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Vince il bipolarismo: avanti il centrodestra, flop di 5 stelle

Il voto in 1.004 Comuni, con oltre nove milioni di italiani, riconsegna - dunque - un quadro politico soprattutto bipolare con i candidati di centrosinistra e quelli di centrodestra che si sfideranno ai ballottaggi tra due settimane.

E' stata del 60,07% l'affluenza alle urne rilevata alle 23: nelle precedenti omologhe la percentuale dei votanti si era attestata al 66,85%.

Il flop M5S è reso ancora più amaro dal risultato, abbastanza scontato, di Parma, dove il sindaco uscente Federico Pizzarotti, espulso dal Movimento di Grillo, è in vantaggio con il suo 'Effetto Parma' e se la vedrà al secondo turno con Paolo Scarpa del centrosinistra. "Grazie ai parmigiani - ha scritto su Fb il sindaco uscente - che hanno creduto in un progetto nuovo, civico e libero.

Arrivare al ballottaggio da soli è un risultato storico, che dimostra la forza del nostro gruppo, unito da valori e non dagli interessi".

Quando si tornerà a votare "faremo di tutto per una coalizione più compatta possibile", dice il leader della Lega Matteo Salvini che fa un appello a Berlusconi perché il "maggioritario aiuta la coalizione".

"Se Berlusconi vuole l'unità del centrodestra, dovrebbe scegliere il maggioritario", dice. Il leader della Lega attacca poi Renzi. "Non capisco perché il Pd esulti della presunta disfatta dei Cinque stelle.

Per me sono andati meglio di loro. Se c'è uno sconfitto è Renzi che ha dovuto mascherarsi dietro liste civiche. Noi e i 5 stelle ci mettiamo la faccia": così il segretario del Carroccio Matteo Salvini ha commentato il risultato elettorale sottolineando la "mazzata" del Pd a Genova e a La Spezia dove i pentastellati hanno anche sfiorato il 20%". "Renzi - ha aggiunto - fa il contento per mettere a tacere i vari Bersani e D'Alema".

La spinta è dunque quella al bipolarismo e i partiti devono fare i conti con il fatto che le coalizioni da questo test elettorale risuiltano vinventi. Intanto Matteo Renzi parla di "dati buoni", ma sceglie per il post-comunali una visita a sorpresa ad Amatrice. "Buoni i dati delle amministrative, adesso avanti per i ballottaggi. In bocca al lupo ai sindaci già eletti. Il giorno dopo delle elezioni solitamente si fanno tante analisi, chiacchiere e discussioni, come è persino naturale. Noi oggi abbiamo fatto una scelta diversa. Con il presidente del Lazio Nicola Zingaretti abbiamo preso una macchina e siamo saliti a Accumoli e Amatrice per fare il punto sui cantieri.

Senza dirlo ai giornali, senza dirlo a nessuno", scrive su fb il giorno dopo le comunali.

Dai risultati delle elezioni amministrative, il quadro che emerge è che sono state comunali amare per M5S. Il Movimento Cinque Stelle è fuori dai ballottaggi in tutte le grandi città, a partire da Genova, patria di Beppe Grillo diventata terreno di una faida interna. Ma Beppe Grillo, su Facebook, rivendica la presenza capillare del Movimento e una crescita che - sottolinea - "è lenta ma c'è'. "Il M5S è stata la forza politica più presente a questa tornata elettorale.

Gli altri partiti si sono camuffati, soprattutto il Pd che si è presentato in circa metà dei comuni rispetto al MoVimento. "I risultati sono indice di una crescita lenta, ma inesorabile". "Adesso

- dice - il primo obbiettivo è dare il massimo supporto ai nostri candidati al ballottaggio. A luglio avremo il candidato presidente della regione siciliana, a settembre avremo il candidato premier. Dopo ci saranno le politiche e l'obiettivo è andare al governo. Successi e fallimenti fanno parte della nostra storia. L'importante è non mollare mai". "Tutti gongolano - dice Grillo - esponendo raffinate analisi sulla morte del M5S, sul ritorno del bipolarismo, sulla fine dei Grillini. L'hanno detto dopo politiche, europee, regionali e referendum. Fate pure anche ora".

L'unico che ottiene un'immediata riconferma al primo turno è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. M5S, dopo l'exploit lo scorso anno a Roma e a Torino, sarebbe fuori dai quattro capoluoghi di Regione: a Genova, dove al secondo turno vanno il candidato di centrosinistra Gianni Crivello, e del centrodestra, Marco Bucci. A L'Aquila, governata fino ad oggi dal dem Massimo Cialente, è in vantaggio il candidato sindaco Americo Di Benedetto (centrosinistra) mentre a Catanzaro Sergio Abramo (centrodestra) se la vedrà al ballottaggio con Nicola Fiorita (Civica).

Il Pd nel capoluogo calabrese sarebbe fuori dai ballottaggi segnalando, secondo Roberto Speranza di Mdp, un dato politico: "In tre su quattro capoluoghi di Regione, dove c'è un'alleanza classica di centrosinistra - sostiene l'ex esponente Pd - il candidato del centrosinistra va avanti. Nell'unico comune, Catanzaro, in cui si è fatta scelta diversa e noi sosteniamo un candidato civico diverso da quello del Pd, il Pd secondo gli exit poll sarebbe fuori dal ballottaggio".

