Centinaia i commercianti che manifestano a Roma "Perché bar e ristoranti vanno aperti"

Centinaia i commercianti che stanno partecipando al sit in al Circo Massimo "Una volta, per tutti" organizzato dalle associazioni: Roma più bella, Ihn (Italian hospitality network), Tni Italia (Tutela nazionale imprese) e Lupe Roma. I primi ad arrivare sono stati i ristoratori maremmani che hanno appeso ad un filo mutande rotte, arancioni e gialle con accanto scritto: "L'Italia a colori ci ha lasciato in mutande ma ora basta". Sono arrivati dalla Sicilia, da Enna, Piombino e Crema.  

Secondo la Fipe 30 mila imprese hanno chiuso nel 2020, altrettante potrebbero chiudere quest'anno. "Noi donne durante l'emergenza non ci siamo fermate un attimo, e ora siamo cariche per riaprire", dice Valentina Piccabianchi imprenditrice nel campo del catering. "Il nostro settore - ricorda, Maurizio Pasca, imprenditore pugliese dell'intrattenimento e presidente Silb - è chiuso ininterrottamente da 14 mesi, dal 23 febbraio dello scorso anno, tranne quella piccola parentesi per i locali all'aperto che hanno potuto riaprire d'estate. Il 30% ha chiuso definitivamente, un ulteriore 40% è destinato a chiudere se non si riapre quest'estate. Il nostro settore è criminalizzato, siamo indicati come gli untori della pandemia, ma abbiamo chiuso il 17 agosto e i contagi sono iniziati a risalire a ottobre. Non capiamo i pregiudizi nei confronti di un settore che serve a socializzare e che vale 2 miliardi all'anno 

Sono sempre più numerosi i politici secondo il giornale, a chiedere con urgenza un calendario per definire le riaperture, venire incontro alle esigenze dei commercianti sempre più in crisi ed impedire all'economia del Paese di sprofondare ancora più in basso ....tra i nuovi seguaci di questa filosofia pare esserci anche il Direttore scientifico di Medical Facts Roberto Burioni. l professore si dice in particolar modo propenso ad accogliere l'idea di ripartire con le attività all'esterno, approfittando della bella stagione e del fatto che i contagi, in questi casi, si verifichino molto raramente."I dati indicano che il contagio all'esterno è molto raro", scrive infatti Burioni in un post sulla pagina personale di Twitter."Perché, con l'arrivo della bella stagione, non riaprire subito bar, ristoranti e pure teatri all'esterno, non lesinando autorizzazioni? A me", conclude il professore di Virologia all'Università San Raffaele di Milano, "non dispiacerebbe cenare fuori o assistere a un concerto con il cappotto".

"Non esiste un ristoro che compensi il Pil che abbiamo perduto scrive il giornale: l'unico ristoro è far tornare la gente a lavorare", dichiara invece Giovanni Toti nel corso di un'intervista concessa ad "Agorà" su RaiTre. "Oggi ancora non si può? Bene, la politica è prevedere il futuro. Cominciamo a dire che abbiamo un certo calendario di riaperture. Se ci diamo degli obiettivi, la gente li persegue", aggiunge il governatore della Liguria. "Se diciamo che si apre con un tasso di contagio basso, i cittadini saranno portati a rispettare di più le regole. Diamoci un metodo e un calendario".

Ci sono rappresentanti delle lavanderie industriali al circo massimo a Roma, di chef e cuochi che indossano il tradizionale cappello da cucina. C'è anche il movimento artisti italiani proveniente dalla Toscana. I loro slogan, ripetuti ritmicamente, sono "Lavoro, lavoro" e "Riapertura, riapertura".

Attimi di tensione a Circo massimo al sit in di commercianti arrivati da tutta Italia. Un gruppo di manifestanti ha lasciato il presidio per tentare di andare in corteo verso Palazzo Chigi ma la polizia li ha bloccati. A far desistere il gruppo dal suo intento anche un gruppo di manifestanti che ha ribadito di "non volere atti di violenza".

Da ministro avrei autorizzato quel corteo: io sono sempre per la libertà di manifestare". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, alla conferenza stampa per la presentazione del libro 'Salute o libertà: un dilemma storico-filosofico' di Corrado Ocone parlando della manifestazione di ieri.

"Ci sarei andato io, in piazza, insieme ai miei poliziotti". "Siamo lì per rimanerci, finché serve che stiamo lì, non siamo in metropolitana, Ma non per il gusto di stare al governo. Stiamo lavorando a un estate post-bellica, che sia l'inizio di un rinascimento non solo economico ma anche mentale". "Ma non stiamo là a fare carta da parati".

Nessuna marcia ma un presidio permanente in attesa "di notizie da Palazzo Chigi". Questa la decisione presa dagli organizzatori della manifestazione dei commercianti a Circo Massimo. Ma non tutti i partecipanti concordano con la linea adottata e vorrebbero raggiungere Palazzo Chigi. Un blando tentativo, subito rientrato, c'è stato da parte di un gruppo di donne che mani alzate si è avvicinato al cordone di polizia gridando: 'ci hanno tolto il diritto al lavoro, non ci togliete anche il diritto a manifestare'. Poco prima per cercare di stemperare la tensione una manifestante ha regalato un mazzetto di fiori ai poliziotti. La zona è sorvolata continuamente da un elicottero delle forze dell'ordine.

