Ucraina, si cerca soluzione diplomatica

“Una fruttuosa conversazione con Biden”. Inizia così il post lanciato su Twitter dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in merito all’incontro telefonico avuto con il suo corrispettivo americano Joe Biden.

“Ho espresso gratitudine per un altro pacchetto di sicurezza. Abbiamo discusso di ulteriore cooperazione in materia di difesa, protezione e manutenzione del nostro settore energetico. Posizioni coordinate alla vigilia del vertice online del G7. La leadership americana rimane salda”.

Da una parte la tensione che sale con dichiarazioni allarmistiche, dall’altra gli appelli anche del governo Putin affinché si mantenga la calma. E’ il clima sulla crisi Ucraina-Russia. Oggi il presidente USA Joe Biden ha parlato al telefono con il collega ucraino Zelensky. Kiev chiede incontro con Mosca.

La telefonata di ieri Biden- Putin lascia un grande gelo. Colloquio telefonico alquanto acceso che potrebbe scatenare nuove tensioni, soprattutto vista la grave crisi in corso ai confini dell’Ucraina. Fra i due presidenti di Stati Uniti e Russia i toni sarebbero stati non così idilliaci. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha tenuto un colloquio con il collega statunitense Joe Biden per fare il punto sulla situazione. A riportare la notizia è stata una fonte presidenziale del governo di Kiev.

Biden e Zelensky hanno parlato oggi per 51 minuti al telefono. Sono 11 i minuti in meno rispetto al colloquio di 62 minuti fra il presidente degli Stati Uniti e Vladimir Putin, così come riportato dalla Casa Bianca. Nel corso della telefonata il presidente Zelensky avrebbe chiesto a Biden di effettuare una visita in Ucraina. Lo riporta la Cnn citando fonti di Kiev, secondo le quali Zelensky avrebbe anche chiesto un maggiore sostegno militare e finanziario. Intanto la tensione è altissima e così il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha in programma di raggiungere prima l’Ucraina, in seguito si dovrebbe recare a Mosca, per provare a calmare le acque. “Ho avuto una conversazione telefonica di un’ora con Joe Biden. Abbiamo parlato di sicurezza, economia, dei rischi esistenti, delle sanzioni e dell’aggressione russa“, ha commentato su Twitter il presidente dell’Ucraina.

La Casa Bianca risponde con una nota in cui fa sapere che Biden “ha accolto con favore la dichiarata apertura del presidente Zelensky a una pace giusta basata sui principi fondamentali racchiusi nella carta dell’Onu”.

Aggiungendo, in merito ai più recenti pacchetti di aiuti verso Kiev, come gli Usa, “stiano dando priorità agli sforzi per rafforzare la difesa aerea dell’Ucraina” mentre non accennano a fermarsi gli attacchi russi alle infrastrutture strategiche.

Come dichiarato da primo ministro ucraino Denys Shmyhal, la maggior parte degli impianti idroelettrici e termoelettrici dell’Ucraina hanno subito ingenti danni per questo sostiene la necessità di affidarsi a criteri di priorità dando la precedenza agli ospedali «Ognuno di noi» afferma «deve capire che attraverseremo questo inverno con significative restrizioni del consumo di elettricità».

Intanto la Germania ha dichiarato che in caso di attacco russo, le sanzioni sarebbero “inevitabili e immediate“. L’argomento crisi in Ucraina tocca anche la Germania che, mediante il presidente Frank-Walter Steinmeier, lancia un messaggio ben preciso. “Faccio un appello al presidente Putin: sciolga il cappio attorno al collo dell’Ucraina. Si unisca a noi nella strada che porta alla preservazione della pace in Europa. E non sottovaluti la forza della democrazia“, dichiara Steinmeier durante il discorso di insediamento per il nuovo mandato.

Anche il premier turco Recep Tayyip Erdoğan ha raggiunto telefonicamente Zelensky, rinnovando il suo ruolo da mediatore e promettendo assistenza umanitaria affinché il popolo ucraino possa affrontare l’inverno. Ferme le posizioni di Mosca che al momento non vedono possibile parlare di pace.

La crisi in Ucraina rischia di compromettere la stabilità di diversi Paesi che sarebbero già pronti a intervenire qualora la Russia dovesse ulteriormente avanzare con una invasione. Intanto John Kirby, in qualità di portavoce del Pentagono, ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni ai microfoni di Fox News. La speranza è di trovare una soluzione diplomatica, ma il tempo stringe.

Nessuna conferma sulla data del 16 febbraio, indicata da fonti dell’intelligence, citate da alcuni organi d’informazione statunitensi, come l’inizio di una presunta operazione della Russia in Ucraina. “Abbiamo detto, e crediamo ancora oggi, che ci sia ancora tempo e spazio per un percorso diplomatico. Pensiamo ancora che ci sia un modo pacifico per evitare una guerra in Ucraina“, ha dichiarato il portavoce Kirby.

Oleksandr Starukh, capo dell’amministrazione militare regionale conferma, come riportato dal Kyiv Independent, che circa 230 persone nella Regione di Zaporizhzhia, sono in ostaggio dei russi. Sale a 573 il numero di civili prigionieri negli ultimi nove mesi, dei quali 232 ancora in ostaggio. Una situazione aggravata dall’impotenza delle organizzazioni internazionali che spesso sono impotenti quando si parla di violazioni dei diritti umani dalla parte della Russia, commenta Starukh.

Nelle ultime 24 ore le forze ucraine hanno respinto ininterrottamente gli attacchi russi “nelle aree forestali di Stelmakhivka, Makiivka e Serebryansky della Regione di Lugansk e Verkhnekamensky, Belogorivka, Soledar, Yurievka, Krasnogorovka, Maryinka, Novomikhailovka e Vremivka nella Regione di Donetsk” come si legge nel rapporto diffuso dallo Stato Maggiore dell’esercito ucraino.

 

fonti eurocomunicazione/ free / varie agenzie

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