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Cortei in tutto il Paese, presidi davanti ai porti e alle fabbriche

Da oggi, 15 ottobre, è entrato in vigore l'obbligo di certificazione verde per accedere ai luoghi di lavoro e, in diverse città italiane, sono state organizzate manifestazioni di protesta. Alcuni lavoratori si sono radunati davanti ai cancelli delle loro aziende e stanno bloccando le attività lavorative. In piazza anche gli studenti universitari a Milano, nuovo sit-in a Circo Massimo a Roma

Manifestazioni e scioperi in varie città in Italia contro l'obbligo di green pass al lavoro proprio nel primo giorno di entrata in vigore della misura: il 15 ottobre. Da Torino a Genova e Trieste, migliaia di lavoratori si sono fermati e protestano davanti ai cancelli delle loro aziende. Sit in e cortei a Livorno, Ancona e Bolzano. 

Cortei in tutto il Paese, presidi davanti ai porti e alle fabbriche, ma la temuta paralisi generale non c'è stata. Nessuna criticità nelle grandi fabbriche: secondo quanto riferiscono fonti sindacali, non sono arrivate segnalazioni di problemi almeno nei grandi gruppi, come Acciaierie Italia, Fincantieri, Hitachi, Leonardo, Stellantis, Electrolux, Whirlpool, Ast di Terni.

Nel giorno di entrata dell'obbligo del green pass nei luoghi di lavoro "non ci sono problemi, la giornata non è caratterizzata da tensioni e contrapposizioni a parte qualche singola realtà lavorativa" ha detto il segretario generale dela Cisl Luigi Sbarra.  

Una cinquantina di persone tra camalli della Culmv e dipendenti del terminal portuale Psa di Genova Pra' si sono riuniti ai cancelli del terminal dalle 6 di mattina per protestare pacificamente contro l'obbligo di presentazione del green pass

«Negli ultimi giorni ci hanno proposto i tamponi gratis, forse perché siamo una categoria forte, ma io mi chiedo come avremmo potuto guardare in faccia gli altri lavoratori se oggi ci fossimo messi a lavorare». Lo ha dichiarato il portavoce dei portuali triestini, Stefano Puzzer, in una breve conferenza stampa organizzata davanti al varco 4 del porto di Trieste. Il sindacalista ha ricordato che i lavoratori che oggi rappresenta hanno operato negli due anni in condizioni sanitarie difficili, senza mai tirarsi indietro, contribuendo ad aumentare del 45% il volume dei traffici. «Siamo contrari al green pass - ha detto ancora - perché non è uno strumento sanitario, ma politico. La nostra lotta è a difesa del diritto costituzionale al lavoro».

I servizi di sorveglianza riguarderanno anche i comizi dei candidati sindaco di Roma, prima del ballottaggio, di Enrico Michetti (a Campo de Fiori) e Roberto Gualtieri (piazza del Popolo). Il week end intenso sotto il profilo dell'ordine pubblico, continuerà sabato a piazza San Giovanni dove è atteso un fiume di gente per portare la solidarietà alla Cgil dopo l'assalto dei manifestanti violenti, e all'Olimpico dove è in programma Lazio-Inter (ore 18) con le curve - entrambe di estrema destra - gemellate e lo stadio pieno al 75% della sua capacità.

Circo Massimo blindato, centro storico sorvegliato speciale, così come la Bocca della Verità e le vicine vie che portano ai palazzi istituzionali. Focus anche sulle arterie stradali principali, dal Grande Raccordo Anulare alla Roma Fiumicino e nelle stazioni per monitorare la presenza di gruppi anti sistema. Sarà una Roma blindata quella che anche oggi sarà scenario di una nuova protesta dei No Green Pass.

Duemila circa le persone attese sulla carta, ma - secondo la Questura - c'è la possibilità concreta che dalle 16 di oggi (oggi nel giorno in cui il green pass diventa obbligatorio sui luoghi di lavoro), siano in molti di più a scendere in piazza, chiamati a raccolta dalle Sentinelle della Costituzione, coordinate dal sindacato Fisi e dall'avvocato Edoardo Polacco che, sui social, in questi giorni ha diffuso diversi appelli.

