Scioglimento di FN, varie reazioni politiche pro o contro

Intervenire per sciogliere "i partiti, i movimenti e le organizzazioni di matrice fascista". Con queste parole, il Pd ha presentato in Parlamento una mozione che chiede lo scioglimento di Forza Nuova, ma anche di "tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista". E così anche Italia Viva e Psi. Dopo infatti la manifestazione 'No Green pass' e 'No vax' di sabato scorso, degenerata nell'assalto alla Cgil e in scene di guerriglia urbana, ora le due mozioni depositate in Parlamento chiedono un cambio di rotta.  Mentre il movimento è nel mirino degli inquirenti , dopo l'arresto del leader nazionale Fiore e di quello romano Castellino, con due fascicoli aperti in procura e il sequestro preventivo e l'oscuramento del sito internet, le reazioni del centrodestra non si sono fatte attendere

Da alcuni colloqui telefonici tra Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, si apprende da fonti della Lega, è emerso che il centrodestra condanna le violenze senza se e senza ma, ed è pronto a votare una mozione per chiedere interventi contro tutte le realtà eversive, non solo quelle evidenziate dalla sinistra. 

La stessa posizione trapela da fonti azzurre."Fratelli d'Italia non si lascia intimidire" e "spero che Mattarella e Draghi prendano le distanze dalle pericolose parole del vice segretario del Pd" Giuseppe Provenzano, "ribadendo che l'Italia non sarà mai il regime che vuole la sinistra", ha ribadito la leader Fdi Giorgia Meloni in un videomessaggio su Facebook. "Continueremo a batterci al fianco degli italiani sempre a testa alta. E come sempre saranno gli italiani a giudicarci e a dire se pensano che il pericolo vero per la democrazia siamo noi, o piuttosto altri".

l leader della Lega Matteo Salvini ha replicato a Enrico Letta che ha auspicato la presenza di tutti in piazza sabato alla manifestazione indetta dai sindacati, dopo quanto accaduto. "Condanno ogni genere di violenza, se ci sono associazioni che portano avanti idee con la violenza vanno chiuse" dice, ricordando che la violenza non è ascrivibile solo alla destra, perché se "a Roma sono stati fermati violenti di destra, a Milano sono stati fermati violenti di sinistra. E allora dico a Letta: mettere fuorilegge tutte le realtà violente, e in piazza ci andiamo tutti insieme". Poi ha rilanciato: "Cosa fa il Pd? Convoca una manifestazione il giorno prima del voto... convocala lunedì e vengo anch'io".

"Ci fanno parlare dieci giorni di antifascismo, poi il giorno dopo il voto gli scandali spariscono..." scandisce ancora Salvini. Sulla manifestazione di sabato scorso, il leader della Lega ricorda poi come "una persona con Daspo, che non poteva stare lì, invece stava lì... o qualcuno non sa fare il suo lavoro o a qualcuno fa comodo".

Enrico Letta torna all’attacco. «Ho vissuto quanto accaduto sabato con profonda angoscia. È squadrismo fascista». Il segretario del Pd, in diretta con il direttore de La Stampa Massimo Giannini, non usa mezzi termini per descrivere l’aggressione del 9 ottobre, guidata, tra gli altri, dai leader di Forza Nuova Roberto Fiore e Giuliano Castellino, ora agli arresti. «Non capisco perché Meloni e Salvini non si dissocino apertamente da quanto accaduto. Queste vicende non c'entrano nulla con la destra e la sinistra. E neanche con il Green Pass».

"I fatti di sabato scorso, le aggressioni nei confronti delle forze dell’ordine, l'assalto alla sede della Cgil, sono stati condannati in modo netto da tutte le forze politiche. Non ci possono essere ambiguità contro la violenza e contro chi usa una manifestazione di piazza per secondi fini. Al tempo stesso, però, le vicende degli ultimi giorni non vanno strumentalizzate politicamente. Proprio in questi momenti è fondamentale rappresentare al Paese un comune sentire su temi così delicati.Non esistono totalitarismi buoni e totalitarismi cattivi, e per questo motivo non è possibile per i nostri gruppi firmare o sostenere la mozione presentata dal Partito democratico".Lo affermano in una nota congiunta i capigruppo di Forza Italia di Senato e Camera, Anna Maria Bernini e Roberto Occhiuto.

Ma si può sciogliere un partito? E come? La risposta è sì, anche se in Italia i precedenti sono pochi: la mozione presentata in Parlamento può essere attivata grazie alla legge Scelba del 1952. Vediamo allora che cosa prevede e tutti gli altri dettagli.

La Lega non sottoscriverà la mozione del Pd con cui si chiede al governo di procedere allo scioglimento di Forza Nuova. A far intendere la linea è lo stesso leader Matteo Salvini che, a margine di una iniziativa elettorale, ha spiegato: "Non può essere il Parlamento a decidere che partito sciogliere o meno. C'è una legge e se qualcuno ha ricostituito nel 2021 il partito fascista questo va sciolto". Il leader leghista ha poi controproposto: A Letta dico, vogliamo fare una cosa seria? Tutto il Parlamento si unisca per approvare un documento contro ogni genere di violenza e per sciogliere tutte le realtà che portano avanti la violenza, non è che la violenza dei centri sociali lo è meno".

