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L'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley: ora la guerra è piu vicina

Il Silenzio del presidente americano dopo l'ennesimo lancio di un missile balistico che Seul valuta un nuovo modello dell'Hwasong-15 da parte del regime nordcoreano è durato dunque poche ore. E ancora una volta le sue parole rischiano di alimentare una guerra di offese e di insulti che va avanti da mesi e che non favorisce di certo la realizzazione di quel canale diplomatico che con enorme fatica Rex Tillerson e i vertici del Dipartimento di stato stanno tentando di aprire.

Il ministero della Difesa cinese esprime "profonda preoccupazione" per l'ultimo lancio di missile balistico intercontinentale fatto dalla Corea del Nord, ma ribadisce che "l'opzione militare non è un'opzione", ha detto il portavoce Wu Qian, per il quale la soluzione non può che maturare "attraverso il dialogo e le consultazioni". La Cina vuole "la pace e la stabilità nella penisola coreana".

"Ora la guerra è più vicina". Parole pesanti quelle pronunciate dall'ambasciatrice americana all'Onu Nikki Haley, durante il consiglio di sicurezza sulla Corea del Nord. Mentre pochi minuti prima, durante un comizio in Missouri, Donald Trump era tornato ad attaccare sul piano personale il dittatore di Pyongyang, Kim Jong-un, deridendolo e descrivendolo come un "cagnolino malato". "The little rocket man", il piccolo uomo-missile, ha ripetuto davanti ai suoi calorosi sostenitori.

 L'ultimo esperimento missilistico di Pyongyang, che ha dimostrato di avere un 'supermissile' in grado di colpire ovunque gli Stati Uniti, "e' un'azione che avvicina il mondo alla guerra, non lo allontana", ha tuonato Haley. "Anche se è un conflitto che gli Usa non cercano - ha aggiunto l'ambasciatrice Usa - e se ci sarà una guerra, il regime nordcoreano sarà completamente distrutto".

Intanto, mentre al Tesoro americano si studiano nuove sanzioni finanziarie e al Pentagono si valuta l'ipotesi di un blocco navale, le Nazioni Unite rinviano la decisione di nuove misure punitive verso Pyongyang, con i Quindici del Consiglio di sicurezza che per il momento insistono sulla piena e rigorosa attuazione delle sanzioni già prese negli ultimi mesi. Soprattutto da parte della Cina che resta il più stretto alleato della Corea del Nord.

Quindi l'ennesimo appello alla comunità internazionale (rivolto ancora una volta soprattutto a Pechino) per "tagliare tutti i rapporti con Pyongyang", per isolare ulteriormente il regime di Kim: dai rapporti diplomatici, alla cooperazione militare, scientifica e commerciale, passando per lo stop a tutte le importazioni ed esportazioni. "Invece - ha denunciato - alcuni paesi continuano ancora a finanziare il programma nucleare nordcoreano". Intanto l'ambasciatore italiano Sebastiano Cardi, presidente di turno dei Quindici e del comitato sanzioni del Consiglio di sicurezza, ha spiegato come le misure restrittive decise contro la Corea del Nord stiano funzionando: "Ma si può fare di più per farle applicare", ha sottolineato.

Il 2017 ha registrato finora 22 lanci, e oltre i 21 record del 2016 e in base al Center for Strategic & International Studies, l arsenale della Nord Corea a suo possesso e questo :

Migliaia i missili a disposizione: tipo Cruise (Kh-35, Kn-01) di gittata pari a 150-260 km, balistici a breve raggio (varianti di Scud, Kn-17, Kn-02) da 150-1.000 km potenziali e di medio raggio (Hwasong-7, No-Dong) da 1-1.500 km. Ci sono i Kn-11/Kn-15 (da 900-2.000 km), i Bm-25 Musudan (da 4.500 km), gli Hwasong-12 (4.500 km), i Taepodong-1 da 2-5.000 km, i Hwasong-14 da potenziali 7.000-8.000 km e i Taepodong-2/Unha-3 da 4-15.000 km e usati come razzi nel 2009 per la messa in orbita del "primo satellite", probabilmente una semplice scatola di ferro. Altro capitolo sono i missili balistici a lancio sottomarino: '38 North', think tank Usa, ha ipotizzato una versione avanzata del Pukguksong-1: un vettore provato dal 2016 che, se affidabile, potrebbe essere l'opzione più subdola per l'attacco nucleare.

Le forze armate nordcoreane contano su oltre 1,2 milioni di effettivi: è il quarto esercito più grande al mondo, fatto da 19 corpi d'armata più uno di forze speciali. Ci sono 3,5 milioni di uomini e donne della Milizia, con un numero pari di riservisti. L'esercito dispone di 7.000 tra carri armati (3.000 vecchi T54/55 ex sovietici e type 59 cinesi, 1000 versioni locali del T62 e 500 del T72) e blindati/corazzati (2.000 vecchi BMP1, BTR60 ex sovietici e Type 63 cinesi), oltre 25mila pezzi di artiglieria e 20mila lanciarazzi. Il 50-60% è schierato nei 100 km dal confine del 38/mo parallelo  e il Nord sarebbe in grado di sparare su Seul 2.700 colpi d'artiglieria al minuto. 

La Marina nordcoreana ha una flotta nel Mar Giallo e una nel Mar del Giappone: 4 vecchie corvette lanciamissili e 30-50 motocannoniere. Incerto il numero di sottomarini ex Urss, mentre sono numerosi i sommergibili costieri. I 200.000 soldati delle Forze Speciali hanno una Marina tutta loro, oltre all'unità di missili balistici, il fiore all'occhiello. Debole l'aviazione ferma ai tempi dell'Urss, con pochi aerei moderni come MIG 29 e SU 25. Pyongyang ha inoltre un arsenale chimico e batteriologico: 5.000 tonnellate lanciabili con artiglieria, razzi e bombe aeree, prodotti da otto siti. Ci sarebbero antrace, salmonella, febbre gialla, emorragica, tifo e colera.

Ma la minaccia nordcoreana si materializza principalmente con l'incubo di 20 ordigni nucleari. I numeri dell'intelligence sudcoreana sono prudenziali dato che l'Institute for Science and International Security ha ipotizzato che a fine 2016 il Nord avesse 33 kg di plutonio, 175-645 kg di uranio arricchito e 13-30 testate nucleari pronte. I test fatti finora sono 6, a partire dal 1996.  

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