Proprio per questo motivo la Questura e la Prefettura, ieri, hanno negato agli organizzatori prima Santi Apostoli e poi anche la Bocca della Verità, ritenute entrambe troppo piccole e vicine agli uffici comunali e alle sedi istituzionali. In mattinata, invece, un gruppo di una ventina di persone 'no green pass' ha fatto una manifestazione estemporanea in via Labicana bloccando per breve tempo il traffico. Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine che hanno allontanato i manifestanti.

L'allerta per individuare e scansare facinorosi e infiltrati è massima. In città saranno operativi almeno 3 mila uomini delle forze dell'ordine, più quelli in borghese. Inoltre se necessario, sul cielo della Capitale, voleranno anche gli elicotteri di polizia e carabinieri per monitorare la situazione dall'alto. La giornata sarà in costante evoluzione.

Intanto continua la polemica sui scontri dei giorni scorsi e sarebbe quasi da non credere, se le immagini non fossero state lanciate in esclusiva da Quarta Repubblica nell'ultima puntata. Breve passo indietro. Le telecamere della trasmissione sono a Piazza del Popolo quando sul palco qualcuno annuncia l'intervento di Giuliano Castellino. Il leader di Fn, che avrebbe Daspo e divieti di presenziare a manifestazioni simili, inizia la sua arringa contro i sindacati. "Sapete chi ha permesso che oggi il green pass o meglio tra sei giorni diventasse legge? E che milioni di nostri connazionali fossero sotto ricatto? Hanno nomi precisi Cgil, Cisl e Uil". La critica poi si trasforma in una dichiarazione d'intenti. "Sapete oggi gli italiani liberi cosa fanno? - continua Castellino - Vanno ad assediare la Cgil. Oggi noi andiamo a prenderci la Cgil. Chiamiamo Landini: se vuole il suo palazzo, viene a Roma e proclama lo sciopero generale di tutti i lavoratori contro il green pass"

Era tutto scritto, anzi detto, almeno un'ora e mezzo prima dell'assalto alla Cgil. Non c'era bisogno di servizi di intelligence, infiltrati, grandi investigatori per capire che la manifestazione di sabato a Roma contro il green pass sarebbe finita in un disastro annunciato. Poco prima che l'assalto al sindacato trascinava su tutti i quotidiani le immagini della sede devastata, il leader di Forza Nuova aveva dichiarato "in chiaro" le intenzioni del corteo: assalire la Cgil e costringere Landini a "scendere a Roma" per "proclamare lo sciopero generale".

Chiamata a rispondere durante il question time alla Camera, la ministra dell'Interno ha spiegato così quella che è stata la decisione presa dagli apparati di sicurezza sabato prima che il corteo, con in testa Forza Nuova, attaccasse la sede del sindacato: "Evidente rischio di una reazione violenta". La leader di Fratelli d'Italia: "Quello che è accaduto è stato volutamente permesso, un calcolo. È strategia della tensione"

Giuliano Castellino non è stato fermato in piazza del Popolo, nonostante avesse messo la Cgil nel mirino durante il suo discorso dal palco della manifestazione No green pass, perché sarebbe stato un rischio per l'ordine pubblico. Chiamata a rispondere durante il question time alla Camera, il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha spiegato così quella che è stata la decisione presa dagli apparati di sicurezza sabato prima che il corteo, con in testa Forza Nuova, assaltasse la sede del sindacato e scatenasse poi la guerriglia nel centro di Roma. 

Una ricostruzione che ha provocato l'attacco di Giorgia Meloni arrivata ad evocare gli anni più difficili per il Paese: “Sapeva e non ha fatto nulla, è strategia della tensione”, ha replicato la leader di Fratelli d'Italia in Aula a Montecitorio. "Non siamo un Parlamento di imbecilli. Lei sapeva e non ha fatto nulla". Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, si rivolge così al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, nel question time sui disordini che hanno caratterizzato la manifestazione No Green Pass di Roma sabato 9 ottobre, con l'assalto alla Cgil guidato da Giuliano Castellino, elemento di Forza Nuova.

Fonti varie agenzie

 

 

 

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