A Verona ci sarà un ballottaggio tra Federico Sboarina (Ln-Fi-FdI e altre) e Patrizia Bisinella, candidata di Fare! e compagna del sindaco Flavio Tosi. Sboarina è attorno al 29,26%, mentre Bisinella è sul 23,54%, secondo dati del comune di Verona riguardanti 268 sezioni su 268 Staccata dio un punto percentuale Orietta Salemi (22,48%), sostenuta dal Pd e liste civiche. Per tutta la notte è stata una battaglia per il secondo posto tra l'esponente di Fare! e la candidata dem.

Tutta da decidere anche l'affollatissima partita a Taranto dove sono in quattro in corsa per raggiungere il ballottaggio. Anche se big e partiti si sono tenuti fuori dalla campagna per le amministrative, evitando di dare un valore nazionale, un minuto dopo la chiusura delle urne è partita l'esultanza per il risultato M5S. Secondo Matteo Renzi, che segue i risultati dalla sede nazionale del Pd, la sconfitta grillina è un dato politico "perché vorrebbe dire - spiega il responsabile Enti Locali Matteo Ricci - che a un anno dalla vittoria di Roma e Torino, messi alla prova del governo locale, c'è un giudizio negativo".

Chi tira il fiato è il centrodestra, che guardava alle comunali come un test per un'alleanza tra Fi e Lega. "Noi abbiamo fatto - sostiene Maurizio Gasparri - l'alleanza classica ed a Genova abbiamo una condizione buona dove il sindaco uscente di centrosinistra nemmeno si è ricandidato autocertificando un fallimento. Il centrodestra ci può essere, vedremo lo scenario nazionale". Ma per fare un'analisi più approfondita sulle alleanza a livello nazionale bisognerà aspettare l'esito dei ballottaggi: il Pd dovrà contare in quante città resterà alla guida per verificare se ha ancora senso un'alleanza classica di centrosinistra. Ma contro l'autosufficienza del Pd fa sentire la sua voce l'area che va da Pisapia a Si: "Laddove la sinistra è dentro il centrosinistra va, dove il Pd sceglie l'autosufficienza esce fuori", è la tesi.

E' l'ultimo test prima delle elezioni politiche. Il voto in 1.004 Comuni, che coinvolge oltre nove milioni di italiani, non ha un valore nazionale ma "locale", sottolineavano concordi, alla vigilia, il segretario Pd Matteo Renzi e il Cinque stelle Luigi Di Maio.

secondo il leader di Fi Silvio Berlusconi, un "grande valore politico". Perché sarà possibile tracciare tendenze destinate a orientare le decisioni dei partiti sulla legge elettorale, che tornerà in commissione martedì dopo il brusco stop al "tedesco", e sulle future alleanze. Con un occhio al voto anticipato in autunno, che appare però ora assai improbabile. Al centro dell'attenzione ci sono ventuno capoluoghi di provincia e quattro di Regione (Palermo, Genova, Catanzaro, L'Aquila). Il Pd punta al ballottaggio di domenica 25 giugno in almeno 22 città. Il centrodestra, fuori dalle principali sfide lo scorso anno, vuole imporsi come vero sfidante del centrosinistra al secondo turno. Mentre la partita del M5s, dopo il trionfo del 2016 a Roma e Torino, è in salita. I candidati grillini rischiano di essere esclusi al primo turno nelle principali città, da Verona e Parma, dove Federico Pizzarotti corre per la riconferma da "ex". Ma sperano in Catanzaro e Palermo, dove Leoluca Orlando punta all'elezione al primo turno. E' Genova l'osservata speciale di queste

comunali: nel capoluogo ligure, dove l'affluenza si tiene ben sotto la media nazionale, centrodestra e centrosinistra sperano di bloccare con una sconfitta "in casa" il M5s, che si presenta diviso. Beppe Grillo, unico dei leader in piazza nella campagna elettorale, si presenta a votare nella sua città con il casco in testa e attacca i giornalisti.

Ma via Facebook lancia un appello: "Il M5s è con le sue liste in 225 comuni, il Pd con il suo simbolo in 134 città: siamo la forza nazionale più presente, votate!". Per il centrosinistra il test delle comunali, dove spesso i candidati sono sostenuti da una coalizione unitaria, giunge in un momento di grande dibattito. Renzi punta a un buon risultato per confermare la spinta delle primarie che lo hanno rieletto segretario Pd, ma i fautori dell'unità a sinistra, da Orlando a Pisapia, sperano in un dato che dimostri la necessità di correre tutti assieme. Mdp, che la prossima settimana potrebbe non votare la fiducia sulla "manovrina", si mostra però prudente sulle possibilità di dialogo con il Pd. E Pier Luigi Bersani, a Piacenza, vota una candidata "civica", contro il candidato Dem. Quanto al centrodestra, la Lega gioca due partite importanti a Verona, dove sfida l'ex Flavio Tosi, e a Padova, con Massimo Bitonci. Ma è Berlusconi a puntare molto su questa tornata, per riaffermare la centralità di FI. Nel giorno del voto il Cav prova anche a rilanciare la spinta per una legge elettorale, a lui gradita, sul modello "tedesco": "Ripartiamo da lì o sarà molto difficile scriverne un'altra", afferma.

Anche Bersani propone di rimettere mano, con modifiche, al modello bocciato giovedì scorso in Aula. Ma Lega, M5s e Pd dichiarano chiusa ogni possibilità di intesa e il confronto di martedì in commissione si annuncia tutto in salita. Anche per questo Renzi esclude elezioni

anticipate: "si vota nel 2018". Ma la "finestra" per il voto in autunno non è ancora chiusa e le incognite non mancano, a partire dal voto, la prossima settimana, su "manovrina" e riforma del processo penale

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