“Christopher”: dal rap mondano all’hip-hop cristiano

Cristopher in studio

Non tutto il rap è violenza e turpiloquio,come dimostrala musica di “Cristopher”, all’anagrafe Gabriele Di Fazio, rapper siciliano nato a Palermo nel 1988. Comeriflesso della sua infanzia problematica inizia già a 15 anni a cantare hip hop sparlando di tutto e di tutti. Poi però si converte, entra nella Confessione Cristiana Evangelica e, da quel momento, inizia per lui un cammino veramente fuori dal coro.

D.Partiamo dalle origini: chi è e come nasce Cristopher?

R. Innanzitutto voglio ringraziarvi per l'opportunità che ho di parlare della mia musica che nasce come esperienza con Dio.Nasco in una quasi normale famiglia a Palermo. Sono un terzo figlio con i "soliti" problemi di chi vive la separazione genitoriale. Dopo un paio di anni passati in istituti, fra parenti vari e cambiamenti repentini e continui di casa,quartieri e città arrivo ai 17 anni con la mancanza di reali punti di riferimento e persone che realmente possano essermi d'esempio. Dunque cresco nutrendomi continuamente di musica rap e, come un qualsiasi ragazzo, cercando la mia identità. Sia per l'età adolescenziale che per le situazioni personali ciò mi veniva però veramente difficile. Ero confusoe scrivevo, scrivevo tantissimo. Scrivere era diventata la mia finestra segreta verso l'irreale. Ma proprio in quei momenti riflettei sull'esistenza di Dio,mi ricordai di Dio… speravo che forse da qualche parte esistesse un amore "superiore" che potesse accogliermi ed accettarmi per ciò che ero. semplicemente forse cercavo l’"Amore".

D. Cos’è per te il Gospel-Rap?

D. E' una missione!E' finalmente la risposta al genere rap secolare. Siamo ancora abbastanza indietro come rap cristiano in Italia, anche perché ho conosciuto molti ragazzi che hanno cominciato ma poi sono tornati indietro,forse perché si aspettavano di essere più sotto i riflettori, e invece no,anzi facendolo risulti impopolare. E’ una scelta per uomini e donne di spessore che hanno fatto una scelta di vita reale e concreta, ed il successo non si misura a visualizzazioni su YouTube ma con vite cambiate, persone che cambiano il loro modo di vedere le cose e che attraverso la musica possono ricevere qualcosa da Dio.Per me è poi la mia intima e personale risposta d'amore e di gratitudine a Dio.

D. Come cercheresti d’invogliare un ragazzino che si affaccia oggi alla consolle a lasciar stare il “gangster-rap”, o i «troppi PUPI-Rappers che ci sono in giro» come li hai chiamati, che non sanno che inneggiare a sesso/droga/auto-distruzione?

R. Non è facile, per questo dicevo che il rap cristiano è una missione. Il business della musica nel mondo è qualcosa di spaventoso,come cristiani noi sappiamo che satana si serve della musica, semplicemente perché lui la sa fare, ed anche bene! Ma Dio lo sa,ci sono cose riservate solo a Lui, Dio può farlo e l’ha già fatto, spingere nella sua messe nuovi giovani operai affinché non sprechino la loro vita in cose e situazioni che a lungo andare li lasceranno con il niente, e resteranno sempre insoddisfatti, alla ricerca di qualcosa.

D. Hai dichiarato in una recente intervista che il tuo sogno come cantante cristiano è quello di avere «una influenza positiva che avvicini di più a riflettere sulla fede in Dio». Non credi che sia proprio questo che impedisce ai grandi media di proporla al grande pubblico?

R. E' proprio qui il punto! Un cristiano non dovrebbe ambire "ai media" ma "alla gloria di Dio". Se l'obiettivo finale è "avere successo" personale, allora sarebbe solouna missione a metà, e purtroppo questo accade nell'ambito musicale cristiano. Personalmente il mio obiettivo è quello di proclamare le virtù di Cristo e parlare ai giovani. Se poi vengo sponsorizzato e pubblicato tanto meglio. Dunque, non mi interessano i media come concetto di "avere successo", mi interesserebbe più che altro come "mezzo" maggiore di comunicazione. Anzi, se fossi nel campo dei media spingerei la parola di Dio, perché Gesù è molto attuale, il cristianesimo non è anacronistico. Gesù disse cose che ancora vanno al passo coi tempi. Tutto ciò lo rende speciale, poi se mi dovessero chiedere di "omettere" il nome di Gesù per un loro tornaconto, non sono la persona che fa per loro, anzi io dico che il nome di Gesù farebbe più scalpore che altro. Sarebbe interessante veder scalare le classifiche secolari da musica cristiana. In America succede già, vedi Toby Mac.

