Calendario: la Riforma Gregoriana

Gregorio XIII


Già dal medioevo-trecento- in tanti, grazie alla diffusione di precisi orologi meccanici nelle cattedrali, si erano accorti di uno sfasamento, ormai visibile, tra Anno Tropico e Calendario Giuliano, con conseguenti problemi e per la data della Pasqua e per la recita del breviario ecclesiastico; s’imponeva, dunque, alla vigilia del cinquecento, la riforma del Calendario. Dopo alcune proposte ritenute insoddisfacenti, si occupò del problema Papa Leone X, che durante il quinto concilio lateranense (1512-1517) fece trattare il problema, pur senza giungere a una conclusione. Uno dei grandi promotori dell’impresa fu il vescovo e matematico Ignazio Danti, che meglio di ogni altro convinse il papa della necessità, ormai improcrastinabile, della riforma del calendario Giuliano. Copernico aveva scoperto che la durata dell’Anno Tropico è variabile e Ignazio Danti l’aveva calcolata con una precisione mai vista prima di allora. Il Calendario Giuliano, sulla scorta dei calcoli di Sosigene, considerava la misura dell’Anno Tropico in 365 giorni e sei ore esatte; il Danti, scoprì, invece, il valore di 365 giorni 5 ore 48 minuti e 46.48 secondi: questa differenza provocava lo sfasamento del calendario con l’equinozio di primavera. Ignazio Danti aveva fatto costruire una grande meridiana nella Basilica di San Petronio a Bologna, con la quale aveva osservato i due solstizi del 1576. Costruì pure la meridiana della Torre dei Venti, in Vaticano, -primo nucleo della futura Specola vaticana-, con la quale secondo una vecchia tradizione- mostrò al Papa lo sfasamento tra Calendario Giuliano e data dell’equinozio. In pratica, al 21 marzo calendariale il raggio di Sole toccava la linea meridiana in un punto distante oltre mezzo metro da quello corrispondente al vero Equinozio. Papa Gregorio XIII istituì così una Commissione incaricata di vagliare i vari progetti di riforma calendariale pervenuti. Fra tutti, fu scelto quello di un medico di professione e astronomo per passione, calabrese: Luigi Giglio (Aloisius Lilius, 1510.1574). Il progetto-presentato postumo dal fratello Antonio- si basava sui seguenti punti cardine: 1) calcolo della durata dell’Anno tropico sulle tavole alfonsine, che dalla scoperta di Copernico - nell’impossibilità di ottenere un valore esatto-, consideravano una durata media dell’Anno Tropico, accuratamente calcolata. 2) Data dell’Equinozio fissata al 21 marzo, invece del ventiquattro come richiesto da una pletora di studiosi. 3) Calcolo dell’Epatta- età della Luna al primo gennaio- al fine di avere la data precisa del plenilunio di primavera. Prima si usava il ciclo metonico che combinava diciannove anni solari con 235 mesi lunari; il grande medico calabrese si accorse che anche questo ciclo era sfasato di quattro giorni e redasse apposite tabelle di correzione che allegò al progetto.

In pratica, per riportare l’equinozio in fase col calendario propose:

L’immediata soppressione dei giorni dal 5 al 14 ottobre 1582 compreso; poiché l’anno Giuliano ha un eccesso di settantotto decimillesimi di giorno l’anno, propose di togliere, rispetto alla normale procedura giuliana, tre anni bisestili ogni 400 anni mantenendo bisestili tutti gli anni divisibili per 400. In questo modo sono stati bisestili, ad esempio, il 1600 e il 2000, ma non il 1700,1800 e 1900. Ci fu solo un piccolo errore non corretto; in effetti, i settantotto decimillesimi cui facevo riferimento, moltiplicati per 400 non danno 3 ma 3,12: questa piccola discrasia comporta una differenza di ventisei secondi annui tra calendario gregoriano e Anno Tropico, che equivale a perdere un giorno ogni 3323 anni (!) e a portare all’inversione delle stagioni dopo ben 610 mila anni! Per tutte queste ragioni, il progetto fu approvato e lungo i secoli, gradatamente, si è affermato in tutto il mondo. Possiamo ottenere un calendario ancora più perfetto? Sì, ma sempre dal calendario gregoriano. Sentiamo Zichichi: ”Dobbiamo togliere dal Calendario Giuliano 3,12 giorni ogni quattro secoli non tre. Il calendario gregoriano resta quindi con 0,12 giorni in più ogni 400 anni. Il che fa tre giorni ogni diecimila anni. La concezione mistica del Tempo porta quindi al calendario perfetto la cui regola è: ”I giorni dell’anno sono 365, più uno ogni quattro anni, meno tre ogni quattro secoli, e meno tre ogni diecimila anni”.

E pensare che queste poche righe sono il condensato del pensiero di molti uomini lungo cinquanta secoli…

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