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Dirottamento: Boing 737 partito d Atene dirottato a Vilnius

Alexander Lukashenko ha ordinato il dirottamento di un aereo di linea Ryanair per arrestare un dissidente politico. La scusa utilizzata dagli agenti del Kgb presenti sul volo è stato un falso allarme bomba.

Cosi la storia : Un Boeing 737 di Ryanair partito da Atene con 171 passeggeri a bordo e diretto a Vilnius, in Lituania, è stato costretto a dirottare all’aeroporto bielorusso di Minsk ufficialmente per motivi di sicurezza. Ma una volta a terra la polizia locale ha prelevato un viaggiatore, Roman Protasevich, 26 anni, oppositore bielorusso, giornalista e fondatore di Nexta, il più grande canale informativo su Telegram del Paese e da mesi nel mirino del presidente Alexander Lukashenko. «Siamo fortemente preoccupati per l’apparente atterraggio forzato di un volo Ryanair e dei suoi passeggeri che potrebbe essere in violazione della Convenzione di Chicago», commenta l’Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione civile. «Attendiamo che ulteriori informazioni vengano confermate ufficialmente dai Paesi e dai soggetti interessati».

La presidenza bielorussa ha fatto sapere alle agenzie stampa che Lukashenko ha ordinato di persona che un Mig-29 scortasse il velivolo Ryanair all’aeroporto di Minsk, dopo un allarme bomba «ricevuto mentre l’aereo era sul territorio nazionale, in seguito al quale le autorità hanno dichiarato che sul velivolo non sono stati trovati esplosivi». A quel punto però Vilnius distava 73 chilometri, Minsk 160. Quando è atterrato nella capitale bielorussa l’aereo aveva fatto addirittura 300 chilometri deviando qua e là, segnala il sito Flightradar24. Il ministero dell’Interno ha confermato che Protasevich è stato arrestato. La sua Nexta lo scorso anno era stata dichiarata estremista dopo essere stata usata per organizzare le proteste contro Lukashenko. Protasevich — fuggito dal Paese e da novembre residente a Vilnius — rischierebbe sino a 15 anni di carcere. Con il dissidente sarebbe stata fermata anche la fidanzata.

Immediata la reazione degli Stati Uniti, che «condannano duramente» il comportamento della Bielorussia e chiedono l’immediato rilascio di Protasevich. La dinamica ha spinto il capo dello Stato della Lituania Gitanas Nauseda a chiedere «urgentemente» la sua liberazione. «È un evento senza precedenti — si legge sul suo profilo social —. Il regime bielorusso è dietro questa azione abominevole. Chiedo urgentemente di liberare Protasevich!». Nauseda invoca anche l’intervento della Nato e dell’Icao, l’organizzazione Onu per l’aviazione civile. L’aereo Ryanair ha deviato ad appena 30 chilometri dalla frontiera lituana secondo Flightradar24. Chiede il rilascio immediato di Protasevich anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. «Abbiamo bisogno di spiegazioni immediate», chiede Sassoli su Twitter. «È assolutamente inaccettabile costringere il volo Ryanair ad atterrare a Minsk — commenta sui social la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen —. Tutti i passeggeri devono essere in grado di proseguire il loro viaggio a Vilnius immediatamente e la loro sicurezza deve essere garantita. Qualsiasi violazione delle regole del trasporto aereo internazionale avrà conseguenze».

Tra le sanzioni contro la Bielorussia, che i capi di Stato e di Governo dell’Ue prenderanno in considerazione questa sera al vertice a Bruxelles, vi sono proprio l’interdizione a Belavia, la compagnia aerea nazionale bielorussa di proprieta’ statale, di atterrare negli aeroporti dell’Ue; la sospensione di tutti i voli delle compagnie aeree dell’Unione nello spazio aereo bielorusso; e sospendere tutto il transito, compreso quello terrestre, dalla Bielorussia all’Ue

Stop ai voli dalla Bielorussia, chiusura dello spazio aereo e pesanti sanzioni. Dopo gli Usa, anche l’Europa alza il tiro contro Minsk, dopo il clamoroso dirottamento, ieri, del volo Ryanair  FR4978 decollato ad Atene e diretto a Vilnius (Lituania), costretto ad atterrare a Minsk per consentire l’arresto di  un passeggero, il giornalista dissidente bielorusso Roman Pratasevich, 26 anni,  e della compagna, una cittadina russa di 23, Sophia Sapega, che sta frequentando un master all’Università Europea di Scienze Umanistiche di Vilnius nell’ambito del programma di Diritto Internazionale e dell’Ue.

Abbastanza incredibile, degna di una sceneggiatura hollywoodiana, la dinamica del dirottamento. L'aereo ha effettuato un atterraggio di emergenza a causa di una presunta minaccia di esplosione che si è rivelata falsa.  Un caccia MiG-29 dell'aeronautica militare bielorussa ha accompagnato l'aereo civile nell'atterraggio all'aeroporto di Minsk, dove si è scoperta la vera ragione dell'ordine di atterraggio. Ordine che, come confermato dal governo locale, è stato dato in persona dal presidente Alexandr Lukashenko, al centro di continue rivolte popolari, perché accusato di brogli dopo le ultime contestatissime elezioni.