Gli esercenti hanno manifestato in piazza in 21 città italiane, da Firenze a Napoli e Genova, in contemporanea con l'assemblea straordinaria della Fipe-Confcommercio convocata in piazza San Silvestro, a Roma. "Siamo qui per chiedere di poterci rialzare. - afferma Alessandro Cavo, giovane esercente, collegato da Genova -. Chiediamo una data per iniziare a risollevarci, troppi colleghi sono caduti, troppo i ristori promessi che non sono arrivati".

"Lavoravo dalle 18 a notte fonda, da quando ci hanno chiuso ho fatturato il 20%, i miei dipendenti sono in cassa integrazione, prendono una miseria e la prendono anche tardi, ho provato a sostenerli il più possibile, ma ora è diventato difficile anche per me - dice Matteo Musacchi ad ansa, presidente dei giovani imprenditori della Fipe, titolare di un ristorante e cocktail-bar a Ferrara -. Oltre al fatto che stare in casa senza far nulla, per chi è abituato a lavorare 15 ore al giorno porta via di testa".

Dal palco di Roma poco prima aveva incalzato il governo, ricordando che "ieri i pub hanno riaperto e gliel'hanno detto un mese prima". "Non ho bisogno - aggiunge - della rassicurazione 'stiamo per programmare le aperture', ho bisogna di sapere quando riapro".

"Vogliamo riaprire in sicurezza, perché la risposta all'emergenza solo con 'più chiusure' è ormai una scelta insostenibile dal punto di vista economico e dal punto di vista sociale". Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, intervenendo all'assemblea della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) organizzata in Piazza San Silvestro a Roma. "Abbiamo investito nella sanificazione - ha detto Sangalli -, abbiamo accettato le regole del distanziamento, abbiamo rafforzato l'alleanza con i consumatori, abbiamo difeso i nostri collaboratori. E tutto per poter lavorare in sicurezza". "Ci impegniamo sugli indennizzi a fondo perduto - ha sottolineato -, che non sono sufficienti e che devono essere rafforzati per dignità e per giustizia". "Ci siamo impegnati per spostare a lungo termine tutti quei costi, oggi insostenibili, che gravano sulle imprese. Penso alle tasse e alle tasse locali. Penso ai finanziamenti. Penso agli affitti. Penso alle bollette", ha spiegato Sangalli.

Quando la piazza dell'assemblea degli esercenti a Roma stava smobilitando, ha tirato fuori un piccolo martello e cominciato a rompere piatti e bicchieri, richiamando l'attenzione dei presenti. "Questi sono i nostri cocci. Ho rotto gli strumenti del mio lavoro, se non mi fanno riaprire non mi servono più". Moreno, un ristoratore toscano, ha manifestato così la sua amarezza per le restrizioni anti-Covid. L'uomo ha poi strappato una tovaglia che si era portato appresso in una borsa, aggiungendo che anche quella non gli sarebbe servita più. Al termine della protesta, ha riposto tutto e, armato di scopa, ha ripulito raccogliendo i cocci.

Secondo me questo è il modo giusto di manifestare. Quello che è stato fatto ieri e la scorsa settimana non porta sicuramente a niente". Lo ha detto all'AdnKronos Camilla Moccia, la ristoratrice protagonista della celebre foto, diventata virale sul web, in cui era china in lacrime nella sua cucina in un momento di sconforto.

"Lanciando le bottiglie secondo me non si arriva a nulla", dice facendo riferimento ai disordini che hanno fatto da cornice alla protesta del movimento #Ioapro. "Questo è la maniera corretta, con tranquillità per cercare di arrivare a una soluzione vera. Spero vivamente che queste manifestazioni portino a una grande riapertura il prima possibile, perché veramente siamo esausti", dice partecipando alla manifestazione al Circo Massimo.

“Bisogna cercare di sfruttare i posti all'esterno dei ristoranti. Noi abbiamo solo 8 posti coperti - ha aggiunto - e ampliando all’esterno potrei fare 30-40 coperti e sarebbe una grande cosa. Anche perché avere solo 8 posti coperti equivale a stare chiusa".

Di sicuro, iniziative all'aperto, senza affollamenti e con una grande attenzione ai protocolli di sicurezza si possono provare. È l'ipotesi lanciata su Twitter nella mattinata di martedì 13 aprile da Roberto Burioni, virologo dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. (MilanoToday.it)

“I dati indicano che il contagio all’esterno è molto raro. Il tweet di Burioni, di solito molto prudente sulle aperture, arriva all’indomani della richiesta del presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Cts per avere protocolli con limiti meno stringenti (L'HuffPost)

Perché, con l'arrivo della bella stagione, non riaprire subito bar, ristoranti e pure teatri all'esterno, non lesinando autorizzazioni?". Insomma, le riaperture devono essere sostenibili, reali e non solo di facciata, la raccomandazione del presidente del Consiglio, spiegano fonti di governo all'Adnkronos. (Adnkronos)

fonti adn kronos / ansa / il giornale

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI