Draghi chiede all'Unione europea un cambio di passo urgente sull'immigrazione

Il governo di Mario Draghi chiede all'Unione europea un cambio di passo urgente sull'immigrazione. Il pressing sull'Europa è stato accompagnato anche da un'azione sui due Paesi da cui partono la maggior parte degli sbarchi che arrivano sulle nostre coste. Se in mattinata Draghi ha sentito il presidente della Repubblica di Tunisia, nel pomeriggio Lamorgese è volata a Tripoli dove ha incontrato il primo ministro del governo di unità nazionale della Libia, Abdulhamid Dabaiba, e il ministro dell'Interno, Khaled Mazen. Sul tavolo, il progetto portato avanti dal Viminale sulle frontiere meridionali libiche, un dossier decisivo per la prevenzione dei flussi migratori irregolari e la tratta di esseri umani.

La richiesta, formale, è arrivata in una telefonata della ministra dell'Interno Luciana Lamorgese al commissario europeo Affari interni, Ylva Johansson, nel giorno in cui la titolare del Viminale è impegnata in una importante missione in Libia, tra i principali Paesi di partenza dei migranti diretti in Italia.

E proprio d'intesa della lega con il premier si è mossa ieri Lamorgese, dopo l'ennesimo arrivo di due barche a Lampedusa. Non che le 71 persone sbarcate nelle ultime 24 ore cambino gli equilibri complessivi, ma l'hotspot dell'isola conta già circa 1200 presenti nonostante una capienza di 250. Ed è di tutta evidenza che senza un intervento alla fonte, quindi sulle partenze, difficilmente si riuscirà a fermare il flusso di questi giorni (negli ultimi quattro sono sbarcati in circa mille, per un totale che da inizio anno ha raggiunto quota 30mila). 

D'altra parte, oltre all'instabilità della Libia ora a favorire le partenze verso le nostre coste c'è anche la crisi in cui versa la Tunisia. Non a caso, proprio ieri mattina Draghi ha avuto una conversazione telefonica con Kais Said, presidente della Repubblica tunisina. E al centro dei colloqui c'è stata anche la gestione dei flussi migratori, questione centrale per l'Italia che sta sostenendo la Tunisia con l'invio di 1,5 milioni di dosi vaccinali.

Sul tema, a livello di maggioranza di governo, da alcuni giorni è cresciuto il pressing della Lega di Matteo Salvini. Dall'esecutivo arrivano "segnali positivi", ha riconosciuto Salvini, dopo la mossa di Lamorgese. "Ma le due navi di Ong francese e tedesca non devono sbarcare in Italia, a questo punto", ha subito aggiunto.

"L'Europa si preoccupa degli ingressi dei migranti tra Lituania e Bielorussia e non vede quello che accade a Sud nel Mediterraneo, che e' la rotta di maggior ingresso in Europa e quindi in Italia", ha lamentato il sottosegretario leghista all'Interno, Nicola Molteni. "Ci sono due Ong straniere nel Mediterraneo, Sea Watch e Ocean Viking, con oltre 800Migranti con interventi in acque Sar libiche, maltesi e addirittura tunisine. Per il principio dello stato di bandiera e di rotazione dei porti - ha chiesto - queste due imbarcazioni devono andare in Germania o Norvegia o in Francia visto che una Ong è francese. Ne va della dignità e della sicurezza dell'Italia. Sarebbe inaccettabile lo sbarco in Italia con i territori di sbarco di frontiera già in emergenza".

"Il ministro Lamorgese ha chiesto oggi, nel corso di un colloquio con il Commissario Johansson, un cambio di passo all'Unione Europea in tema di migranti, con immediate azioni (convocazione Consiglio Affari interno straordinario, iniziative tempestive coi Paesi di transito, rilancio immediato della trattativa sul Patto Eu su Immigrazione). Lo ribadiamo, con forza, da tempo: il tema migranti deve essere inserito necessariamente in una cornice comunitaria o l'Europa rischia davvero di andare a sbattere", ha chiesto anche Alessandro Battilocchio, deputato di Forza Italia e responsabile del dipartimento Immigrazione del movimento azzurro.

il premier italiano ha telefonato al presidente dell'altro Paese bacino di provenienza e transito dei migranti: la Tunisia. Nel colloquio con Kais Said, Draghi ha discusso della situazione politica tunisina, in subbuglio dopo che lo stesso presidente ha 'licenziato' il primo ministro, e del tema della gestione dei flussi migratori.

Nel lungo colloquio telefonico, Lamorgese, invece, ha chiesto a Johansson e alla presidenza di turno slovena la convocazione di un consiglio Ue Affari interni straordinario per valutare un "urgente un cambio di marcia negli interventi sulla politica migratoria" comune. In considerazione delle gravi crisi politiche ed economiche che gravano su alcuni Paesi del Nord Africa e dei numeri degli sbarchi di migranti costantemente in aumento nel corso dei mesi estivi, Lamorgese ha ribadito che l'attuale andamento dei flussi migratori "non può essere affrontato soltanto dall'Italia e dagli altri Paesi i cui confini coincidono con le frontiere esterne dell'Unione europea". 

E chiesto "l'attivazione immediata, anche temporanea, di un meccanismo che coinvolga gli Stati membri per consentire un approdo sicuro, e compatibile con le misure anti Covid 19, alle navi delle Ong battenti bandiere europee attualmente impegnate in operazioni Sar in acque internazionali". Infine, la ministra ha chiesto "il rilancio nella trattativa sul nuovo Patto immigrazione e asilo del principio di solidarietà tra gli Stati membri per la redistribuzione obbligatoria dei Migranti salvati in mare" e "un segnale immediato per dare seguito a quanto approvato nel Consiglio europeo dello scorso 24 giugno laddove si invita la commissione "a rafforzare immediatamente le azioni concrete" condotte con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori per dare loro un sostegno tangibile.

fonti Agi e varie testate

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