Meloni: "Tutelati 10mila posti di lavoro"

E' stato approvato dal Cdm il decreto per il salvataggio della raffineria siciliana Lukoil di Priolo, in provincia di Siracusa. Il via libera è arrivato all'unanimità. Il decreto prevede una "amministrazione temporanea" per lo stabilimento. Questo permetterà di garantire la continuità operativa, dopo che lunedì scatteranno le sanzioni Ue sul petrolio russo. E' prevista anche la nomina di un commissario ministeriale che potrà essere incaricato per 12 mesi, prorogabili per altri 12.

Il premier Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione per l'approvazione di un decreto legge «a tutela dell'interesse nazionale nei settori produttivi strategici». Una norma, prosegue Palazzo Chigi, «con la quale il governo interviene, tra l'altro, per garantire la continuità del lavoro nella raffineria Isab di Priolo che impiega con l'indotto circa 10mila persone». Scopo dell'intervento d'urgenza, conclude la nota, «è tutelare al tempo stesso un nodo energetico strategico nazionale e i livelli occupazionali così significativi per la Sicilia e l'intera nazione».

Il decreto legge sulla tutela degli interessi nazionali nei settori produttivi strategici, approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri, stabilisce l'amministrazione straordinaria per la Lukoil di Priolo. Il dl si compone di due parti, Nella prima si interviene nel settore degli idrocarburi per assicurare «continuità produttiva e la sicurezza degli approvvigionamenti» attraverso «le procedure di amministrazione temporanea». In particolare, questo nuovo istituto concorsuale viene adottato «in caso di grave e imminente pericolo di pregiudizio all'interesse nazionale alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico». 

La richiesta di amministrazione temporanea può essere avanzata entro giugno 2023 ma, in assenza di domanda, il governo, perseguendo «l'interesse nazionale», potrà disporre comunque con decreto interministeriale (ministero Imprese, Economia e Ambiente) e per un periodo massimo di 12 mesi, prorogabile una sola volta fino a ulteriori 12 mesi. Il commissario temporaneo per aziende di idrocarburi, nominato con decreto interministeriale, può valersi per la gestione di società a controllo pubblico. La seconda parte del decreto prevede «misure compensative» che si possono attivare a sostegno delle imprese destinatarie delle misure di golden power, sulla base di specifiche richieste.

Intanto nella valutazione dell'operato del ministro dell'Interno e dellaOng è sempre mancato un tassello. Nel pesare le responsabilità è mancata l'analisi delle violazioni da parte dell'Ong che sono contenute in un'informativa che si sa esistere ma che ancora non è agli atti, un'informativa fantasma che noi vogliamo vedere». L'avvocato Giulia Bongiorno non usa mezzi termini a conclusione dell'udienza del processo Open Arms che si è celebrata nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo e che vede imputato per sequestro di persona l'ex ministro dell'Interno, oggi titolare del dicastero dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini.

L'udienza si è aperta con la richiesta della difesa, accolta dal collegio presieduto da Roberto Murgia, di acquisire tutta la documentazione audio e video di un sottomarino italiano che, nell'agosto 2019, era nella zona dove la Ong stava effettuando un intervento su un barcone partito dalla Libia. Documenti fondamentali, secondo l'avvocato Bongiorno, che accenderebbe una nuova luce sulla vicenda e sulla condotta della Open Arms. Si tratta di materiale che mai era stato messo agli atti e che il Tar nel decidere sulla sospensione del divieto di sbarco, il Senato quando fu chiamato a esprimersi sull'eventuale processo a carico di Salvini e il gup nel rinvio a giudizio non avevano visionato. L'attuale vicepremier e Ministro si è detto «sconcertato».

Dopo una breve camera di consiglio il presidente della Corte, Roberto Murgia, ha ammesso il fascicolo, disponendo anche la deposizione come testi del capitano di corvetta Stefano Oliva, comandante del sottomarino "Venuti", e del capitano Andrea Pellegrino che sulla vicenda produsse una relazione di servizio.

La documentazione emersa dai video e dagli audio fatti dal sommergibile “fa emergere molte anomalie”, ha detto Giulia Bongiorno intervenendo in aula. "Tutto questo materiale in cui viene fotografata la condotta di Open Arms non è mai stato visionato, non sfuggirà al Tribunale la rilevanza". "Al ministro Salvini viene contestato di non avere dato il Pos mentre la difesa dice che è stato fatto il legittimo divieto di transito. Finora si è detto che quelle anomalie non c'erano, invece questa documentazione fa emergere quelle anomalie".

Non ero a conoscenza di questi documenti sull'attività di un sommergibile della Marina militare. Ma io non ero nella linea di decisione rispetto alla opportunità di emettere il secondo decreto". Così l'ex ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, parlando con i giornalisti dopo aver testimoniato nel processo Open Arms. "Un decreto di quel genere aveva bisogno di velocità - ha sottolineato - perché bisognava impedire a una nave di entrare: nel momento in cui il ministro dell'Interno Matteo Salvini avesse ritenuto che per motivi di sicurezza non fosse stato opportuno fare entrare una nave in porto, una verifica fatta da un altro ministro in un secondo momento avrebbe creato dei problemi. Quindi, non era proprio nelle mie competenze - ha ribadito - e comunque non ero a conoscenza di questa attività".

"Sono certo che il ministro Nordio approfondirà" ha scritto sui social Salvini che anticipa di avere allo studio con i suoi legali “delle iniziative importanti”. Salvini spiega che "le procure siciliane, quella di Roma e la procura militare sapevano che la ong spagnola Open Arms aveva intercettato (in acque libiche) un barcone di immigrati grazie alla soffiata di un soggetto ignoto e in grado di suggerire l'esatta posizione del barcone. Si trattava di uno scafista?. Il dubbio è lecito e i dati oggettivi fanno rabbrividire" sottolinea il vicepremier rivelando che i nuovi documenti potrebbero riscrivere la storia del processo.  "Agosto 2019, ultime settimane del governo Conte 1. Solo ora - tre anni dopo! - siamo venuti a conoscenza che c'erano foto, video e registrazioni della ong, immortalata da un sottomarino della Marina italiana, che potrebbero riscrivere la storia di un processo dove rischio fino a 15 anni di carcere”.

Fonti Rai / Il Tempo / e varie agenzie

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