Anche FdI non appoggerà la mozione. Il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, in un'intervista, ha spiegato: "Se Draghi ha informazioni tali da giustificare il provvedimento può farlo domani. Se poi la maggioranza in Parlamento ritiene che il governo sia incapace di agire è un altro discorso", specificando che "non ci facciamo coinvolgere da iniziative che servono solo a fomentare la polemica politica". Poi, intervenendo in Aula, ha aggiunto: "Il governo può sciogliere le organizzazioni eversive. Perché il Pd che ha governato negli ultimi 10 anni non lo ha fatto? Il governo se deve agire lo faccia".

La normativa di riferimento per lo scioglimento di un partito è innanzitutto la Costituzione e, quindi, la Legge Scelba del 20 giugno 1952. Sulla base di questa, sono due le strade che si possono intraprendere per procedere allo scioglimento di un partito: dopo una sentenza del Tribunale, il ministro dell'Interno ne dispone lo scioglimento, oppure nei casi straordinari di necessità e di urgenza può intervenire direttamente il governo.

La Carta Costituzionale, nelle Disposizioni transitorie e finali, all'Articolo XII, dispone: "E' vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista".

E' la Costituzione, o meglio la sua XII disposizione transitoria a vietare la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. A dare attuazione a questa norma è stata nel 1952 la legge Scelba, voluta dal governo De Gasperi in anni di grandi tensioni sociali e poi modificata nel 1975. Quasi 20 anni dopo, con la legge Mancino del 1993, si è completato il quadro delle norme che puniscono le condotte riconducibili al fascismo e al razzismo.
La legge Scelba sanziona chiunque promuova od organizzi la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo che persegua "finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista".Oppure chi pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo o le sue finalità antidemocratiche. Condotte che vengono punite con pene detentive, multe e l'interdizione dai pubblici uffici. E' l'articolo 3 della legge a disciplinare lo scioglimento di questi gruppi.

E sono due le ipotesi previste. Ci vuole una sentenza della magistratura che abbia accertato la riorganizzazione del disciolto partito fascista: in questo caso è il Ministro dell'interno, sentito il Consiglio dei Ministri, a ordinare lo scioglimento e la confisca dei beni. Oppure il governo può provvedere direttamente allo scioglimento con un decreto legge, ma solo in casi straordinari di necessità e di urgenza.

Sinora la fine di movimenti fascisti è stata decretata a seguito di sentenze della magistratura. E' accaduto così per Ordine Nuovo, il movimento di estrema destra che era nato nel 1969: a novembre del 1973 fu sciolto dall'allora ministro dell'interno Paolo Emilio Taviani, a conclusione del processo per ricostituzione del partito fascista, che si concluse con pesanti condanne dei suoi dirigenti. Una sentenza che costò la vita al giudice Vittorio Occorsio, ucciso da Pierluigi Concutelli a Roma il 10 luglio 1976 in un agguato rivendicato da Ordine Nuovo. In quello stesso anno, sempre all'esito di un processo, lo scioglimento di Avanguardia nazionale, fondata da Stefano Delle Chiaie.

Negli anni '50 la legge Scelba ha superato più volte il vaglio della Corte costituzionale: in una pronuncia del 1958 la Consulta ha tuttavia precisato che la legge va contemperata con il diritto costituzionale alla libertà di pensiero, la cui compressione può essere ammessa solo quando sia "concreto" il pericolo per l'ordine democratico.

La ricomparsa di una estrema destra eversiva è un problema che non riguarda solo l'Italia; in Germania nel gennaio 2020 è stato messo fuorilegge il gruppo neonazista Combat 18, di dichiarate simpatie hitleriane; Berlino ha varato una serie di leggi che inaspriscono ogni richiamo al nazismo dopo l'uccisione da parte di terroristi di estrema destra del politico della Cdu Walter Lübcke.

In Grecia la formazione di estrema destra Alba Dorata è stata dichiarata fuorilegge da una sentenza della Corte d'appello di Atene che ha condannato i suoi leader a pesanti pene. Alba Dorata era arrivata a sfiorare il 10% dei consensi alle elezioni politiche.

Stesso copione in Francia, dove il governo ha dichiarato illegale il gruppo di estrema destra Generation Identitaire nel marzo del 2021 per i suoi messaggi fortemente razzisti.

Sono due i fascicoli di indagine avviati dalla Procura di Roma in relazione agli scontri avvenuti sabato nel cuore della Capitale. I pm hanno diviso in due "livelli" l'azione di indagine: il primo riguarda i sei arrestati, ritenuti promotori della rivolta, con l'irruzione nella sede della Cgil, tra cui Roberto Fiore, Giuliano Castellino di Forza Nuova, l'ex Nar Luigi Aronica, l'attivista Pamela Testa e il leader del movimento IoApro, Biagio Passaro. Per loro i magistrati contestano, al momento, i reati di istigazione a delinquere, devastazione e saccheggio.

I pm nel chiedere la convalida dell'arresto valuteranno ulteriori aggravanti.
il Copasir, "alla luce dei gravi incidenti verificatisi sabato scorso", ha predisposto l'audizione del direttore dell'Aisi, Mario Parente. Inoltre, sempre in riferimento a quanto accaduto sabato, è stata chiesta una informativa urgente al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. Intanto, è stata sospesa la vicequestore Alessandra Schilirò, la poliziotta che aveva parlato dal palco della manifestazione anti-Green pass a San Giovanni a Roma. Il provvedimento di sospensione le è stato notificato oggi.

Fonti : Varie Agenzie / Agi / ansa / corriere della sera / la stampa

 

 

 

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI