Mirko Signorile Quartet, il nuovo disco e' Open Your Sky

La partenza e' spinta. Un ingranare la sesta per poi decelerare di tre marce almeno.

Non stiamo parlando delle prove su strada di un prototipo di formula uno. Stiamo raccontando l'esperienza di primo ascolto di un album di jazz che, sinceramente, per un attimo ci aveva destabilizzato. E' che la copertina surreale, con un pianoforte sospeso fra le nuvole, di Open Your Sky, del Mirko Signorile Quartet, edito da Parco della Musica Records, aveva ingenerato l'attesa di un "attacco" leggero, romantico.

In realta' l'inciso dell'iniziale Confusion Smell Beauty placa la convulsione ritmica dell'incipit che le percussioni di Cesare Pastanella non fanno che amplificare. E' uno schiudersi e riaprirsi soffuso, quello del pianista barese, un dar sfogo al proprio vigore creativo anche nella seconda traccia in scaletta, che e' quella che da il titolo al cd. Ed e' da li' che lo si inquadra, quanto a stile, con le due precedenti produzioni discografiche, Clessidra (2009) e Magnolia (2012).

Per la cronaca con Parco della Musica aveva gia' presentato From The Heel con il Puglia Jazz Factory.

Decisivo, a seguire in Tipo Mattia (sincopi a iosa) e nel descrittivo/poetico Locus, resta il sostegno del contrabbasso di Giorgio Vendola nonche' della batteria di Fabio Accardi, vere e proprie certezze che completano la sezione ritmica.

C'e' poi una chitarra, qui e nel successivo The Other Side Of Locus Mood, quella di Fabrizio Savino, ad arricchire lo sfondo armonico dell'incisione live.

Climax spumeggiante in Pastanella, sempre peraltro con il dovuto risalto a quella densita' di accordi che e' caratteristica primaria di Signorile unitamente alla di lui propensione per una fioritura improvvisativa coerente, logica, talora quasi automatica.

Accattivanti, in Ariel, alcune linee melodiche, in dialogo ed all'unisono, esposte da tastiera e basso.

Ed ecco, nella composizione dedicata ad un luogo immaginario, Via Dante 576, il tema piu' in sintonia con la cover: onirico, fiabesco, che rinvia all'inconscio; E, dulcis in fundo, Like A Lover, From Italy To The World, A Yellow Painted Melody.

Era stato Nelson Mandela a sostenere che "la nostra paura piu' profonda (...) e' la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di piu'", ecco perche' occorre tirar fuori le nostre capacita', le risorse interiori, il talento.

Open Your Sky, che e' anche un richiamo al suo profetizzare dai musicisti in questione, rende il disco liberatorio: una ricerca autogena che si esplicita in manifestarsi jazz.

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