valorizzato. Questo evento, quindi, ha tutta la nostra approvazione ed è nostra intenzione accompagnarlo con politiche di sostegno che coinvolgano tutta la filiera agroalimentare, che deve diventare sempre di più anche uno straordinario volano turistico ed economico”.
“Valorizzare e promuovere i nostri tesori, compresi quelli alimentari, è fondamentale per una città come Roma famosa nel mondo per il suo grande patrimonio storico e culturale ma anche per la sua cucina unica ed inimitabile. Con grande piacere abbiamo deciso di sostenere ancora una volta questo Festival dedicato a un ingrediente fondamentale della tradizione culinaria romana: il carciofo. Il pezzo forte di tantissimi ristoranti e trattorie, fra le vie e le piazze più suggestive della Capitale. Non è un caso che sia fra le pietanze più amate dai romani e apprezzatissimo anche dai turisti”. Lo ha detto l’assessore a Turismo, Grandi Eventi, Moda e Sport di Roma Capitale, Alessandro Onorato. “Grazie agli organizzatori e alle attività che hanno creduto nel progetto e aderito a questa terza edizione del Festival. Roma – ha aggiunto l’assessore Onorato - custodirà gelosamente questo appuntamento: siamo convinti che possa diventare un'attrazione ulteriore per tutti coloro che visitando la nostra città non disdegnano la buona tavola”.
“Il festival permette di valorizzare i prodotti del territorio e le migliori tradizioni, in linea con il nostro lavoro quotidiano – sottolinea Lorenza Bonaccorsi, Presidente Municipio I – Il nostro impegno è finalizzato a offrire cibo di qualità che favorisca lo sviluppo di un turismo consapevole, che rispetti i luoghi che incontra e possa apprezzarne le ricchezze più genuine. Siamo pertanto orgogliosi di poter ospitare questa manifestazione, che peraltro è l’unica iniziativa fieristica che si svolge nel centro di Roma”.
“Da parte di Confesercenti Roma e Lazio proviamo grande soddisfazione per questa iniziativa – sottolinea il Presidente di Confesercenti Roma e Lazio, Valter Giammaria – Noi ci adoperiamo ogni giorno per valorizzare il prodotto offerto dai nostri esercizi sia ai turisti che ai cittadini: con il Festval del Carciofo Romanesco mettiamo al centro un prodotto del territorio, storico e genuino, che viene proposto nelle diverse versioni ideate dalla professionalità degli operatori. Il risultato è una prelibatezza che racconta pagine di storia, rendendo la ristorazione un valore aggiunto nel godere delle meraviglie della città di Roma”.
“Con il Festival del Carciofo Romanesco abbiamo l’opportunità di recuperare le tradizioni culinarie che affondano le radici nel passato e di proporre piatti in chiave moderna e innovativa, valorizzando così la ristorazione, che è uno dei punti di forza dell’attrazione di Roma agli occhi dei turisti – evidenzia Livio Proietti, Commissario straordinario ISMEA – La cucina italiana, che è in attesa del riconoscimento quale patrimonio dell'Unesco,  sancisce così ancora una volta un legame tra il territorio e la popolazione, diventando un simbolo culturale oltre che un piacere per il palato”.
“Il festival si caratterizza per la possibilità di degustare il carciofo nelle diverse varianti in cui può essere proposto – commenta Angelo Di Porto, Presidente Assoturismo Roma – Inoltre, il luogo centrale in cui si svolge, il quartiere ebraico nel cuore di Roma, dove le ricette del carciofo alla romana e alla giudia sono nate e si sono tramandate, aggiunge un’atmosfera particolare all’esperienza sensoriale. Nei ristoranti che propongono la cucina giudaico-romanesca, infatti, si valorizza un patrimonio storico-culturale che  evoca la cucina povera”.
“La terza edizione del Festival del Carciofo Romanesco ritengo sia una grande opportunità non solo per celebrare un prodotto che da millenni ha un legame ancestrale con la nostra città – sia nelle ricette più tradizionali della nostra cucina romana che in abbinamento con il gelato - ma anche per cercare di inserire il carciofo romanesco all’interno di una visione di filiera molto più ampia” commenta Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio.