Cristopher (Gabriele di Fazio) live

D. Nel tuo primo album Fuori dalla tenebre(2012) c’è una canzone, “Salmo 23” che, riprendendo letteralmente il testo della Bibbia, ci dice che l'uomo è fatto per la luce, anche se si trova immerso nella "valle oscura". Com’è andata per te il passaggio dalla tenebra alla luce?

R.Direi che è andato piuttosto bene! Già da tanti anni, direi dal momento della mia conversione, ho realizzato cosa significa sentirsi amato da Dio, sapere che Dio ti ama, che hai uno scopo in questa vitache non sei frutto del caso, che Dio stesso ti ha voluto, come dice la Bibbia: «io ti ho intessuto nel grembo materno». Oggi sono un uomo completo, riconosco che tutto ciò che sono e che ho, nonostante la vita sia sempre perfetta, è per merito Suo, dei suoi favori, delle sue benedizioni.Sono sposato da qualche mese, Dio mi ha anche dato questa grande benedizione, è merito Suo...

D. Visto che in certo senso ci sei passato personalmente, che pensi dell’attuale distruzione della figura del padre e dell'ideologia “gender” che l’accompagna?

R. Questo è un tema attuale, caldo, ma non è così complicato come sembra. L'uomo fin dalla sua creazione ha sempre cercato di fare una sola cosa: distruggere le meraviglie che Dio ha creato. Mi sembra ripetitivo spiegare che la Bibbia ci insegna e la natura ci dimostra che esistono UOMINI e DONNE, altrimenti l'umanità non si sarebbe nemmeno evolutae oggi noi non saremmo qui a parlare. Eppoiè anche predetto, la Bibbia dice che chiameranno le cose normali anormali e le cose anormali normali.Nessuno giudica l'omosessuale ma voglio avere il diritto di essere contro l'omosessualità. Dio ama infinitamente gli omosessuali, ma non può sopportare questo grave peccato, è semplicemente una deviazione sessuale,mentale, camuffata in "amore" o "progresso".Prego che Dio mi dia la sapienza per insegnare ai miei figli le cose belle e normali della vita, che tu sia cristiano o meno. E’ chiaro che il relativismo etico sta portando allo sfacelo la moralità e la civiltà che ci ha portato fin qui. Che si amino, ma non tocchino l'innocenza di un bambino che ha il diritto di crescere nella sua normalità e naturalezza.

D. Qual è l'ostacolo più grande che hai trovato finora nel proporre la tua musica?

R. Posso dire che per ora non ho incontrato grossi ostacoli se non quelli di trovare a volte opposizione da parte di "leader religiosi" che hanno dato priorità ad altre cose… Ma di solito la mia musica piace, grazie a Dio. Certo all'inizio non è stato facile cominciare e poi voler produrre, spendere soldi, tempo etc. Ma sono andato sempre dritto seguendo la mia strada andando a volte da solo contro pregiudizi di persone a me vicine, ma io sapevo dove volevo arrivare.

D. Come definiresti la tua “identità musicale”?

R. Prima di tutto mi definisco un adoratore… perché è questo che il Padre celeste ci richiede. Musicalmente sono un Gospel Rapper, ma amo tutto ciò che mi porta un’emozione,per esempio mi piace molto ascoltare le musiche del maestro pianista Ludovico Einaudi,  ascolto molta musica cristiana come gli Hillsong, e tutto ciò che è "buona musica", cercando di non farmi influenzare troppo da testi ed atmosfere negative che possono essere deleteri. La musica ha potere. Consiglio i grandi artisti americani come Lecrae, Trip Lee, Andy Mineo e quelli della Cross Movemente della Reach Records.

D. Cosa pensi della scena rap ed Hip-Hop italiana?

R. Mi piace molto Fedez, ma non perché adesso va di moda... Mi piace il suo modo di scrivere e di interpretare le canzoni,mai banale. Lo vedo come un ragazzo semplice, umile, che è rimasto sé stesso. Mi piacerebbe parlarci e conoscerlo. Sono contento che negli ultimi 4/5 anni la scena rap italiana stia vivendo i suoi anni d'oro. Non era mai successo prima d'ora e spero duri più a lungo possibile. In Italia però c'è ancora un problema: emergono troppo spesso giovani del nord Italia, diciamo da Roma in su. Nel senso che la vera scena rap italiana sta a Milano, l'unica eccezione sono Clementino e Rocco Hunt di Napoli, anche lorograndissimi talenti.

D.Sul tuo sito hai parlato del “big” americano 2PAC come di un "rapper cristiano", ce lo consiglieresti?

R. Non direi che faccia "vera" musica cristiana. E’ vero che 2Pac ha avuto successo con dei pezzi in cui parlava di Dio, ma è pur vero anche il contrario. Essendo oggi personalmente cresciuto sotto diversi punti di vista direi che, sinceramente no, non lo consiglierei. Ho lasciato ormai l'idea americana di rap studiando di più la musica italiana e la sua scena.

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