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Il Governo resiste agli attacchi UE: l'impostazione del Def non cambia

Ieri sera, di fronte alla preoccupazione per la tenuta finanziaria del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il governo ha ribadito che l'impostazione del Def non cambia. "Il rapporto deficit/Pil resta al 2,4% - ha chiarito il premier Giuseppe Conte - non c'è un piano B". Per il momento l'argine del Movimento 5 Stelle e del Carroccio alle pressioni dell'Unione europea sembrao tenere nonostante le continue perdite sui mercati azianari. Nelle ultime ventiquattr'ore piazza Affari ha infattio ceduto quasi 30 miliardi con il differenziale tra i titoli di Stato italiani e i Bund tedeschi che è arrivato a toccare quota 300 punti base. 

"Se l'Italia vuole un trattamento particolare supplementare, questo vorrebbe dire la fine dell'euro - ha tuonato Juncker durante l'Eurogruppo - bisogna essere molto rigidi". il preasidente della Commissione Ue non è stato l'unico a tirare bordate contro l'esecutivo gialloverde. Ieri, a Bruxelles, anche il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e il commissario europeo agli affari economici e monetari, Pierre Moscovici, hanno inziato a mettere il fiato sul collo all'Italia.

Lega e Movimento 5 Stelle resistono agli attacchi e vanno avanti per la propria strada. "C'è qualche istituzione europea che con le sue dichiarazioni gioca a fare terrorismo sui mercati. Se c'è pregiudizio nei nostri confronti non c'è Def che tenga", commenta seccato il vice premier grillino Luigi Di Maio. 

"In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker, che ora associa il nostro Paese alla Grecia", fa eco Salviniche adesso è pronto a chiedere "i danni a chi vuole il male dell'Italia". "Le parole e le minacce di Juncker e di altri burocrati europei - si chiede il leader della Lega - continuano a far salire lo spread, con l'obiettivo di attaccare il governo e l'economia italiane?"

Salvini ci tiene poi a precisare che nella manovra economica è previsto uno sforzo ulteriore di un miliardo per 10mila nuove assunzioni straordinarie per le forze dell'ordine. "Nessuno mi venga a dire che l'Italia non può investire in sicurezza e presidio del territorio - incalza - l'Italia è una Repubblica libera, orgogliosa e sovrana che vuole dare futuro e lavoro ai suoi ragazzi e controllare i quartieri delle sue città e quindi Juncker e compagni possono dire, minacciare, insultare e terrorizzare, noi siamo tranquilli, siamo convinti di stare lavorando per il bene dei nostri figli e del Paese".

Lo spettro dell'Italexit è alle porte. Secondo bloomberg, a pesare sull'Eurozona sono proprio le parole di Borghi secondo cui l'Italia avrebbe già risolto i problemi fiscali con una valuta propria. È il famoso "piano B" di Paolo Savona, quello pensato per uscire dall'euro e riportare il sistema Italia nella lira. "Il fatto di avere il controllo sui propri mezzi di politica monetaria è condizione necessaria, ma non sufficiente, per realizzare l'ambizioso ed enorme programma di risanamento - spiega il presidente della commissione Bilancio della Camera ai microfondi di Radio anche io- a per fare questo passo ci vuole accordo e consapevolezza da parte dei cittadini"

Secondo l'economista della Lega, se il governo avesse "voluto andare oggettivamente allo scontro con l'Unione europea per arrivare a questo risultato", avrebbe "dichiarato il 3,1% come deficit, non il 2,4". "In realtà - ha poi argomentato - vogliamo semplicemente fare le politiche che in questo momento sono il minimo indispensabile per permettere alla nostra economia di stare un po' meglio". Dichiarazioni che hanno avuto un forte impatto soprattutto sulla tenuta dell'euro. Tanto che, a breve distanza, Borghi è corso a precisare che non esiste un piano di uscita dalla moneta unica. "Proposte del genere fanno soltanto male al Paese - ha commentato il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani - l'uscita dall'euro sarebbe un errore gravissimo che arrecherebbe un danno a tutte le imprese e creerebbe il caos nel nostro Paese".

Intanto la Commissione ha introdotto una comunicazione sull'uso della flessibilità, e l'Italia è il Paese che più ne ha beneficiato. Ora, il problema è che le discussioni sulla bozza di manovra vanno in una direzione che sostanzialmente oltrepassa questa flessibilità, e Juncker ha detto che dobbiamo applicare le regole del Patto. Ed è quello che la Commissione è pronta a fare". Lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, chiarendo le parole del presidente Juncker.

"Juncker ha detto che dobbiamo essere rigidi ed equi" con l'Italia, ed "applicare le regole del Patto", perché "abbiamo enfatizzato molte volte che dato che l'Italia ha il secondo debito in Ue dopo la Grecia e il più alto costo per il servizio del debito nella Ue è importante che si attenga a politiche di bilancio responsabili per mantenere i tassi ad un livello accettabile", ha spiegato Dombrovskis.

"Spero che non ci sia bisogno di entrare in queste speculazioni, ho visto molte dichiarazioni, anche contraddittorie su questo", ha risposto Dombrovskis a chi gli chiedeva come replicasse a chi in Italia parla di uscita dall'euro. "Sulla sostanza non ho molto di nuovo da dire oggi: discutiamo con il Governo italiano, ma i piani presentati non sembrano rispettare il Patto. E' tutto quello che possiamo dire a questo punto", ha aggiunto.

"C'è la necessità di chiarire" da parte dell'Italia quali siano i suoi piani di bilancio, perché "c'è una discussione tra gli stati membri" in quanto "l'Eurogruppo è un Unione monetaria, siamo insieme in questa famiglia e dobbiamo risolvere insieme la situazione della stabilità". Lo ha detto il ministro delle finanze austriaco che ha la presidenza di turno Ue dell'Ecofin H. Loeger. "Se ci sono regole devono essere rispettate, queste sono le aspettative che ho sentito anche da parte degli altri altri stati membri".

"Abbiamo regole comuni e mi aspetto che Giovanni Tria, dopo tutti i bilaterali di ieri, sia pronto a rafforzare la discussione anche a livello italiano": lo ha detto il ministro dell'economia austriaco e presidente di turno dell'Ecofin, Hartwig Loger, rispondendo a chi gli chiedeva cosa si aspetta dall'Italia. Loger ha poi invitato anche gli investitori ad attendere: "Teniamo a mente che è il 15 ottobre la data in cui si può decidere in che direzione si può reagire" alla manovra italiana.

 

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