LA PRESENTAZIONE DELL’ORGOGLIO DEL “MADE IN ROME” – Il Festival del Carciofo Romanesco è stato presentato con la Conferenza Stampa del 2 aprile presso l’Università Mercatorum nello splendido Palazzo Costaguti di Piazza Mattei, alla presenza dei rappresentanti di Ministero, Regione, Comune e Municipio assieme a Confesercenti. Moderati dal giornalista Daniel Della Seta, autore e conduttore della rubrica “L’Italia Che Va…” GrP Radio RAI e della rubrica TV “In Punta di Forchetta”, dopo i saluti di Giovanni Cannata, Rettore dell’Università Mercatorum, sono intervenuti Valter Giammaria, presidente Confesercenti Roma e Lazio; Giancarlo Righini, Assessore Agricoltura e Sovranità Alimentare, Caccia e Pesca, Parchi e Foreste Regione Lazio; Alessandro Onorato, Assessore Grandi Eventi, Sport, Turismo, Roma Capitale; Angelo Di Porto, Presidente Assoturismo Roma; Livio Proietti, Commissario straordinario ISMEA; Claudio Pica, Presidente FIEPET Roma.

Si è svolta a Roma, nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma la cerimonia ufficiale di premiazione dei vincitori di “Premio Roma Evo”, XXXI Concorso regionale per i migliori olii extravergine di oliva del Lazio.
 
Il Concorso è promosso dalla Camera di Commercio di Roma, attraverso Sviluppo e Territorio, Azienda Speciale per lo sviluppo e la crescita di Roma e della regione Lazio, con il supporto tecnico-scientifico di Agro Camera, in collaborazione con la Regione Lazio, le associazioni di categoria di settore e le altre Camere di Commercio della regione.
I lavori sono stati introdotti e moderati da Pietro Abate, Segretario generale della Camera di Commercio di Roma, che ha sottolineato l’importanza del Concorso regionale - giunto alla sua trentunesima edizione - che si conferma come alto momento di valorizzazione delle produzioni olivicole regionali. Strategico il ruolo del Concorso anche in un’annata difficile come quella attuale, condizionata dalla prolungata siccità e piogge primaverili che hanno danneggiato la fioritura, limitando le produzioni, ma non la qualità. Il Lazio continua, ancora oggi, ad attestarsi su circa la metà della produzione storica.
 
“L’olivicoltura nel Lazio – ha spiegato Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma – ricopre, da sempre, un ruolo strategico nel panorama agroalimentare e la sua importanza, che coinvolge tutte le province della regione, è ben spiegata anche dai numeri: circa 83.000 ettari di superficie olivetata, ben 127.865 aziende complessivamente coinvolte nella filiera e 319 frantoi attivi. Non solo. Il riconoscimento di una quinta denominazione, l’Olio di Roma IGP, è un’ulteriore testimonianza della dinamicità e della qualità produttiva delle nostre imprese. Una qualità che viene riconosciuta anche al di fuori dei confini regionali”.
 
“E’ necessario puntare decisamente sulla qualità dei prodotti - afferma David Granieri, componente di Giunta della Camera di Commercio di Roma per il settore Agricoltura - perché il mercato internazionale è pronto per un made in Italy distintivo e di identità. Per questa ragione dobbiamo usare bene i marchi di qualità europei e dare al consumatore la certezza della migliore qualità di quello che compra”.
 
Nonostante un raccolto difficile, la selezione si conferma come una importante certezza per le imprese facendo registrare la partecipazione di 37 aziende per un totale di 46 etichette, con la seguente partecipazione territoriale: Latina 17, Viterbo 12, Roma 11, Rieti 6. Ben 22 aziende hanno manifestato interesse a partecipare al concorso nazionale “Ercole Olivario” con 37 oli. Oltre alla categoria extravergine di oliva dunque, sono in concorso le 5 denominazioni regionali: Sabina DOP, Canino DOP, Tuscia DOP, Colline Pontine DOP e Olio di Roma IGP.
 
I premi sono attribuiti ai primi due classificati per ognuna delle categorie in concorso (DOP-IGP ed extravergine) che si articolano, sulla base del fruttato, in leggero, medio e intenso.
 
I vincitori sono stati selezionati, attraverso specifiche sessioni di assaggio, da una Commissione esaminatrice composta da degustatori professionisti individuati, tra l’altro, in base all’anzianità di iscrizione nell’Albo ufficiale degli assaggiatori e all’esperienza specifica di sedute di assaggio degli oli regionali.
I lavori del panel si sono svolti nel Laboratorio Chimico Merceologico della Camera di Commercio di Roma.
 
