Istat: disoccupazione alle stelle

Dopo il calo ininterrotto per tredici trimestri consecutivi, particolarmente accentuato nei primi due del 2020, torna a crescere il numero di disoccupati che si attesta a 2 milioni 546 mila unità (+202 mila in un anno, +8,6%); l'aumento coinvolge sia gli individui in cerca di prima occupazione sia chi ha precedenti esperienze di lavoro. Lo indica l'Istat nei dati sul mercato del lavoro relativi al terzo trimestre dell'anno.

Il tasso di disoccupazione, in calo per sei trimestri consecutivi, torna ad aumentare portandosi al 9,8% (+1,4 punti rispetto al secondo trimestre 2020).

In "lieve recupero" congiunturale la produzione industriale ad ottobre, dopo il calo registrato a settembre: rispetto al mese precedente segna un +1,3%. Su base annua, diminuisce invece del 2,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 23 di ottobre 2019). Lo stima l'Istat. Nella media del trimestre agosto-ottobre il livello della produzione cresce dell'11,7% rispetto al trimestre precedente. La crescita mensile di ottobre, sottolinea l'Istituto, è estesa a tutti i settori, con esclusione dell'energia.

"A ottobre si osserva un lieve recupero congiunturale della produzione industriale, dopo il calo registrato nel mese di settembre. Nella media degli ultimi tre mesi la dinamica congiunturale risulta ampiamente positiva", è il commento dell'Istat. Rispetto a febbraio 2020, mese immediatamente precedente le restrizioni legate all'emergenza Covid-19, "il livello dell'indice è inferiore del 2,2% mentre, in termini tendenziali, l'indice corretto per gli effetti di calendario è più basso del 2,1%, con una significativa attenuazione della riduzione rispetto a settembre (era -4,9%). A livello dei principali raggruppamenti di industria - prosegue - tutti i comparti risultano in diminuzione su base annua, più accentuata per i beni di consumo".

Nello specifico, l'indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale "apprezzabile" per i beni strumentali (+2,6%), un incremento più contenuto per i beni intermedi (+1,3%) e ancora più ridotto per i beni di consumo (+0,7%); viceversa, diminuisce nel comparto dell'energia (-3,0%).
Nel confronto annuo, flessioni tendenziali caratterizzano tutti i comparti; la riduzione è meno pronunciata per i beni intermedi (-1,0%) e i beni strumentali (-1,2%), mentre risulta più rilevante per i beni di consumo (-4,1%) e l'energia (-2,7%).

I settori di attività economica che registrano i maggiori incrementi tendenziali sono la fabbricazione di mezzi di trasporto (+5,6%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+4,0%) e le altre industrie (+3,5%). Le flessioni più ampie si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-17,4% per entrambi i settori).

"Se Conte vuole pieni poteri come Salvini, io dico no". Lo afferma il leader di Iv Matteo Renzi in un'intervista al Pais, dicendosi pronto a far cadere il governo se il presidente del Consiglio non farà marcia indietro sulla cabina di regia per la gestione dei fondi europei.

Alla domanda "è pronto a far cadere il governo se Conte non farà marcia indietro?", Renzi risponde: "Sì, perché questo non è un problema di posti, che pure mi hanno offerto. (...) Il meccanismo del dibattito sulle regole istituzionali non può essere compensato con un piccolo accordo".

Conte, prosegue Renzi, "sta viaggiando in contromano su un'autostrada", ma "se recupera la lucidità e frena su questa misura assurda, siamo pronti a ragionare sulla questione". Conte, afferma ancora il leader di Iv intervistato al telefono, è stato confermato presidente del Consiglio "dopo che, un anno e mezzo fa, avevamo fatto un'operazione in Parlamento contro Salvini". 

Il primo ministro, aggiunge Renzi, ha lavorato contro la pandemia, "e in alcune cose lo ha fatto meglio che in altre, ma non si può accettare che in nome dell'emergenza, 10 mesi dopo il suo inizio si arroghi tutti i poteri dello Stato per spendere questi 200 miliardi. Abbiamo rimosso Salvini per questo". Alla domanda se crede di avere in questo l'appoggio almeno di una parte del Pd e dell'opposizione, Renzi risponde: "Molti di quelli che in pubblico prendono le distanze da me, in privato riconoscono che le nostre critiche sono giuste e autentiche. Per questo spero che Conte si fermi".  

Non è dello stesso avviso il leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che oggi ha affermato, ai microfoni dell'Agenzia Vista: "Renzi ogni volta fa finta di alzare il prezzo su qualcosa che interessa gli italiani per portare a casa qualcosa che interessa a lui: qualche poltrona in più, qualche strapuntino, qualche spazio maggiore di governo". Ieri, a Stasera Italia, su Rete 4, la Meloni aveva già dichiarato: "Renzi alza la voce solo per alzare la posta, lo fa esclusivamente per avere poltrone. Del resto non gliene frega niente, sta solo mettendo a repentaglio la stabilità italiana per avere poltrone. Anche perché, se si va a votare, Renzi ha percentuali sì e no del 3%". E sull'approvazione della cabina di regia, la Meloni conclude: "Alla fine mi pare che accetteranno anche la cabina di regia che per lui è sempre meglio della cabina elettorale".  

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, avrebbe smascherato Renzi, rivelando il motivo delle sue parole. L'ex premier si è detto convinto sul fatto che Giuseppe Conte "farà marcia indietro" sulla cabina di regia ma, in caso ciò non accadesse, "ritireremo l'appoggio al governo": "È una questione di rispetto delle regole". Renzi dichiara di non accettare che il presidente del Consiglio, "in nome dell'emergenza, a 10 mesi dal suo inizio, si arroghi tutti i poteri dello Stato per spendere questi 200 miliardi". E aggiunge: "Non ci siamo liberati di Salvini per questo". Infine, sui fondi europei destinati all'Italia, precisa: "Abbiamo 200 miliardi di euro, però non sappiamo chi ha deciso come spenderli, è apparso solo un documento che dice cose come 'per il turismo 3,2 miliardi'. Il turismo è cruciale per l'Italia. I nostri amici spagnoli saranno contenti se investiamo solo questa cifra. È assurdo che un Paese come il nostro, con un patrimonio culturale e la capacità di attrarre visitatori, investa l'1,5% dei fondi in questo settore. Chi ha deciso questa follia? E questo è solo l'inizio". Renzi aveva anche precisato di non ambire a strappare al governo un numero maggiore di poltrone, minacciando di ritirare l'appoggio: "È bene essere chiari sul punto e lo diciamo: non scambieremo il nostro sì al governo con uno strapuntino o un posto a tavola".  

Fonti Ansa / il giornale

 

 

 

 

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