Resta poi dai chiarire il giallo  dei quattro passeggeri di nazionalità russa che non hanno proseguito il viaggio verso Vilnius dopo lo stop forzato a Minsk del volo. Lo sostiene un membro del Presidium del Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa, l’ex ministro della cultura Pavel Latushko, citato da Interfax. Le restrizioni contro Lukashenko saranno discusse questa sera dal Consiglio europeo, come annuncia l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Josep Borrell. “Chiediamo l’immediata liberazione dell’onorevole Pratasevich. Nell’attuare questo atto coercitivo, le autorità bielorusse hanno oltretutto messo a repentaglio la sicurezza dei passeggeri e dell’equipaggio. E’ necessario condurre un’indagine internazionale su questo incidente per accertare eventuali violazioni delle regole dell’aviazione internazionale”.

La spiegazione secondo affari italiani,non ha convinto la comunita' internazionale: da tutta Europa e dal Regno Unito si sono levate voci di sdegno e preoccupazione oltre alla richiesta formale, da parte delle autorita' di Bruxelles, di consentire immediatamente ai passeggeri di proseguire il loro volo, come poi avvenuto dopo diverse ore di attesa.

La Farnesina sottolinea affari italiani,ha espresso la sua "ferma condanna" di quanto accaduto; il premier polacco Mateusz Morawiecki ha definito l'accaduto un "atto criminale di terrorismo di Stato" e ha chiesto al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che si appresta ad accogliere i 27 capi di Stato e di governo per un vertice domani a Bruxelles, di approfittare dell'appuntamento per discutere di sanzioni immediate contro Minsk.

"Con un atto di pirateria aerea il regime di Lukachenko ha dirottato un aereo in volo da Atene a Vilnius per arrestare Roman Protasevich, un giornalista colpevole di dare voce all'opposizione bielorussa. Un atto illegale, arrogante e in dispregio di ogni diritto", ha dichiarato il presidente della Commissione Esteri della Camera, Piero Fassino. "È  la conferma di quanto il regime di Lukachenko rappresenti un pericolo per la Bielorussia e la sicurezza internazionale. Una ragione di più per intensificare ogni azione utile al superamento dell'attuale regime e alla indizione di elezioni, con osservatori internazionali, che consentano ai cittadini bielorussi di scegliere liberamente da chi essere governati", ha aggiunto Fassino.

Anche la vice ministra degli Esteri Marina Sereni su Twitter ha dichiarato: "L’atterraggio forzato di un aereo commerciale da parte della Bielorussia è un’azione inaccettabile, una violazione delle regole internazionali sul traffico aereo. I passeggeri devono subito essere rilasciati“.

A intervenire anche la Nato che chiede un'inchiesta internazionale sul dirottamento: "Stiamo motiorando strettamente l'atterraggio forzato in Bielorussia di un aereo Ryanair in volo da Atene a Vilnius, e la notizia dell'arresto dell'oppositore Roman Protasevich", ha twittato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg-. "Questo è un incidente serio e pericoloso, che richiede un'inchiesta internazionale".

Dura nota di protesta anche dalla premier della Lituania, Ingrida Šimonytė, per il volo Atene-Vilnius intercettato: "Si tratta di un attacco senza precedenti contro la comunità internazionale: un aereo civile e i suoi passeggeri sono stati dirottati con la forza militare e un cittadino bielorusso è stato rapito, la cui vita e salute sono in pericolo. È ingiustificabile che normali viaggiatori internazionali siano stati tenuti in ostaggio dell'aggressione del regime". Per la premier, "questo è un atto di terrorismo di stato diretto contro la sicurezza dei cittadini dell'Unione Europea e di altri paesi, della società civile bielorussa che cerca asilo dalle persecuzioni del regime, così come dell'aviazione civile internazionale. La Lituania esigerà una risposta chiara e senza compromessi dalla comunità internazionale.

"Lo spazio aereo della Bielorussia non è sicuro per tutti. L'Unione Europea deve prendere misure efficaci per proteggere tutti gli individui, indipendentemente dalla loro nazionalità, che sono a rischio a causa delle azioni inadeguate del regime. Insieme ai partner internazionali, lavoreremo per chiudere lo spazio aereo della Bielorussia ai voli internazionali. Quello che è successo oggi è un attacco non solo alla Lituania; è un segnale per tutta l'Unione europea e le organizzazioni internazionali", ha sottolineato la premier.

Alexander Grigoryevich Lukashenko, Presidente della Bielorussia dal 1994, ha ordinato di persona (ha fatto sapere la presidenza bielorussa) il “dirottamento” del Boeing 737 della divisione polacca della compagnia aerea low cost Ryanair.

Non è un caso se gli operatori internazionali e i giornalisti chiamano Alexander Lukashenko l'ultimo dittatore d’Europa”. Il motivo è semplice: è in carica da ventisette anni, dalle elezioni del 1994.

Nato il 30 agosto del 1954, nella città di Kopys, Alexander Grigoryevich Lukashenko, ha servito l’esercito sovietico fino al 1982. Nel 1985 è stato eletto direttore di una “grande fattoria” dello Stato (in russo “sovchoz”), ovvero aziende agricole statali alla cui base era posto il modello della collettivizzazione delle terre e dei mezzi di produzione.

Nel 1990 viene eletto deputato del Soviet bielorusso e nel 1994, alle prime elezioni democratiche del Paese dopo l’indipendenza dall’Unione Sovietica, ottenne il 45% dei voti. Da quell’anno Alexander Lukashenko non ha mai lasciato la poltrona della Presidenza.

Fonti il giorno / affari Italiani Corriere della sera

 

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