In occasione della cerimonia di premiazione sono stati, inoltre, attribuiti i seguenti riconoscimenti:
 
• il miglior olio biologico, ottenuto da aziende che utilizzano tecniche produttive a basso impatto ambientale e senza l’uso di prodotti chimici di sintesi;
 
• il miglior olio monovarietale (ottenuto da un’unica varietà di olive);
 
• il miglior olio ad alto tenore di polifenoli e tocoferoli;
 
• il Premio Tonino Zelinotti per la migliore confezione, con l’obiettivo di evidenziare le caratteristiche che una bottiglia e soprattutto una etichetta devono avere, non solo sotto il profilo squisitamente estetico. Molta importanza, nello schema di valutazione, viene attribuita alla completezza e trasparenza delle informazioni riportate, sia per la parte obbligatoria, sia per le informazioni facoltative;
 
• il Premio Grandi Mercati attribuito all’olio, per il cui lotto in concorso viene dichiarata una disponibilità pari almeno a 80 hl, ritenuto di particolare interesse per i mercati nazionali ed esteri.
 
• il Premio della Critica, assegnato da uno speciale gruppo di assaggio - costituito da alcuni nomi del giornalismo di settore - che ha degustato, alla cieca, gli oli ai vertici della classifica per ciascun territorio, decretando quello ritenuto migliore.
 
• il migliore tra gli oli partecipanti prodotto da giovane imprenditore;
•  
• il migliore tra gli oli partecipanti prodotto da impresa femminile;
•  
• la migliore Carta degli oli novità di questa edizione allo scopo di sensibilizzare la ristorazione a
promuovere e presentare la ricchezza degli oli del Lazio. 
 
Quest’anno saranno 15 le etichette del Lazio che approderanno alla selezione finale dell’Ercole Olivario: un risultato importante che colloca il Lazio al primo posto tra le 17 regioni italiane partecipanti. La presenza del Lazio nella storia del concorso nazionale, del resto, è sempre stata all’insegna del successo. In passato, su trenta edizioni dell’Ercole, gli oli della regione sono saliti sul podio nazionale con più oli nelle diverse categorie a dimostrazione del primato qualitativo del Lazio che vanta radici antiche.
Sono intervenuti alla cerimonia di premiazione i rappresentanti delle Associazioni di categoria di settore (CIA, Coldiretti, Confagricoltura), il giornalista enogastronomico Antonio Paolini che ha fornito un interessante contributo sulle leve della comunicazione vincente per impostare strategie commerciali di successo, dove la valenza territoriale gioca un ruolo di primo piano.
Hanno preso parte alla premiazione, inoltre, Giancarlo Righini Assessore regionale al Bilancio, programmazione economica, Agricoltura e sovranità alimentare, caccia e pesca, Parchi e Foreste e l’On. Marco Cerreto Capogruppo Commissione Agricoltura Camera dei deputati.
La Camera di Commercio di Roma, con il supporto tecnico delle Aziende Speciali Sviluppo e Territorio e Agro Camera, conferma il proprio impegno a supporto del prodotto locale in occasione di diverse iniziative anche successivamente al Concorso con un’attenzione particolare al mercato nazionale e internazionale.
A tale proposito, ad aprile una delegazione di buyer stranieri sarà accolta in Camera di Commercio allo scopo di organizzare una serie di incontri bilaterali con le imprese del Lazio per agevolare l’incrocio tra domanda e offerta. L’iniziativa è promossa in collaborazione con ICE nell’ambito delle iniziative di promozione dell’Ercole Olivario.
 
Premiati della XXXI edizione
 
EXTRA VERGINE
 
FRUTTATO LEGGERO:
1° Soc. Agr. Colli Etruschi soc. coop. Blera VT Colli Etruschi Io Bio
2° Az. Agr. Casino Re Sonnino LT Casa Rossa
 
FRUTTATO MEDIO:
1° Cantina Sant'Andrea Terracina LT Cantina Sant'Andrea
2° Az. Agr. Riccardo Palombelli Cori LT Itrana
 
Menzione speciale Op Latium: Soc. Coop. Agr. Roma RM Oleum Nostrum
 
FRUTTATO INTENSO:
1° Az. Agr. Cosmo Di Russo Gaeta LT Verdemare
2° Az. Agr. Alfredo Cetrone Sonnino LT Cetrone In
 
Menzione speciale :
Az. Agr. Biologica Paola Orsini Priverno LT Riserva Paola Orsini
Menzione speciale:
Diamante Verde Latina LT Diamante Verde
Menzione speciale:
Frantoio Cioccolini Vignanello VT Monocultivar Caninese

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