Il Mes spacca la maggioranza: Pd-M5S in crisi di governo?

“Se è così conveniente come ci racconta la sinistra perché nessuno Stato se lo prende il Mes?”. La domanda retorica e capziosa la pone Giorgia Meloni intervistata da Libero, rilanciando così uno dei luoghi comuni più propinato a destra e a manca dal fronte sovranista, Salvini in primis. Il sottotesto è abbastanza intuibile: se nessuno stato europeo finora ha deciso di attivare il fondo Salva-Stati per rispondere all'emergenza Covid, allora vuol dire che da qualche parte c'è la fregatura. E che quindi l'Italia farebbe bene a stare alla larga da quei 37 miliardi di prestiti apparentemente facilmente richiedibili. In realtà, sono almeno due le motivazioni per cui finora in Europa i paesi più a corto di soldi non hanno “acceso un mutuo” col Mes. Una economica e una più politica.

La Cancelliera tedesca Angela Merkel nell'intervista a La Stampa avverte: «Il Recovery Fund non può risolvere tutti i problemi, ma non averlo rafforzerebbe il problema», e sul Mes: «Tutti possono utilizzare questi strumenti. Non li abbiamo messi a disposizione perché restino inutilizzati». Dal premier Giuseppe Conte arriva una replica imbarazzata («a fare i conti sono io»), ma, com'era facile prevedere, sul delicato tema dei 36 miliardi di euro che l'Unione europea mette a disposizione dell'Italia per rafforzare il sistema sanitario esplode la polemica politica. Con il centrodestra che si spacca, e il Pd che spinge per cogliere l’opportunità.

«Il fatto che la Germania tifi Mes per l’Italia è l'ennesima riprova che il Mes è una fregatura o una “sola”, come si dice a Roma», dice il leader della Lega Matteo Salvini. «Lo stanno rifiutando tutti, dalla Grecia alla Spagna e alla Francia - ha aggiunto - la Merkel si occupi di Germania che all'Italia ci pensiamo noi». Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, rincara la dose: «In Parlamento vedremo chi sarà con noi e chi invece ci vuole consegnare alla troika. La posizione di Fratelli d'Italia è chiara: il Mes è una trappola, e l'Italia non deve caderci dentro».

Il Meccanismo europeo di stabilità divide la politica italiana in due schieramenti contrapposti: Silvio Berlusconi, Romano Prodi, Italia Viva e una parte del Pd sono favorevoli all'attivazione del Mes. Il Premier Conte, M5s, Lega e Fratelli d'Italia invece sono nettamente contrari.

Non sarà una scelta semplice considerando che l’opposizione agli eurobond da parte della Germania e altri paesi europei, sembra insuperabile. Sarà molto importante il prossimo Consiglio europeo del 23 aprile nel quale verrà formalizzato l’indirizzo politico sui nuovi strumenti finanziari anti-Covid a livello comunitario.

La pagina Facebook di Matteo Salvini che conta più di 4 milioni di follower, ha persino pubblicato il video “Giù le mani dall'Italia. No Mes. Il futuro non è in vendita” come cover, ossia il contenuto con il massimo impatto e visibilità della pagina. Un video che ha già ottenuto più di mezzo milione di visualizzazioni.

Intanto non si placano i mal di pancia nella politica italiana sull'eventuale ricorso a linee di credito “light” del Meccanismo di Stabilità Europea (Mes), strumento subito accessibile, ma che pesa sul debito pubblico dei Paesi che lo richiedono. E il tema, nelle ultime ore, sembra aver spaccato la maggioranza. Una polemica che ha richiesto l'intervento del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

La posizione sul Mes è stata ampiamente illustrata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha opportunamente sottolineato l'inadeguatezza del meccanismo a rispondere all’eccezionalità dell’emergenza prodotta dal coronavirus”, ha detto Gianluca Perilli, capogruppo M5s al Senato.

A mettere in discussione questa linea, nelle ultime ore, sono stati alcuni esponenti dem in Parlamento. Come il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci: “È cassa disponibile e bisogna accedervi”, ha affermato in una intervista a Repubblica. “Legarsi alla terminologia senza andare a vedere che cosa è cambiato, vuol dire rifiutare l’oggettività dei risultati ottenuti da Conte, che è riuscito a fare una rivoluzione. Il Mes ora è a disposizione dei Paesi su interventi prioritari nel campo sanitario senza condizionamenti”, ha spiegato.
 
“Il Movimento 5 Stelle, pertanto, continua a riconoscersi in questa posizione, a maggior ragione se si considerano i grandi fattori di rischio sottesi al Mes, come sottolineato in un'intervista del nostro capo politico, Vito Crimi, apparsa sulla stampa”.

Intervenendo nel dibattito, il premier Giuseppe Conte ha quindi invitato la maggioranza a “non logorarsi in un dibattito astratto” sulla convenienza del Mes e sulla presenza o meno delle condizionalità per l’accesso. “Se vi saranno condizionalità o meno lo giudicheremo alla fine”, ha puntualizzato, incassando il sostegno di Dario Franceschini e Alfonso Bonafede, alla guida delle delegazioni di Pd e M5S al governo.

Una decina di grillini al Senato non voterà il Mes. E visti i numeri già a rischio in quel ramo del Parlamento il premier Giuseppe Conte ha deciso di spostare tutto a settembre. Il Pd non è troppo felice e lo ha fatto presente al presidente del Consiglio ma la verità è che nonostante i proclami non farà certo le barricate. La speranza di tutti è che dopo agosto qualche voto in più possa arrivare. E salvare la maggioranza

 

 

 

 

 

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI