Dado Moroni omaggia Coltrane

Nella storia del jazz, e' un'opinione comprovabile da fatti, c' e' posto per la teoria dei corsi e ricorsi. Ciclicamente, infatti, avviene che alcuni dei capisaldi di tale musica, appunto, ritornino in quanto evocati, anche a distanza di mezzo secolo, da autori e interpreti che a loro si ispirano per un tributo, ne ripropongono brani, ne  riprendono le innovative tecniche esecutive, ne riproducono in qualche modo organici, moduli, essenza. E' il caso di John Coltrane a cui stavolta e' il pianista  Dado Moroni a rifarsi e intitolare l'album Five For John (Jando Music/ Via Veneto). Vi figurano in scaletta Naima, After The Rain, Mr. P. C., scritte dal grande sassofonista oltre a composizioni di Mc Coy Tyner, Gershwin, Bartz, Lacey.
A Max Ionata e' affidato il ruolo più delicato svolto, peraltro, in modo impeccabile da uno dei virtuosi di sax più coltraniani che esistano oggi in Europa e non solo. La sezione ritmica col talentuoso Marco Panascia al contrabbasso e Il batterista Alvin Queen, già pupillo di Elvin Jones (che fece parte del 4et di Coltrane) conferisce un assetto di solida graniticita' e nel contempo di variabilità e colore timbrico perfettamente in tema. In sintonia con Moroni, che si cimenta oltre che come pianista ideatore del progetto, anche da compositore, c'è il vibrafono di Joe Locke, dal tocco sapiente, a completare la formazione che incornicia un compact per John fresco e vitale, fuori da qualsiasi intento celebrativo, capace di passar oltre una lettura pedissequa: In absentia, la sua immagine viene messa a fuoco in una sorta di specchio percettivo, riflessa per linee stilisticamente significative.

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