L'Italia lasciata da sola sui migranti

Il premier italiano Mario Draghi si è confrontato in mattinata con il presidente francese Emmanuel Macron. Tra i temi discussi c’è stato anche quello delle migrazioni: «In un incontro molto cordiale abbiamo discusso della situazione nel nord Africa e nel Sahel», ha fatto sapere nella conferenza stampa tenuta oggi, 25 maggio, a margine della seconda giornata di lavori al Consiglio europeo a Bruxelles. «È iniziata una collaborazione in una parte del mondo che ci aveva visto su sponde diverse se non contrastanti. 

L'intenzione è lavorare insieme». Draghi ha poi definito «inaccettabili» le immagini dei corpi senza vita dei bambini ritrovati sulla spiaggia di Zuwara, in Libia. «C’è stato il sostegno anche di Paesi finora rimasti indifferenti – ha aggiunto -. Non voglio spingermi nel parlare di progressi, ma spero che la buona volontà si traduca in fatti».

L'Italia, ancora una volta, è stata lasciata sola a far fronte all'emergenza migranti. Al vertice europeo che si è tenuto a Bruxelles i leader Ue hanno affrontato la questione per meno di venti minuti, in una riunione durata più di cinque ore. "Fino al prossimo Consiglio europeo continueremo ad affrontare da soli questo problema. Poi sta a tutti noi europei prepararlo bene", ha sintetizzato al termine del vertice il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che aveva insistito - nei giorni scorsi - per informare i suoi colleghi sulla situazione nel Mediterraneo centrale. Al suo fianco il premier spagnolo, Pedro Sanchez, che ha fornito un aggiornamento sull'altra emergenza migranti, quella di Ceuta. Ma non c'è stato dibattito.

Promesse, pacche sulle spalle, tante accortezza sulle difficoltà che sta vivendo l'Italia con il possibile arrivo di migliaia di migranti. Ma dall'Europa, a parte la solidarietà (a parole), di gesti ne arrivano molto pochi. Segno che chiunque arrivi a Palazzo Chigi, anche se questa persona ha un bagaglio europeo come Mario Draghi, si trova davanti il solito muro.

Draghi si trova in una posizione estremamente difficile. Sul lato interno, la Lega incalza e sa che non può permettersi passi falsi sulla questione sbarchi senza che vi sia un dibattito dilaniante in seno alla maggioranza. Ma sul lato esterno, è ormai chiaro che gli alleati europei che sostengono la linea italiana (un blocco composto da Francia, Grecia, Spagna, in parte Malta, Portogallo, e forse Romania e Irlanda) non troveranno un accordo nella stagione più difficile. E Parigi, che dovrebbe porre il suo sigillo per far andare avanti almeno l'idea di un accordo intergovernativo, non ha alcun interesse a spingere troppo sull'acceleratore in attesa di capire come trovare una quadra con l'Italia sull'Africa, sulla Libia e sulla gestione dei flussi migratori prima che arrivino al confine transalpino  

Tutto rinviato al prossimo summit di giugno. Senza nascondere che per i capi di Stato e di Governo è tema da trattare tra i ministri dell'Interno che attualmente sono impegnati a trovare un accordo sul Nuovo patto per le migrazioni e l'asilo proposto dalla Commissione europea. Un accordo che sembra ancora lontano. Come ha confermato il presidente francese, Emmanuel Macron, che nella mattinata ha avuto una colazione di lavoro con Draghi in cui hanno parlato anche di migranti, ma non di ripartizione (volontarie od obbligatorie che siano).

In conferenza stampa al termine del summit, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato di avere ricordato ai colleghi l'esistenza della questione, da tempo assente negli ordini del giorno dei summit Ue, essendo un tema divisivo, che però tocca non solo l’Italia, ma anche altri Paesi del Sud Europa. “Continueremo ad affrontare il problema” dei migranti “da soli fino al prossimo Consiglio europeo, sta a tutti noi prepararlo bene per arrivare a una soluzione efficace e nel segno della solidarietà”, ha detto il premier, ribadendo che mettere a “dormire” un “problema” come quello delle migrazioni “non lo fa sparire”.

Draghi cm ottiene la riapertura della discussione su un dossier aperto da troppo tempo e su cui progressi non si registrano. La proposta di nuovo patto per l’immigrazione messa a punto dalla Commissione europea risale a settembre scorso, e da allora ancora nessun passo avanti. Draghi ha deciso che è ora di smettere di ignorare un dossier su cui occorre trovare una quadra, ha sollevato il tema davanti ai leader, e alla fine ha ottenuto che se ne parli in maniera strutturata nel prossimo vertice di giugno.

Il presidente del Consiglio ha deciso di non accontentarsi, e di andare oltre. La soluzione ai flussi migratori passa anche le prospettive di stabilizzazione in Libia e nel centro-Africa, e qui c’è l'intenzione di dare vita ad un motore tutto italo-francese all'insegna di una rafforzata cooperazione nel continente della sponda meridionale del Mediterraneo.

Un blocco navale nel mare davanti alla Libia, è questa la soluzione alla questione migratoria secondo Giorgia Meloni, che continua a riproporre da giorni sui suoi profili social e nelle sue dichiarazioni. L'allarme lanciato da Lampedusa, dove sono sbarcate migliaia di persone in poche ore, viene raccolto così dalla presidente di Fratelli d'Italia: "Non vogliamo abituarci a questo tipo di notizie – attaccava qualche giorno fa su Facebook – L'immigrazione clandestina va fermata, vanno fermati gli scafisti e le Ong immigrazioniste che speculano sulle tragedie". E poi annunciava: "Come Fratelli d'Italia continuiamo a chiedere al ministro Lamorgese un immediato blocco navale".

Fonti il giornale / fanpage / Consiglio Europeo / agenzie stampa




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