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Renzi abbandona il PD

Giuseppe Conte resta il leader più apprezzato ma subisce un crollo di consensi. Secondo il sondaggio Demos per La Repubblica, infatti, cala la sua popolarità, così come diminuisce la fiducia verso il governo," rispetto a luglio, prima delle dimissioni di Salvini, è scesa al 44%: oltre 10 punti in meno". 

Il presidente del Consiglio è al 55 per cento, 9 punti in meno, però, rispetto a luglio quando guidava il governo giallo-verde. Conte è poi seguito "dal nuovo commissario europeo (e suo predecessore, come premier), Paolo Gentiloni (47%)", osserva Ilvo Diamanti, "l'unico verso il quale si osservi una crescita significativa. Dietro a lui, Giorgia Meloni (44%), la più apprezzata, a Destra, dopo Salvini", il quale "ha perduto 8 punti di popolarità, rispetto a luglio. E arretra al 46%".

Secondo il quotidiano il Giornale Matteo Renzi lo ha chiamato per rassicurarlo: il gruppo parlamentare che formerà continuerà a sostenere il governo. Ma Giuseppe Conte è tutt'altro che tranquillo. Come non dimenticare, del resto, quell'"Enrico stai sereno" di lettiana memoria?

Così da Palazzo Chigi continua il quotidiano  non commentano l'iniziativa dell'ex segretario Pd, ma sottolineano come sia "singolare" la scelta dei tempi dell'operazione. E in particolare lascia qualche perplessità la decisione di annunciarla immediatamente dopo il giuramento di viceministri e sttosegretari. "Se portata a compimento prima della nascita del nuovo esecutivo, questa operazione, niente affatto trascurabile, avrebbe assicurato un percorso ben più lineare e trasparente alla formazione del governo", dicono fonti di governo smentendo altre considerazioni da parte del premier, "Il presidente incaricato avrebbe potuto disporre di un quadro di riferimento più completo per valutare la sostenibilità e la percorribilità del nuovo progetto di governo che ha presentato al Paese".

Di fatto, ora il premier dovrà confrontarsi con un'altra forza politica, non consultata nei giorni precedenti alla nascita del governo, quando la trattativa è stata portata avanti tra Movimento 5 Stelle, un Pd nei fatti "derenzizzato" e Liberi e uguali. E le garanzie che ora Renzi dà al premier rischiano di lasciare il tempo che trovano, soprattutto perché nel Conte bis questa nuova compagine non poco rappresentata, se non con il ministro alle Politiche agricole Teresa Bellanova. L'intera operazione da parte di uno dei principali fautori di questo esecutivo non può non apparire così come possibilità di staccare la spina senza consultare i vertici del Pd.

Se non riuscirà a migliorare sensibilmente le condizioni di vita degli italiani Matteo Salvini e la Lega torneranno al potere, più forti di prima. 

L’autorevole Foreign Affairs, pubblicato dal Council on Foreign Relations americano, smorza con un’analisi pubblicata nelle ultime ore tutti gli entusiasmi sul Conte-bis e sul ritorno del leader leghista all’opposizione celebrata da numerosi quotidiani stranieri di orientamento progressista.

“Se il nuovo governo fermerà l’ascesa del populismo di destra dipenderà dalla sua capacità di migliorare il tenore di vita italiano e invertire alcune tendenze negative che hanno reso il Paese uno degli anelli deboli dell’Unione europea.

Fare questo sarebbe un compito arduo per qualsiasi governo, per non parlare di uno composto da due partiti – entrambi segnati da divisioni interne.

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